I
segnalati, primo romanzo di Giordano Teodoldi dopo la fortunata
raccolta di racconti Io odio John Updike, è un libro decisamente
spiazzante; a lungo mi sono chiesto come fosse possibile parlarne, se
non evocando immagini e suoni: l’angoscia straziante e finemente
modulata del Pierrot Lunaire di Schoenberg, ad esempio, o l’Urlo di
Munch o ancora, e più in generale, quelle atmosfere decadenti e
arcaiche così care ad un certo pensiero mitico-magico degli anni
Venti e Trenta del secolo scorso. Forse il modo migliore di procedere
è per avvicinamenti progressivi. Iniziamo allora con il titolo, che
è un chiaro riferimento all’opera Die Gezeichneten (I predestinati
o, appunto, I segnalati del 1918) di Franz Schrecker (1878-1934). Le
trame dell’opera di Schrecker e del romanzo di Teodoldi sono, come
è ovvio, molto diverse, ma comuni sono i temi fondanti: la
deformità, la sessualità morbosa, l’inquietante inafferrabilità
della bellezza (tutti temi, del resto, usuali dell’espressionismo
tedesco del tempo); comune a Schrecker e Teodoldi è poi l’azzardo
massimalista di trattare e fondere tutti questi motivi all’interno
di un’unica opera.
29/05/13
24/05/13
Léo nonostante la crisi: il 18 Festival Ferrè - Edizione del ventennale
Edizione
davvero straordinaria questa del ventennale della morte di Léo
Ferré, il poeta musicista legato da una bella storia di amicizia e
di solidarietà artistica alla città di San
Benedetto del Tronto che,
pure nelle difficoltà economiche nazionali e locali del precario
momento, si è cercato di onorare gettando il cuore oltre l’ostacolo,
sia come Centro
Léo Ferré
che come Amministrazione e Cittadinanza.
Abbiamo
così ancora una volta la possibilità di esibire il fiore
all’occhiello di un Festival che ha prestigio e eco internazionali,
come ulteriormente dimostra la richiesta da parte del regista
francese Bernard Gille di essere presente al Festival per terminare
il film documentario che sta girando su Ferré con riprese sul posto;
come pure ne è conferma la richiesta dello scrittore francese
Jacques Vassal di presentare in prima assoluta il suo nuovo libro su
Ferré proprio nella circostanza del Festival del ventennale.
Il
programma, in tre serate, si commenta da sé: il trio del cantautore
livornese, Bobo Rondelli, forse l’artista tenero e graffiante più
ambito del momento; il trio della raffinata e originale interprete
jazz Tiziana Ghiglione; il sestetto magico dei Têtes de Bois,
talentuosi interpreti italiani di Ferré;
23/05/13
L'ultimo viaggio (senza passaporto) di Georges Moustaki, lo “straniero”. Una grande classe con un filo di voce.
Ho
intervistato Georges Moustaki il 22 maggio del 1998: Festival Ferré.
Incuteva rispetto, forse per quella barba bianca che non spiccava
affatto sul suo vestito candido più della barba. Di quella intervista, ricordo
perfettamente alcuni passaggi; quello su Dio, ad esempio, che c'è ma
non c'è, che s'incarna nella natura e non c'è mai quando serve. Di
un mondo senza passaporti e la possibilità di viaggiare non dovendo
essere costretti a cambiare soldi a ogni passaggio di confine. A
breve, almeno in Europa, il sogno di Moustaki si sarebbe avverato: il
trattato di Schengen avrebbe aperto le frontiere, l'euro reso unica la valuta. Durante il suo soggiorno da queste parti, trovò il tempo
di andare a Castelfidardo per acquistare una fisarmonica 3/4, non un
bandoneon né un organetto, proprio una fisarmonica. Il bello fu che,
durante il viaggio di ritorno, si piazzò davanti a un grosso negozio
di calzature e iniziò a suonarla. Incassò la bellezza di 9mila
lire, spese a vino.
Inaugurata la mostra romana di Vittorio Amadio. Full immersion nell'arte del maestro di Castel di Lama
Se
c'è un aspetto che colpisce della "personale" di Vittorio
Amadio a Roma (ex Mulini Biondi, fino al 12 giugno), è il connubio
fra arte e architettura che spicca prepotentemente nell'allestimento.
Da una parte c'è infatti l'estro creativo a tutto tondo, e con tutti
i materiali possibili, del maestro di Castel di Lama. Dall'altra il
rigore estetico-formale con il quale la Pro Arch BCD (acronimo di
Gianfranco Brocchetti, Marco Maria Cupelloni e Fabrizio Delle
Fratte), ha inteso creare il percorso artistico-conoscitivo di un
artista che fa delle forme e dei colori la sua mission spirituale.
