Il teatro si anima, come
per un vento funambolico che ne muove le presenze, alita intorno ai
costumi colorati dei giovani attori, si disegna nelle loro pose
paradossali, in una dinamica speciale che ce ne restituisce la
vitalità . E’ di scena Achille Campanile, in Visita di
condoglianze , Tragedie in due battute, Centocinquanta la
gallina canta, Acqua minerale, La quercia del Tasso, Dramma giallo.
Gli attori, tutti nuovi, si avvicendano ai
leggii, animando lo spazio di una recitazione fatta di vivacità
estrema, gesti e pose esplosive, voci spiegate a rendere l’umorismo e la surrealtà di Campanile, autore che è stato accostato al francese Ionesco, pur avendo una dimensione tutta sua nei giochi di parole, nella gioia triste e nella tristezza allegra che s’insinua nelle trame strappandoci un intelligente sorriso se non la risata frenetica. Riconosciuto nei tempi recenti in particolare da Umberto Eco per il suo valore e per la sua unicità, Campanile dà vita ad una scena che la giovane compagnia di Piergiorgio Cinì si adopera a renderci amica, a suscitare in noi un umorismo che la vita ci ha fatto perdere. I testi, pur recenti, ci sembrano spostati in un altrove particolare, e a loro modo ci “spostano”, ci provocano a un’intelligenza della vita che è nuova per i nostri giorni, così come fa parte di un passato che ci siamo lasciati alle spalle, immersi come siamo nel nostro tempo ansioso e “ad una dimensione”.
Campanile, come Max Aub i cui Delitti
esemplari verranno messi in scena subito dopo, dilata la nostra
esperienza delle parole e del presente, immettendovi quel soffio di
follia di cui abbiamo bisogno per respirare, per far muovere la
nostra personale scena, per “riascoltare” la vita che
consumiamo.
Così, il teatro di Cinì torna a sorriderci con la
grazia e l’intelligenza che gli conosciamo, a fornirci
un’esperienza e una resa attoriale di tutto rispetto; alla sua
scuola torniamo a reimparare una possibile “dizione”
dell’esistenza.
Enrica Loggi
Enrica Loggi
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