23/12/14

RADICE QUADRATA “Un giardino incantato che fa fiorire la tua casa”. IL fIORE dalla rADICE qUADRATA.

ph Dante Marcos Spurio


Ma come fanno i falegnami:
vengon dalla Val Tesino
in uno spazio dismesso (come un fiore secco)
e non toccano (quasi) niente
Sgombrano, puliscono, verniciano, lasciano tracce
Rifanno di legno a righe solo la fronte
Hanno menti quadrate, gli piacciono i fiori

Ma come fanno i falegnami
a pre-meditar tutto
Lavorano e fotografano
Progettano, costruiscono, raccontano e fotografano
Senza mai le facce stanche…

Ma dove vanno i falegnami
con le loro bici Bianchi
sempre in cerca di una casa da fiorir:
sedie di Danimarca arrampicate,
lampade bianche pinzate, grigie inclinate,
cassetti magri, letti svegli, cucine oohhh!, bagni non turchi,
muri traslucenti che scorrono…
Ma come fanno i falegnami
a far le cose belle
senza storie, senza stelle…

Ma come fanno i falegnami
quando arrivano sul posto?
Vanno a prendere le idee,
le mescolano, le innaffiano, le concimano:
lo spazio cresce e vive, come un fiore, come un frutto…

Per fare un albero (e un libro, e una sedia, e un tavolo…) ci vuole un fiore.
Poi ci pensano i falegnami.

Quelli di RADICE QUADRATA.

PGC

16/12/14

DISTRaZIONE DI MASSA. James Taylor Quartet al Cotton Jazz Club di Ascoli

Nessuno più riesce a distrarci durevolmente, ormai. Troppo tosti i problemi: la crisi perenne, l’economia trista, il non-lavoro, la decrescita in-felice, la politica corrotta, il degrado morale, i maligni moniti dei potenti, le scandalose promesse. Una volta bastavano un film, un concerto, un libro, una partita di calcio, una fuggevole incursione in una mostra o in un museo, una passione… ma oggi appaiono solo tenui diversivi, vane ricreazioni da collegio, disincantate evasioni che ancor prima di esaurirsi ci rimandano dritti nel limbo di insoddisfazione, cupezza, rabbia.

07/12/14

Bennie Maupin e il Michał Tokaj Trio al Cotton Jazz Club: l’Imperatore che stupisce

Dopo tutto quello che ha fatto, in una vita che è già storia del Jazz, suonando con tutti i grandi e influenzandoli col suo talento – giovanissimo fu anche nel famoso Bitches Brew con Miles Davis – oggi è qui, in carne e clarinetto, sotto un cielo di tubi di rame nell’ex birrodotto al Cotton Jazz Club di Ascoli Piceno.
Aspettando, esamino attento e devoto la pregiata mercanzia di ottoni al centro del palco in penombra, con dietro il contrabbasso disteso su un fianco, ai lati la poco appariscente batteria dalla piccola cassa e ilpianoforte a coda lunga, nero con la riga bianca dei tasti - come i denti splendenti della pubblicità - illuminati radenti dal faro.

The cameraman. L'inimitabile padronanza del ritmo di Buster Keaton

Nel 1928 Buster Keaton (aveva 33 anni, e recitava praticamente da 33) girò The cameraman per la Metro Pictures Inc. (poi Metro-Goldwin-Mayer)
Scrisse in seguito: “Nel 1928 commisi l'errore più grande della mia vita. Mi lasciai convincere da Joe Schenk, mio malgrado, a rinunciare ai miei studios per lavorare con la Metro-Goldwin-Mayer". L’avvento del sonoro fece il resto.
Il suo genio comico, la sua inimitabile capacità di comunicare col gesto, con gli occhi, con la fisicità pura, non avevano bisogno di parole. Ci sono momenti, nella storia dell’arte assolutamente irripetibili e circoscritti in un dato arco di tempo. Quello che avviene dopo è solo “nota a margine”.

