Quando
l'attesissimo conferimento del Nobel 2013 alla Letteratura poco fa ha
avuto un nome, ho pensato a un basket di sorrisi spontanei.
Quello
della vincitrice prima di tutto. Lei Alice Munro, canadese, classe
1931, avrà sorriso ascoltando il messaggio in segreteria. Nessuno
l'ha trovata oggi, prima dell'annuncio ufficiale, questa bellissima
signora dai capelli corti, canuti, tenuti a bada dal vezzo originale
di un cerchietto nero.
Alice dagli occhi indagatori che emettono
frizzanti bollicine di genialità condensata. Alice emersa dalla
profondità della sua ricerca durata una vita, ha percorso una lunga
strada letteraria scegliendo la forma del racconto breve. Difficile
senza dubbio la sintesi, misurare le parole, sgocciolarle dal
superfluo, trovare l'assoluto nel "poco", questo il suo
fare che narra la vita di ragazze, donne, gente, sia nel contesto
familiare che nella vita sociale. Dolori intimi e dilemmi allargati.
Essenziali. Un sorriso di gratitudine spunterà sulle labbra di molti
lettori speriamo anche nuovi, prossimamente per lei, sugli scaffali
di ogni libreria vera o virtuale che sia.E un sorriso autentico, immensamente grato è volato oggi a UT, la preziosa rivista colorata di quella minuscola cittadina del mondo che è San Benedetto del Tronto, dove da anni opera un direttore un po' strano, Massimo Consorti, che del racconto breve ne ha fatto la linea editoriale principe. Senza nulla togliere alle altre forme d'arte e cultura della rivista, ho compreso la scelta ardua, alternativa, compiuta in totale prezioso understatement. Quando uno ci crede, va contro tutte le correnti, le mode del momento. Sei anni fa la "moda" l'ha creata lui, il nostro Max, e qualcuno se ne accorgerà, finalmente. Il racconto breve assurto a Letteratura con la elle maiuscola. Quando la carta a disposizione è una plaquette e si vuol tenere dentro un gruppo, e non solo un unicum, non si chiamano in soccorso Alice Munro, Raimond Carver, Giorgio Scerbanenco. Si procede convinti nelle stravaganti scelte solitarie, quelle che un giorno s'innalzano a valore di Nobel. Gli uttiani sorridono.
Michaela Menestrina
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