L’ha
mandato l’Amat di Troli? Forse è un ritardatario dei Taraf da
Metropulitana, quell’aria un po‘ balcanica, che sa di musica...
Primordiale e straordinario il suo “strumento”, un calcolatissimo
ma leggero traliccio di ferro su ruote di bicicletta, con tanti fili:
lui al posto di comando tipo Barone Rosso. Non fosse per le trenta
bottiglie appese agli spaghi, l’attrezzo parrebbe un
disegno di Leonardo, o un Bleriot della prima trasvolata della Manica, ma senza ali di pezza. Bottiglie comuni da un litro o meno, dentro acqua ( direi vino, per “cosa” producono ). Spicca in alto il gruppetto delle tre azzurre diesis. Ad arco, su due quote, le altre: verdi marrone bianche, tre piccole - ancora con etichetta - ex birra Tuborg. Intonate cromaticamente. Lui le “suona” con martelletti di legno, di diverso tipo e misura, che sceglie come un chirurgo. Completano la dotazione un lettorino cd a pile, due casse di plastica Tuborg portabottiglie, zainetto, sacchetto arancio cercasoldi proteso a prua. “Basi” classiche, musica '700 e ‘800. Non tutto orecchiabile. Musica alta, alata, difficiletta, ogni tanto qualcosa di più facile. Lui suona seduto roteando braccia come mulino, o accarezzando. Concentrato, lo sguardo gli si ferma al metro. Bermuda e sandali, ma certo professionista d’alta scuola. Competentissimo, raffinato, tranquillo, sempre l’inchino. Brani ben arrangiati di due-tre minuti, intervallati da dieci secondi, l’applauso dura otto. Concerto di un’ora. Gratis. Luogo ed orario dello spettacolo variabili. Ma nell'isola pedonale alle 18 - per certe godurie l’ora giusta in tutt'Europa meno che in Italia - sceglie il posto più “artistico”: tra la meridiana a terra e il filare di alberelli d’oleandro che diventeranno palme, con Ubu la scultura di Baj con le mani alzate - sublime quinta senza palcoscenico.
disegno di Leonardo, o un Bleriot della prima trasvolata della Manica, ma senza ali di pezza. Bottiglie comuni da un litro o meno, dentro acqua ( direi vino, per “cosa” producono ). Spicca in alto il gruppetto delle tre azzurre diesis. Ad arco, su due quote, le altre: verdi marrone bianche, tre piccole - ancora con etichetta - ex birra Tuborg. Intonate cromaticamente. Lui le “suona” con martelletti di legno, di diverso tipo e misura, che sceglie come un chirurgo. Completano la dotazione un lettorino cd a pile, due casse di plastica Tuborg portabottiglie, zainetto, sacchetto arancio cercasoldi proteso a prua. “Basi” classiche, musica '700 e ‘800. Non tutto orecchiabile. Musica alta, alata, difficiletta, ogni tanto qualcosa di più facile. Lui suona seduto roteando braccia come mulino, o accarezzando. Concentrato, lo sguardo gli si ferma al metro. Bermuda e sandali, ma certo professionista d’alta scuola. Competentissimo, raffinato, tranquillo, sempre l’inchino. Brani ben arrangiati di due-tre minuti, intervallati da dieci secondi, l’applauso dura otto. Concerto di un’ora. Gratis. Luogo ed orario dello spettacolo variabili. Ma nell'isola pedonale alle 18 - per certe godurie l’ora giusta in tutt'Europa meno che in Italia - sceglie il posto più “artistico”: tra la meridiana a terra e il filare di alberelli d’oleandro che diventeranno palme, con Ubu la scultura di Baj con le mani alzate - sublime quinta senza palcoscenico.
Ogni
pezzo un calmo trionfo. Di bambini in passeggino, di ragazzini
provvisoriamente non schizzati, di giovani, di mamme, di anziani.
Spettacolo le facce : non tutti capiscono musica (quella), ma
ascoltano rapiti in ricreazione mentale, quasi commossi.
“Minuti
in arrampicata verso qualche paradiso”, e capisci finalmente perché
“i mibemolli sono blu” (Debussy), anche se corrispondono a due
bottiglie marrone mezze vuote ...
Vorresti
fotografarlo, filmarlo, intervistarlo. A lui non piace. Se qualcuno
che non lo sa lo fa, lui smette - si alza - sorride strano - aspetta
quattro secondi il tempo che quello si penta, e riprende
riagganciando la base. Meglio di prima. Motore di musica.
Chi è?
Celebre concertista in incognito nel suo anno sabbatico? Da dove
viene? Da qualche civiltà sperduta? Forse da Elbonia? Dove andrà?
Forse è già partito? Misteri. Ma grazie. Suonatore di Bottiglie.
Pier
Giorgio Camaioni
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