01/12/14

QUI di Daniele Gaglianone. Un racconto onesto e diretto sul brutto “affaire” della TAV

Tu che ne pensi delle ragioni di chi protesta in Val di Susa?”. Inizia così il film di Daniele Gaglianone, vincitore del premio Gli Occhiali di Gandhi al TFF 32. È in didascalia, un brano dal dialogo del regista con un funzionario di polizia durante le riprese, ma la domanda dovrebbe essere rivolta ad un pubblico molto più ampio, a tutti noi, cittadini di un’Italia mal informata e mal messa, che di questa piccola valle alpina, poco conosciuta e poco frequentata, sa ben poco che non sia la disinformazione sistematica propinata quotidianamente dai media più gettonati.

22/11/14

P.I.C.E.N.U.M. Bello che scoperto. [Gli acquerelli di Franco Pirzio - Ascoli Piceno, Palazzo dei Capitani]


Cento acquerelli di una ventina di località del Piceno, che neanche il Touring Club.
Un cofanetto che sa di vino.
Un titolo vero, onesto e creativo, un acronimo per niente forzato.
E concreto: finisce con Ultimi paradisi e Mangiare e bere, mica poesie…
Acquerelli raccontatori, ma col testo silenzioso in disparte, per non disturbare.
Viaggi di giorno, brevi e lenti.
Non in macchina, né in treno. Forse in bicicletta.
Posti nascosti, posti noti, posti pensanti.
Posti di musica e d’arte.
Posti bonificati (dall’autore): basta un po’ d’acqua e far scorrere il pennello.
Posti riposati (dall’autore): basta un po’ d’acqua e via il rumore.
Posti da annusare, da ascoltare. Posti da fare di bolina.
Posti da saziarsi di cose buone.
Col vino di Santori, si capisce (sennò niente acquerelli…).
E quando in primavera arriverà “La casa sull’albero”…

Noi di provincia siamo così,
le cose che mangiamo
son sostanziose come le cose
che tra noi diciamo…”

(Paolo Conte, SNOB, 2014)

PGC


20/11/14

"Fil rouge. Le lettere segrete di Yvette Mirabeau". Alessandro Seri per Vydia Editore

Una soffitta di Parigi nasconde la vicenda dimenticata di una giovane donna nella Francia degli impressionisti e dell'assenzio, di Baudelaire e della Comune. Nell'arco fragile di un fascio di lettere antiche nasce e si consuma un amore scritto, pensato e vissuto tra convenzioni e moti libertari: il filo rosso che lega i due protagonisti si dipana lungo le anse della Storia e i meandri di un universo intimo destinato a un imprevedibile altrove.

Scrive Alessandro Seri: "Erano lettere legate insieme da un nastro di seta rossa. mi domandai immediatamente se leggerle sarebbe stato opportuno. Poi, come un ladro, sciolsi il nodo e aprii la prima, poi la seconda. Continuai a leggere per tutta la notte".

Alessandro Seri ha pubblicato le raccolte di poesia "E mi guardi con gli occhi di un gatto nero" e "Rampe per alianti".

19/11/14

Intrecci d'acqua, terra e cielo. Immagini e parole: quando la fotografia incontra la poesia

Questo libro molto particolare è il frutto di una stretta e proficua collaborazione tra la fotografa cremonese Alessandra Piasecka e la poetessa torinese Floriana Porta. Una fotografia che sembra nascere dall’interno dell’anima, una poesia che entra nell’intimo della natura, svelandone le leggi e i misteri. In questo libro reale e ideale si fondono, oltre i sensi comuni; s’intrecciano sogni e ricordi, misteri ed enigmi, attraverso un dialogo ininterrotto con la natura.

11/11/14

Paul Jackson al Cotton Jazz Club di Ascoli Piceno. Il bassista dagli artigli felpati

Un trio-quartetto straordinario. Ovvio. Da leggendario headhunter, “cacciatore di teste” come dicono sia, Paul Jackson i più bravi li tiene a lungo per sé. Anche quando andavano di moda nelle aziende, d’altra parte, i cacciatori-di-teste mica distribuivano le loro scoperte sul mercato semplicemente stabilendone il prezzo. Individuati i talenti migliori, li valorizzavano e se li coccolavano, li mettevano spesso “in società” con loro. Con successo, di solito. Scommettiamo che questo diventerà un quartetto “stabile”, e il prossimo guest sarà magari un eccellente trombonista appena svezzato?

