Strano
il bel Teatro
delle Api con
poche api, sembra un tradimento. “Cos’è successo stasera?”
Sarà colpa di Bersani… dice, o sarà che le api si vanno
estinguendo come dicono gli scienziati? Certo non dipende dal miele
della
casa: raffinato puro e dolce come un Apfelstrudel, e davvero a
chilometro zero questa formidabile Orchestra Marchigiana a 35 gusti.
E poi Lui, il bandoneista-compositore-solista che il mondo ci
invidia, a dirigerla dalla funzionale sedia girevole da ufficio.
Un
“Viaggio
Mediterraneo”
d’esplorazione,
che ci farà volare nei silenzi sensuali come sugli applausi
d’intimità e d’ardore, tra ticchettìi di tasti e bottoni, soffi-sospiri di mantice, carezze d’arpa e “rumori” densi da grande orchestra: atmosfere balcaniche arabe barocche e pop-jazz, a tratti raveliane e sacre. Paesaggi di tango. Muovi la testa ad ogni suono, le orecchie da caccia, come in una foresta colorata senza vento.
d’intimità e d’ardore, tra ticchettìi di tasti e bottoni, soffi-sospiri di mantice, carezze d’arpa e “rumori” densi da grande orchestra: atmosfere balcaniche arabe barocche e pop-jazz, a tratti raveliane e sacre. Paesaggi di tango. Muovi la testa ad ogni suono, le orecchie da caccia, come in una foresta colorata senza vento.
Ma
dopo il secondo movimento, quando più incisivi e audaci si fanno gli
archi e gli ottoni e del monumentale libro di spartiti le pagine
prendono insolite velocità, e ti par di stare dalle parti del
Festival di Bayreuth mentre le clarine della TV tedesca annunciano
qualcosa di eccezionale, ecco scendere in teatro lo spirito amato di
Frank
Marocco,
sublime fisarmonicista di Chicago cui Daniele era molto legato.
(Quanti concerti insieme, l’ultimo probabilmente al Faro di Pedaso
il 2 agosto 2011). Solo
che il Maestro arriva affettuosamente ma soprattutto autorevolmente,
con una scarica elettrica che piomba improvvisa a mo’ di tuono. “E’
Frank di sicuro, forse non abbiamo preso il tempo giusto…”, ed
ecco rivivere quei duetti incantevoli di nipote
e zio,
fatti di sguardi cenni sorrisi intese (“Frank
among the stars”),
con la differenza che al posto dello zio Frank oggi c’è
un’orchestra intera, e l’Orazione
pare
una musica da film, e il film mica c’è…
La
suite in cinque movimenti si concluderebbe con “Cum
Nomine”,
ma per la felicità di noi poche fortunate api, altri pezzi
seguiranno, anche amichevolmente conversati col pubblico. Lo
ricorderemo, questo concerto, anche per quel pezzo d’apertura
“Maria
e il Mare”,
struggente canto senza tempo in cui le due fitte tastierine
dell’antico bandoneòn si parlano si rispondono e mai si
guardano, allontanandosi
e avvicinandosi cento volte, come spinte e risucchiate dalle onde di
risacca sulla riva ruvida e umida…(libero
saccheggio dal retro-copertina dell’immenso CD “Eleven
Projects”).
Pier Giorgio Camaioni
PGC la migliore ape osservatrice e ascoltatrice
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