22/05/13
Pure i titoli, in Jazz. Il concerto di Andrea Bonioli ascoltato (e recensito) da Pier Giorgio Camaioni
Ti
pilotavano in schematici appartamenti anni ’60 dai pavimenti in
graniglia, e tu trangugiavi ruspanti prelibatezze fatte in casa,
bevevi vino denso del nonno, ti accoccolavi su sedie di fòrmica
divani similpelle e tappeti finto-persiani, per ascoltare Jazz
sconosciuto e segreto ma gustoso. Una volta i CAMERA
CONCERTO a
San Benedetto erano così. Poi si sono “evoluti”. Adesso, capita
che ti ospitino in un confortevole ristorante-chalet, che fa pesce
come si deve. E per star sicuri, ecco un gruppo di musicisti che già
si conosce. La
Bussola è
affidabile, è una garanzia, sennò non si chiamerebbe Bussola…
Andrea
Bonioli Quartet, quelli del disco con gli occhiali Ray-ban
d’antan
verdi e coi titoli buffi:
20/05/13
Torino: tanti fogli bianchi, pennellati di nero tipografico, eppur colorati
Sarebbe felice Gutenberg, nel constatare che cosa ne è
stato della stampa dopo di lui. Forse si aggira con noi tra i corridoi del
Salone del Libro di Torino 2013. Giovedì pomeriggio h 16.00. Case editrici,
spazio Regioni, sale colorate per e dai dibattiti, corner, allestimenti,
cataloghi cerchiati di appuntamenti da non perdere, la Rai in diretta, Fahre,
sempre la 3: tante donne e tanti uomini, ragazzi e scolaresche tutti ospiti del
medesimo spazio, numerato per non perdersi, dedicato quest’anno alla “creatività”.
Tutti carichi di un peso leggero, quello della cultura, vanno e vengono,
tornano, si spostano, si fermano, esplorano, toccano, guardano, scelgono,
osservano, cercano, ascoltano. Pensano. Si pongono domande. Cercano risposte.
19/05/13
Arte al quadrato. La mostra di Albert Casals e Joaquim Pujol Grau a Pescara
Joaquim Pujol Grau, Albert Casals, Vittorio Amadio |
È
nostra convinzione che prima di scrivere di un artista, occorra una
discreta frequentazione. Non stiamo parlando di amicizia, che è una
dimensione umana più complessa, ma di comunicazione in senso lato,
quella specie di colloquio a quattr'occhi che consente molto spesso
di penetrare mondi e sensibilità indispensabili per un approccio
serio e senza pre-idee a un mondo complicatissimo qual è quello
dell'arte contemporanea. Con Albert Casals e Joaquim Pujol Grau
(Vittorio Amadio interprete occasionale di spagnolo, e interlocutore
mai passivo), abbiamo parlato di tutto meno che della loro arte.
Capire da dove partono, che tipo di percorso hanno fatto, a quale
stile si rifanno, quali sono i loro punti imprescindibili di
riferimento e
16/05/13
“Papaveri, vipere e papere”. L'Italia di oggi cantata da Francesco De Gregori. Un signor concerto con un interprete impeccabile.
Dipende
da quello che uno vuole andando a un concerto di Francesco De
Gregori. Se pensa che ad accompagnarlo siano Jeff Beck e Billy
Cobham, Mauro Pagani e Roger Water, Rick Wakemann e Greg Lake,
forse è meglio che cambi destinazione serale. Se invece si
“accontenta” di una band composta da fior di professionisti, ma
senza picchi autoriali, questo è il concerto che fa per lui. Quando
Fabrizio De Andrè iniziò a esibirsi in pubblico, ad accompagnarlo c'era un tamburello. La Pfm sarebbe arrivata molti anni dopo preceduta,
nella definitiva rentrée, da tre quinti dei New Trolls (un
giovanissimo Eugenio Finardi apriva il concerto).
14/05/13
A Grottammare Alta, un museo per il Tarpato. L'arte vissuta oltre il disagio. Abbiamo visitato la mostra
Lo conoscevo. Ero entrata più volte
nel luogo dove vivevano i suoi quadri e lui, silenzioso, vivente il
dolore visibile della sua esistenza, si ritirava come per nascondersi
a qualsiasi possibile mondanità: una bottega da autodidatta in
Piazza Peretti a Grottammare Alta, il borgo scosceso che abitava la
sua pittura, nella realtà come nel sogno. Giacomo Pomili il suo
nome. Il Tarpato, la firma della sua arte che evocava un disagio
lungo anni, la fatica di sciogliersi alla vita, di tradursi per il
mondo. Silenzioso, guardava i visitatori della sua “bottega”
dietro una specie di sorriso restìo. I quadri erano allora disposti
confusamente, ma non si faceva fatica a coglierne un’inusitata
bellezza, singolare e forestiera, per niente dilettantesca.
08/05/13
UT, presentazione ufficiale della rivista al Salone del Libro di Torino. Giovedì 16 maggio. Ore 16.00
E' ufficiale. Presenteremo UT al Salone Internazionale del Libro di Torino, giovedì 16 maggio alle ore 16.