09/11/14

Il successo della mostra di Maura De Carolis al Carrousel du Louvre di Parigi

Per Maura De Carolis, che con la mostra al Carrousel du Louvre si è fatta apprezzare dal pubblico internazionale, si aprono le porte di un’esperienza artistica che la porterà presto in altre capitali europee. La delicatezza della sua “Violinista” si è fatta strada in mezzo a oltre 2000 opere da tutto il mondo. Un successo sia di critica, sia di quotazioni, triplicate. E, rientrata a casa, altra sorpresa: un’opera su richiesta alla quale lavorare da subito, tempo permettendo. “Nei prossimi mesi – spiega - dovrò concentrarmi sulla preparazione di nuove mostre, anche all’estero, ma sono felicissima che ci sia chi apprezza le mie opere fino ad interessarsene”.
Ad accoglierla ha trovato una grande festa, con gli amici, i colleghi dell’ospedale Madonna del Soccorso, dove lavora al Cup, e il suo circolo, L’Arca dei Folli, che per primo ha creduto nel suo talento. “Per me, autodidatta - racconta con la spontaneità tipica del suo carattere solare - abituata a mostre locali, l'esperienza del salone al Carrousel du Louvre è stata un’emozione grande. Potermi confrontare con opere così diverse è stato importante anche per crescere sul piano tecnico”.

04/11/14

La storia della Principessa Splendente. La Heidi versione giapponese di Takahata Isao (ma molto più complessa)

Libero adattamento di Taketori Monogatari (Il racconto di un taglia bambù), La storia della Principessa Splendente attinge ad un’antichissima leggenda popolare giapponese degli inizi del decimo secolo. Narra la storia di una piccola creatura di appena tre pollici, trovata da un vecchio taglialegna in un bambù che d’improvviso risplende nel buio della notte incombente.

02/11/14

I nuovi cd di Paolo e Giorgio. Conte su Conte



Non chiamateli DISCHI FRATELLI, i CD “Snob” di Paolo Conte e “Cascina Piovanotto” di Giorgio Conte. Non potrebbero essere più diversi. 
Usciti quasi in contemporanea, in questo ottobre, è solo un’astronomica coincidenza.
Li aspettavo, ma è con sorpreso stupor che me li sono ritrovati insieme.
Ora li ascolto, vicino al piano (che non è un verticale Steinbach 1941 ma quasi),
anch’io affondato nella mia pigrizia, in benedetta solitudine, lontano dalla pazza follacon intorno un buon profumo di caffè da aviatore
Swing, sambe degli anni cinquanta, mazurche, terzinati d’antan, fandango,
beguine da manuale, ritmi binari alla Brassens…
Nostalgie di pullover…
Il misurato mazurcante Glamour di Paolo.
La sofisticata semplicità, senza tempo, di Giorgio.
Conte su Conte.
Vicini. Diversi.
Humh…
Come onde.


PGC

01/11/14

“50 sfumature - Il Musical”, da Broadway passando per Francia, Germania, Olanda e Spagna, arriva a partire dal 4 novembre al Teatro Nuovo di Milano

50 Sfumature – il Musical”, visto da oltre 400.000 persone tra New York, Canada, Francia, Germania, Olanda e dopo il clamoroso successo al Fringe Festival di Edimburgo, sbarca in Italia per la prima nazionale il 4 novembre al Teatro Nuovo di Milano, per la regia di Matteo Gastaldo, con la direzione musicale di Fabio Serri. L’esilarante parodia teatrale direttamente ispirata al best seller di E. L. James giocando e rovesciando i temi scottanti del libro che ha incuriosito milioni di donne e di uomini in tutto il mondo ha ottenuto ovunque recensioni a quattro stelle oltre ad una produzione OFF Broadway, attualmente in scena all’Elektra Theater NYC, ed è attualmente in tour negli Stati Uniti d’America.

