Il
concerto degli oltre quaranta cantori si è tenuto nei giorni
scorsi nell’intimità della chiesa di S. Giuseppe di via XX
settembre. In programma però c’era qualcosa di diverso, più
articolato: l’esibizione all’aperto, in via Laberinto, con un
repertorio di canti più leggero e frizzante e l’esposizione di
dipinti dei pittori Gabriele
Partemi, Emidio
Mendozzi ed altri,
dell’associazione Pro
Arte.
Via
Laberinto è forse la strada più caratteristica di San Benedetto del
Tronto, con la sua forma a imbuto e antiche abitazioni che quasi si
toccano, dove si immagina un passato diverso da quello di oggi: un
vociare, un andare e venire, un gesticolare, qualche festa, un
pullulare di vita insomma. In questa via abitavano anche i pescatori
che, nel tornare a casa, trascinavano ciascuno la propria barchetta,
dominati dalla sfinitezza, ubriachi di onde e di mare, di sale e
pescato e qui, all’interno della propria casupola, tentavano po’
di pace e di rifugio alle tempeste. Ritornando al presente, l’intento
dei cantori era diffondere le soavi melodie anche verso le orecchie
più lontane, nel desiderio non troppo remoto di incantare i
passanti, come fecero le Sirene che sedussero ed ammaliarono Ulisse e
i suoi compagni con l’armonia del canto (ma anche Pan con il
flauto e S. Francesco con la sola voce parlata), ma volevano anche
rasserenarne gli occhi con la vista dei dipinti degli artisti
dell’associazione, nella convinzione che l’arte, in ogni sua
forma, abbia una funzione “terapeutica” e piscagogica per il
cittadino o il turista oggi troppo disorientato, disancorato,
confuso. Invece la pioggia ha deciso diversamente: perciò il
concerto si è tenuto appunto in chiesa, con una variazione del
repertorio e l’esposizione dei quadri è stata completamente
annullata. Ma le note melodiose si sono diffuse ugualmente per le vie
circostanti e chi aveva orecchie per intendere…Il pubblico presente
era entusiasta, emotivamente coinvolto, perché i cantori, guidati
dal bravo maestro Fabrizio
Urbanelli, hanno
espresso con la maestria della voce e il trasporto di anima e volto i
sentimenti contenuti nei canti: nostalgia, speranza, glorificazione,
malinconia. La Corale Polifonica “Riviera
Delle Palme” ,
diretta sin dagli esordi dal medesimo maestro, si è costituita nel
2000 a San Benedetto del Tronto grazie all´iniziativa di un gruppo
di appassionati di musica animato dalla gioia dello “stare
insieme cantando”. Col passare degli anni, ha ampliato il proprio
organico che attualmente conta oltre
quaranta coristi, divisi in quattro sezioni (soprano, contralto,
tenore e basso); ha inserito al proprio interno valenti
strumentisti, e contemporaneamente ha allargato i suoi interessi
musicali, dando vita ad un repertorio che spazia dalla polifonia
classica, sacra e profana, a cappella e con accompagnamento
strumentale, non disdegnando il repertorio tradizionale, popolare,
folkloristico. La
Corale è nata anche con l’intento di praticare e diffondere il
canto come linguaggio universale di pace, e questa vocazione l’ha
vista più volte impegnata in esibizioni pubbliche a carattere
benefico ed umanitario. Tanti i concerti natalizi, pasquali , canti
“in strada” che animano gioiosamente e giocosamente diverse zone
del centro di San Benedetto del Tronto e la tradizionale “Pasquella”
dove rivivono i cosiddetti “Canti
di Questua”. L’Amministrazione
Comunale di San Benedetto del Tronto ha riconosciuto l’Associazione
Corale Polifonica “Riviera
Delle Palme” gruppo
di interesse comunale per la musica popolare ed amatoriale.
Interessante
la strada intrapresa da qualche anno con i concerti a tema che
includono altre forme espressive e altre discipline artistiche dando
vita a spettacoli che fondono canto, teatro, danza, audiovisivi,
musica e poesia. La Corale si avvale della
collaborazione
di un ensemble strumentale formato da
Anastasia Urbanelli:
Pianoforte, Glokenspiel;
Angelica Urbanelli:
Violino; Sergio
Capoferri: Corno
francese, Fisarmonica, Organetto, Percussioni;
Stefano Almonte Lalli:
Chitarra, Charango,
Percussioni
e
dallo stesso
Fabrizio
Urbanelli: Flauto
traverso e Flauto dolce.
Conclusosi
il concerto, terminata la pioggia, il fisarmonicista Sergio
Capocasa con altri due
cantori, in quella stessa via Laberinto, oggi poco popolata, hanno
brillantemente improvvisato musiche da ballo e augurali per un
abitante della via che compiva ottantasei anni e che, levando la voce
al cielo, in tono quasi trionfale, ha detto rivolgendosi alla moglie:
“Questa è la più bella donna del mondo!”, a cui è seguito
l’abbraccio e l’applauso della decina di persone rimaste che
hanno brindato e ballato. Abitano in quella bella via due signore,
che avevano preparato un rinfresco per i coristi, gesto gentile,
genuino che ridà il senso della comunità in consunzione ormai,
senso di coralità, di festa, festa per le orecchie e per il cuore.
Maria
Teresa Urbanelli
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