Stasera
parlo io all'Archiginnasio è il titolo della rassegna estiva
bolognese organizzata dalla Libreria Coop Zanichelli in
collaborazione con la Biblioteca dell'Archiginnasio. Fino al
30 luglio, nell'elegante cortile del palazzo cinquecentesco
progettato dall'architetto “Terribilia” (vero nome Antonio
Morandi), si susseguiranno incontri-dialogo tra noti studiosi
e scrittori con implicita presentazione delle loro recenti
pubblicazioni. Il tutto all'insegna della volontà di far riflettere
su temi attuali (politica in primis) e/o universali, unendo un
taglio storico-filosofico a una dinamica affabilità comunicativa.
Ieri
sera i protagonisti sono stati Luciano Canfora e Gustavo
Zagrebelsky. Coordinatore Giuseppe Laterza. Canfora
ha appena pubblicato Intervista
sul potere (Laterza, maggio 2013), già presentato al
Salone di Torino; per la stessa casa editrice Zagrebelsky
e Ezio Mauro hanno dato alle stampe nel 2011 La felicità
della democrazia. Un dialogo. La voce sonora, lo spirito arguto e
il vivace senso dell'umorismo del filologo e storico classico si sono
alternati alle parole del giurista, tra intelligenti e vivaci
richiami al mondo antico, riflessioni filosofiche, excursus
storici e rapidi ma inevitabili agganci ora gravi (Zagrebelsky)
ora comico-satirici (Canfora) alla crisi politico-economica
italiana e non solo che tutti conosciamo.
Titolo
dell'incontro: Democrazia e oligarchie. Così lontane?,
potrebbe essere il sottotitolo. L'oligarchia è un gruppo chiuso, al
comando non per merito ma per sete di potere e di denaro, dove l'uno
alimenta l'altro, in una voracità illimitata che segna, per
Zagrebelsky, la particolarità del genere umano rispetto a
quello animale. (Ma non sembra si parli di certe élites, tutt'altro
che tali, che nelle moderne democrazie il popolo ha delegato e delega
a rappresentarlo?) In ogni caso, è tutta colpa, come insegna
Lucrezio, della nascita della proprietà privata e del culto
del denaro che ne rappresenta la monetizzazione. Se recuperare una
condizione "naturale" è impossibile e assurdamente
utopistico, come lucidamente e serenamente dice Canfora, altri
e ben più accessibili rimedi urgerebbero. Uno spunto lo fornisce
Platone nella sua Repubblica, secondo lo studioso. E
guarda caso proprio il filosofo greco metteva in guardia non solo
dall'oligarchia, ma anche dalla democrazia. Quale "potere del
popolo" in effetti è davvero realizzabile? E il "potere
del popolo" che si è storicamente realizzato, può definirsi
davvero tale? Domanda retorica, per noi figli disincantati,
nonostante e grazie ai media, di un '900 che ha mitizzato le presunte
splendenti democrazie occidentali, modello buono da contrapporre ai
paradigmi malefici dei totalitarismi. Una lotta sana giocata a gran
suon di propaganda ha portato alla cecità sui limiti e i rischi
intrinsechi al migliore dei sistemi politici possibili. Ma ci siamo
svegliati, e... che fare ora che assistiamo allo spettacolo indecente
di una democrazia gestita da oligarchie di varia natura e tipo, che
si dilettano in giochi di scacchi di cui spesso a molti cittadini
sfugge il senso quando non l'esistenza? Platone proponeva
un'aristocrazia, un governo in cui i pochi fossero anche i migliori,
senza remunerazioni materiali, forniti di strumenti culturali
adeguati e motivati unicamente dalla volontà di ben governare.
Utopia certo. E da contestualizzare. Proposta tuttavia da recuperare
oggi, secondo Canfora. Per ricordare come dovrebbero andare le
cose. Per vedere con chiarezza i nostri mali e la direzione in cui
dovrebbe muoversi qualunque riforma (etica e legislativa) che si
voglia almeno sufficientemente efficace. Senza più perdersi in sogni
anacronistici (creazione di uomini nuovi o forme di governo
fantasticamente alternative o inattuabili) né cedere passivi al
caos. Da inseguire, oggi come sempre, sono semmai la meritocrazia e
l'uguaglianza davanti alla legge, perché non ci consola affatto che
perfino Cicerone abbia scritto tante lettere di
raccomandazioni da riempirci tutto il XIII libro delle sue Epistulae
ad familiares (di là dalla sua moralità più o meno
discutibile, l'acuto e concreto maestro latino proponeva del resto un
concetto di "amicizia" eticamente fondato).
Sicuramente,
oggi, la nostra democrazia va rivitalizzata. Questa è un'epoca di
dominio di oligarchie (palesi, velate o sotterranee), di egemonia
economicistica, di impossibilità di interventi efficaci da parte dei
governi nazionali e di assenza di organismi sovranazionali forti.
Un'epoca che ancora vede sudditi, non cittadini; vede servi volontari
(per ricordare Étienne de La Boétie, e siamo nel '500 che
vede l'ascesa degli assolutismi; l'Étienne de La Boétie caro
agli anarchici e ai disubbidienti civili). E di "servitù
volontaria" l'Italia è negli ultimi decenni non
trascurabile modello nel mondo occidentale. Ricordiamo Platone,
dunque, è l'invito di Canfora.
Ieri
sera nel cortile dell'Archiginnasio si è parlato di filosofia
politica in modo gradevole, serio ma non serioso. Accuratamente
evitati espliciti riferimenti a un'attualità che avrebbe troppo
facilmente aperto le porte a una volgarità di cui, evidentemente,
molti sono stanchi.
Pare che tutti gli ascoltatori siano rimasti fino alla fine. Anche quelli in piedi. E non erano pochi.
Pare che tutti gli ascoltatori siano rimasti fino alla fine. Anche quelli in piedi. E non erano pochi.
Sara
Flamiani
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