31/10/14

"Extra". Têtes de Bois da meditazione*















Quando il potere se la farà sotto
E la spigola e il pescecane saranno liberi
E la maliziosa dal labbro assassino
STRAORDINARIA, STRABILIANTE, STRALUNARE
Se ne andrà via da me

Io ti rivedrò ancora
Pattinare mirabilmente
Guizzante anguilla di razza

E ti colpirò senza scompormi
Come il macellaio
Perché io vivo dentro la quarta dimensione
E tu non dici mai niente

Quando lunedì sarà domenica
E tutti i discorsi finiranno
Nell’anno ottantamila

Ah, questi trucchi imprudenti…



*Libere incursioni nello STRAORDINARIO STRABILIANTE STRALUNARE disco “extra” dei Têtes de Bois, con le scuse a Léo Ferré, Andrea Satta e Giuseppe Gennari.

PGC

29/10/14

A Giacomo Leopardi, ovunque egli sia. Ci avresti pensato, Giacomino?

Ci avresti pensato, Giacomino, che t’avrebbero costretto a diventare Main Sponsor della regione Marche? Cominciarono con le milionarie dustinhoffmanate e ti storpiarono all’infinito; continuano oggi col martoniano film, tormentone d’autunno. “Operazione di legittimazione della nostra comunità”, vaneggia pubblicamente il Presidente di Regione, passando per il “rafforzamento dell’identità dei marchigiani”, proseguendo con la “maggiore consapevolezza di noi stessi” e andando a parare, va da sé, sul chiodo fisso del turismo che il film pomperà, perché prima chi se lo immaginava che eri nato da queste parti, eh?

27/10/14

Esclusivo per UT Magazine. La postfazione di Raffaello Palumbo Mosca a "Medio Occidente" di Beppi Chiuppani. Di prossima uscita

Che ci sia, soprattutto fra gli studiosi della generazione degli anni Cinquanta/Sessanta, un atteggiamento di velata condiscendenza, quando non di aperto disprezzo, verso i romanzieri odierni non mi pare contestabile; e basterebbe, del resto, leggere anche solo i titoli dei libri licenziati da alcuni dei nostri critici più in vista, da Berardinelli con il suo Non incoraggiate il romanzo, passando per La Porta (Meno letteratura per favore!) fino a Ferroni (Scritture a perdere), per rilevare i termini del problema. Perché di problema - e credo non irrilevante - si tratta. Capisco fin troppo bene lo scoramento presente, e sono forse persino daccordo con Berardinelli quando malinconicamente nota come il genere romanzo sia diventato, ormai, «più merceologico che letterario»; capisco fin troppo bene lo smarrimento di chi, di fronte alla immensa mole di di romanzi e romanzetti, best-seller e long-seller, «scritture» e raccontini spacciati da opere che sono il pane quotidiano del mercato delleditoria, fa fatica ad orientarsi.

23/10/14

Silvia Calderoni ospite al Dep Art di Grottammare

Volto noto del teatro contemporaneo, la performer sarà protagonista di un incontro e, a seguire, di un live dj set. Sabato 25 ottobre il Dep Art di Grottammare (Piazzale della Stazione) ospita l’evento “Voce di un corpo. Diario privato di una performer” che vede protagonista Silvia Calderoni. L’incontro, coordinato dalla giornalista e critica teatrale Emanuela Sabbatini, avrà inizio alle 18:00. A seguire live dj set di Silvia Calderoni e aperitivo con Le Grotte Street Food.
Attrice, performer e dj Silvia Calderoni si è formata negli ambienti dell’underground artistico e teatrale europeo. Premio Ubu 2009 come migliore interprete teatrale under 30, ha lavorato con il teatro Valdoca e attualmente collabora con la compagnia Motus. Judith Malina, la mitica fondatrice del Living Theatre, l’ha indicata come una delle attrici più brave che abbia mai incontrato.
Protagonista del videoclip “Musa” dei Marlene Kuntz, nel 2012 ha debuttato sul grande schermo con il film “La leggenda di Kaspar Hauser” di Davide Manuli, al fianco di Vincent Gallo, Claudia Gerini e Fabrizio Gifuni.
Da sempre coltiva una passione per la selezione musicale e il suo dj set è una performance in cui il corpo dell’artista e la musica si fondono in un'unica esplosione di energia. Le sue serate sono imprevedibili, un mash-up tra elettronica, electropunk, 80’s, new wave e trash. Grandi piazze, club, cene di gala, bagni pubblici, aperitivi a bordo piscina, teatri, camper, questi sono alcuni dei luoghi in cui si è esibita come dj in Italia (Roma, Milano, Torino, Parma, Napoli, Ravenna) e all’estero (New York, Rotterdam, Mosca).