Il luogo sarà lo
stand della Regione Marche, collocato nel Padiglione 2 di Lingotto Fiere -
j10 - k09.
Francesco De Gregori - "Sulla strada Tour" - al Palariviera, il 15 maggio. Lo recensiremo per voi.
Francesco
De Gregori organizza il suo calendario ancora una volta con grande
precisione e rigore: se lo scorso 20 novembre il debutto del tour
“Sulla Strada” dall’Atlantico Live di Roma coincise
esattamente con l’uscita del nuovo lavoro dallo stesso titolo, la
seconda parte di questa lunga tournée, entrata ormai nella storia di
quelle di maggior successo dell’artista, ha ripreso il via giovedì
14 marzo ancora dall’Atlantico Live in coincidenza con l’uscita
del nuovo singolo “Showtime” e della sua relativa
programmazione radiofonica.
“Showtime”,
con “Guarda che non sono io”, “Ragazza del ‘95”
e “Passo d’uomo” è certamente uno dei grandi capolavori
di “Sulla Strada”, l’album che ha avuto la forza di
stringere un nuovo e fortissimo legame con il pubblico più giovane
che puntualmente, data dopo data, fa la differenza di questo tour.
“Showtime” è un valzer lento, una canzone d’amore per
le cose che passano dolcemente, un fluido di tenerezza verso i
ricordi. Qualcosa da assaporare con la pienezza e la consapevolezza
del gusto della memoria.
Organizzazione
Elite Agency e Best Eventi.
Mercoledì 15 maggio
Il
concerto, al Palariviera di San Benedetto del Tronto, inizierà alle
21:30 ed i tagliandi d’ingresso sono disponibili presso le
prevendite abituali TicketOne, BookingShow, CiaoTickets, ai seguenti
costi + d.p.: primo settore 40,00 secondo settore 30,00 terzo settore
25,22.
06/05/13
L’Uomo Fiammifero. Sogni, ricordi e il fango come Bostik
Che
titolo! Mi si è scoperchiato di colpo un baule con almeno dieci anni
di sogni fortissimi e odorosi, di emozioni polverose, di incontri
fantastici o paurosi, di colori abbaglianti, di animali buoni e
cattivi. Una miscela infiammabile che faceva i giorni lunghissimi,
senza ore, e le notti misteriose, da guardare con occhi a
cannocchiale. Io non l’avevo inventato né manco lo pensavo l’Uomo
Fiammifero, però i fiammiferi in tasca ce li avevo sempre, come
munizioni, e non mancavano nei nascondigli segreti, che mai nessuno
scoprì. Il fuoco era per noi un’ossessione, una calamìta
irresistibile, dovevamo sempre bruciare qualcosa, di piccolo o di
grande, e fare fumo, tanto. Radunavamo rami paglia pezzi di recinti o
di tetti, qualsiasi cosa potesse ardere e crepitare. Costruivamo
capanne per poi bruciarle come i barbari. Naturalmente era
proibitissimo. Ma non eravamo mai stati noi…
La
nostra campagna degli anni ’50 era quasi uguale a quella degli anni
’80 di Marco Chiarini. Le ultime “campagne campagne” da vivere
totalmente, sempre silenziose salvo quando vi passeggiavano i
temporali.
UT al Salone Internazionale del Libro di Torino
UT
a Torino. Ci saremo. A breve, comunicheremo il giorno e l'ora della
presentazione della rivista, presso lo stand della Regione Marche.
A
proposito. Chi vuole collaborare con noi, può inviare i suoi
racconti brevi, poesie, fotografie, fumetti, grafiche
a:
info@edilandeditrice.com
I temi di UT/2013 sono consultabili
cliccando sul link sotto indicato. Per tutte le informazioni,
scrivete all'indirizzo email
riportato.
Ilje, percussionista allo sbaraglio. Se piove ci sono le pentole. Se manca l'acqua, le taniche.
Ilje (nome inventatissimo), è un
ragazzo rumeno di circa trent'anni. La sua presenza si sente, non si
vede. Quando ti avvicini, perché quel ritmo sostenuto ha attirato la
tua curiosità, ti trovi davanti un'attrezzatura da discarica e
ripensi a quando anche tu, ragazzino, picchiavi violentemente sulle
pentole e sui secchi di latta con il cucchiaio di legno di tua madre.
Per noi ragazzini batteristi però, la storia finiva sempre male,
nostra madre ci toglieva il cucchiaio dalle mani e ce lo dava sul
culo. A Ilje no. Nessuno si permetterebbe mai, anzi. Lui è uno che
il ritmo ce l'ha nel sangue. Nativo di Bucarest (tutti i rumeni sono
di Bucarest), Ilje preferisce picchiare su pentolame e taniche varie,
piuttosto che ricercare vie facili di guadagno con l'oro rosso.
05/05/13
Le maratone di Vincenzo. Una Divina Commedia da Guinness dei primati.
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