04/07/13

Festival dei 2 Mondi. L'orchestra del Teatro Carlo Felice: così bravi da ridursi da soli gli stipendi

Quando, all’inizio, il brillante direttore presentatore Alvise Casellati confida al pubblico che questi suoi maestri orchestrali, per continuare ad esistere si sono perfino ridotti lo stipendio, m’è venuta in mente l’incredibile scena dell’orchestra della TV greca in lacrime in quello che per fortuna poi non è più stato il suo ultimo concerto. Poi la tristezza per un po’ svanisce, grazie alle intense e coinvolgenti interpretazioni della Manfred Ouverture di Schumann, del Concerto per violino e orchestra in Re maggiore Op.35 di Tschaikovsky, e poi Bach (solo violino), e poi ancora Schumann. Poi quel pensiero torna: se si sfaldano le orchestre come questa, cosa resterà?
Qua, al Teatro Romano di Spoleto, piazzeranno sul palcoscenico un gigantesco schermo per trasmetterci le partite dei mondiali di calcio e i gran premi di Formula 1? Vi faranno spettacoli di bourlesque? Eccitate convention di tonitruanti partiti politici? Convegni di dentisti e commercialisti? Raduni di Hearly Davidson? Di Alpini? Messe papali? L’esile diciottenne in rosso Laura Bortolotto, lucente e fragilissima, infreddolita, ma anche tosta e bravissima, dove si esibirebbe con l’antico violino Giovanni Battista Ceruti del 1815? In un bar? Per strada? Il prof. Casellati, sarebbe costretto ad abbandonare le direzioni d’orchestra per tornare a fare l’avvocato specializzato in diritti d’autore a New York? Ma lo stesso Teatro Romano, che fine farebbe? Diventerebbe un parcheggio, un Centro Commerciale, un Monte dei Paschi, un Centro estetico, una sede Equitalia, un Casinò?… Anche i suoi gatti dovrebbero sloggiare. Il celebre Festival dei 2 Mondi diventerebbe di un mondo solo, globalizzato e ignorante. Sponsor unici: una catena di Compro-Oro.
Già oggi, mi fa specie che in Piazza della Libertà abbiano eretto quel cupo e pretenzioso baldacchino della Mercedes Art or Nothing” (sic) con sopra, troneggiante e irraggiungibile, la scintillante popolare Coupè CDI da appena 60.000 euro, con poltrone in pelle umana… ; che nel malandato ma splendido Palazzo Ancaiani del XVII sec. di fronte ci sia la sede dell’Accademia Nazionale dell’Olivo e dell’Olio; che la severa facciata sia infarcita di brutti cartelli e insegne tra cui quello giallo di ferro arrugginito delle vecchie PT; con, dietro la severa inferriata, addirittura un cartello VENDESI (!) di vattelappesca che cosa; che lo sponsor Monini tappezzi le gradinate millenarie coi suoi cuscinetti da stadio (poco imbottiti), che come ti siedi rischi tu di fare una “Spremuta di Olive”… sta scritto lì, lo leggi anche con uno seduto sopra… ma chi è il copywriter? E che dire delle dondolanti grossolane dorate palle gonfiate col logo del Festival?...
Decadenza insomma. Alla fine, che il pubblico poco competente sbagli quasi tutti i tempi dell’applauso, con le imbarazzate facce dei musicisti e i continui “aiuti” dello sconsolato direttore, non è la cosa più grave, ma è sintomatico.
Comunque, ai bravi e coraggiosi musicisti direi: non riducetevi più gli stipendi, vendetevi gli smoking.
La terra è malata, ma la cultura lo è ancora di più

Pier Giorgio Camaioni


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