L’evento è parte della Rassegna No man’s Island curata da Nessunteatro e della XX Stagione Blow Up “La conquista dell’inutile”.

Servillo/Girotto/Mangalavite al Cotton Jazz Club di Ascoli Piceno: “Il calcio non dimostra niente”, il jazz sì

Mancava sul palco, come sfondo, solo una grande prima pagina del Manifesto di quegli anni, quanto sarebbe rimasto contento l’allora inviato-scrittore Osvaldo Soriano. Ma è andato lo stesso benissimo. Peppe Servillo ha letto (in)cantando molti pezzi dei suoi libri, raccontando – da Futbol - delle mirabolanti ruvide partite in Patagonia, dove agli arbitri regalavano una damigiana di vino, se si comportavano “bene”. Sennò ci rimettevano i due denti davanti. Elegìe di un calcio intenso e primitivo, quando “Pelé non c’era ancora”
Ma insieme tanto jazz arrembante spettacolare ed elegante, “accordato” a quel calcio. Già quei tre, a nominarli ritmicamente scandendo Servillo – Girotto – Mangalavite, ti viene in mente l’antica linea mediana di un’improbabile nazionale argentina, con l’oriundo(?) Servillo astuto e mobilissimo mediano centrale metodista, Mangalavite (argentino di Cordoba) fantasioso ma possente mediano-sinistro a spazzar via, e Girotto (anche lui argentino-del-nord, di Cordoba) pensante mediano-destro di spinta che ispira l’attacco. Me li immagino giocare da dio con la maglia della nazionale a righe bianco-celesti, quando il calcio era una cosa seria, quando Osvaldo Soriano era giovane, quando davano i film di John Wayne… ma il calcio non dimostra niente, il calcio non vuol dire niente…
Stasera invece ci dimostrano pure quanto vale il loro jazz, in un concerto durato giusto il tempo di una lunga partita di calcio ai supplementari, con al posto dell’intervallo di riposo tra i due tempi le magistrali nonché gustose “sorianesche” letture di Peppe Servillo. A “stadio” gremito quasi come nel ’50 al Maracanà di Rio per Uruguay-Brasile (ma con meno di 150.000 spettatori…). Con il “terreno di gioco” perfetto, si capisce - è il 25° compleanno del Cotton Club! - attenti solo a non buttar troppo in alto le note, che urterebbero l’impressionante soffitto scuro a grossi tubi neri dell’ex birrodotto. Tre “mediani” in perfetta forma fisica e mentale, dicevo, ci vuole fiato testa e muscoli a “giocare” a questi livelli. (Sarà già a revisione, il pianoforte di Giocondi)
Questo atletico trio Servillo/Girotto/Mangalavite “suona” bene in tutti i sensi, hanno sentenziato gli spettatori. Specie se l’arbitro è Osvaldo Soriano.

PGC


22/10/14

Maura De Carolis vola al “Caroussel du Louvre”. L'artista di Pedaso a Parigi con "Forme... Colori... Espressioni"




Maura De Carolis di Pedaso parteciperà ad una importante mostra internazionale nel salone Caroussel du Louvre a Parigi, con la galleria Queenartstudio di Padova. Esporrà assieme all'artista Lorena Ulpiani, sua cugina, originaria di Cupramarittima.

Maura De Carolis è la dimostrazione di come sia possibile riuscire a realizzare i propri sogni e vivere le proprie emozioni, in ogni età della vita. A cinquant'anni si fanno bilanci, e difficilmente ci si mette ulteriormente in gioco. Ma, attraverso l'aiuto di competenze professionali date da appropriati maestri ed esperienze, si trovano anche motivazioni interiori per ottenere lusinghiere soddisfazioni personali.
Auguri da UT all'artista marchigiana.

15/10/14

Cronaca dal Rinascimento. Lo Renzi “il Magnifico” fiorentino (o un nuovo Falaride?)

*Veramente seria è la questione che devo esporvi, miei buoni amici, e il discorrerne mi è molto penoso. Sento persino vergogna per essere nata di questi tempi in questo Paese, quando vedo che quel popolo un tempo dominatore di gran parte delle terre, si fa menare attorno secondo il capriccio di un ragazzo; per essere nata in questo Paese dove uomini di tant’alto ingegno, rinomati per età e saggezza, riescono a riconoscere, ma invano, la schiavitù che si sono procurati, senza avere il coraggio di liberarsi di essa. Non esito perciò ad ammettere in tutta sincerità che i costumi dell’età nostra hanno tanto tralignato dalla virtù dei nostri avi, che se quelli tornassero a vivere rifiuterebbero di vedere in noi i loro discendenti: perché essi hanno fondato, conservato, accresciuto questo nostro Stato con onestà di costumi e santità di leggi e con istituzioni adeguate al fine della felicità della vita.

14/10/14

Quando c’era Berlinguer. Non è solo nostalgia

Quando c’era Berlinguer di Walter Veltroni, cineasta prestato alla politica ( a quanto pare), segue di pochi mesi La voce di Berlinguer di Mario Sesti e Theo Teardo, visto a Venezia70 nella sezione Fuori Concorso, dunque è inevitabile porsi qualche domanda sull’imperversare del ricordo e fare confronti.
Cinematografici, intendiamoci, entrare nel merito della Storia non spetta ai film, se mai un film può suscitare la voglia di leggere libri, la Storia è il regno dello spirito e la sua ricostruzione si sgancia dalle immagini e dalla fisicità delle idee incarnate negli uomini. 

13/10/14

Class enemy. L'emozione in un preludio

Sapete cosa sono i rituali? Alzandovi voi compite un rituale e mi dimostrate così che non siete degli animali. Nella mia classe, durante le mie lezioni, sarete degli esseri umani.
E’ il prof. di tedesco che parla, uno che ha scelto Thomas Mann come autore dell’anno, che sorride poco perché non è stato assunto per farlo, perché non ritiene sia cosa automatica diventare
l’”amicone” degli alunni e salire sui banchi per farsi amare di più.

07/10/14

E' uscita la biografia di don Primo Mazzolari, il "prete contro"

Nella biografia del prete di Bozzolo, Primo Mazzolari, non si troveranno i segni di una fede acquiescente, passata all’ombra confortante dei rituali ecclesiastici e delle canoniche orazioni. Piuttosto il grido doloroso, lo squarcio che la coscienza cristiana opera nel velo degli accomodamenti e delle abitudini.
Precursore dello spirito conciliare, sin da giovanissimo, Don Primo ebbe come riferimenti i termini dell’insegnamento evangelico: la carità, l’amore fraterno, il perdono senza speranza di ritorno, la purezza d’animo, una rivoluzione che non sopporta riduzioni di senso.
“Rivoluzione cristiana” (1955) è uno dei suoi testi più significativi in cui, non a caso, Mazzolari spiega il motivo di un atto spirituale di adesione alle radici del credere che, pur traendo spunto da una tradizione millenaria, si rinnova ogni giorno al contatto vivo dell’uomo con la realtà.

La palla numero 13. Lo Sherlock jr. di un grandissimo Buster Keaton

Nascere due mesi prima della leggendaria proiezione dei Lumière a Parigi in una famiglia di attori di vaudevillle e avere Houdini spesso per casa non è cosa priva di conseguenze.
Se poi siamo disposti a credere in una qualche forma di metempsicosi sopravvissuta al crollo del mondo antico, allora da Plauto a Buster Keaton il passo è breve, solo duemila e duecento anni, anno più anno meno, e con un bel salto l’uno si è reincarnato nell’altro.
Il sogno e il suo doppio, la maschera e il volto, la realtà che cambia, si avvita su sè stessa e si modella in forme nuove, gioco di specchi e prismi, nulla è vero e tutto lo è.
E questo gioco infinito di rifrazioni chi lo capisce?
Sì, comprendono tutto, perché sono povera gente, ed io sono come loro. Li amo, li conosco: la loro vita è assai piccina, ma fan sogni splendidi, e non vorrei soltanto farli ridere, vorrei farli sognare, fremere d'emozione e di piacere. E tutto ciò senza dire loro un sì."

02/10/14

“I quattrocento colpi” di François Truffaut: quando i restauri fanno bene all'umanità

Le commemorazioni a questo servono, a far restaurare film.
Il 25 settembre 2014, a trent'anni dalla morte di François Truffaut, è uscita nelle sale di poche città italiane la versione restaurata da Mk2 e distribuita dalla Cineteca di Bologna, in collaborazione con BIM, di Les 400 coups .
Mai svanito dalla nostra memoria, resta comunque un’esperienza unica e fortunata vedere questo capolavoro su grande schermo.

01/10/14

Francesca Zoccarato alla mostra di Sabatino Polce. Francesca e gli altri…

…Gli “altri” sono i suoi sei personaggi (il primo che fa: “in cerca d’autore” lo sfido a duello). Marionette sì, ma è facile dimenticarselo: Francesca parla con loro, ne asseconda la vanità, ne contrasta i capricci, fanno le primedonne e non è facile tenere a bada certe teste di legno (di tiglio). Bello vedere i bambini seduti in prima fila, per una volta non riservata alle tronfie autorità. Che oggi comunque non ci sono, perché con le lignolae figurae non si accattano voti come col Cabaret-amore-loro, e le marionette poi neanche votano (oppure sì, ne conosco tante…).

La personale di Vittorio Amadio a Chieti. Il perché di una mostra

A 15 anni dalla grande esposizione di “benvenuto al Terzo Millennio”, realizzata in Spagna, a Barcellona, nel dicembre del 1999, Vittorio Amadio intende ricordare e celebrare un momento che lo vide, unico artista italiano, esporre le sue opere insieme con quelle di Josep Maria Subirachs e di Pablo Picasso.
La mostra di Barcellona (alla quale fece seguito una “personale” nei locali del Camp Nou, il mitico stadio della squadra di calcio), consacrò il pittore-scultore-incisore di Castel di Lama (Ascoli Piceno) a livello mondiale e decine furono le mostre organizzate in Europa e negli Stati Uniti. Per assurdo però, come accade agli artisti mai soddisfatti di se stessi e del mondo intorno, Vittorio Amadio decise di sospendere l'attività espositiva, di ridiscutere il suo essere artista concedendosi un lungo periodo di studio e di approfondimento che lo ha portato a riformulare il rapporto con le tele, le carte, il legno, le pietre e ogni altro materiale utile a dare sfogo alla sua incontenibile voglia d'arte.

30/09/14

Chiusa la mostra-festival di Sabatino Polce a Grottammare. Questione di fili


Quando ad una (piccola) mostra
ci vai quattro volte,
vuol dire che non ti attirano “solo”
i dipinti, i disegni, i carillons, le marionette e gli spettacoli.
Sarà che è sembrato pure un gioco,
invece era tutto vero.
Una mostra coerente ma creativa,
leggera ma pensosa,
allegra ma elegante,
intima ma democratica,
semplice ma inimitabile.
Un filo logico legava i quadri e i dipinti,
un filo di musica legava i carillons,
un filo invisibile legava le storie e le fiabe,
le immagini e i silenzi,
le sorprese e le ombre cinesi.
Poi, i fili delle marionette:
fili di vita, di energia, di pensiero, d’ironia;
fili con sentimenti, fili senza solitudine;
fili di comunicazione istintiva e immediata;
fili di nostalgia, di speranza.
Fili forti, ma fragili come cristalli.
Quando ad una (piccola) mostra
ci vai quattro volte,
vuol dire che hai trovato il filo giusto.

PGC



29/09/14

Mariagrazia Maiorino e "L'azzurro dei giorni scuri". Il 4 ottobre a San Benedetto del Tronto la presentazione del libro


Con
Americo Marconi
Giampietro De Angelis

Letture a cura di
Raffaella Milandri

Interviene
Mariagrazia Maiorino


“Pe sempe”. La Napoli che c'era la Napoli che c'è nelle canzoni di Anna Crispino

Dice Anna Crispino: “Tutto è per sempre se vissuto intensamente. Un incontro sincero, autentico è per sempre”. Un progetto cullato venti anni, e senza essere Alexandre Dumas, merita una conclusione nobile: un CD, una interprete, musicisti, arrangiamenti e canzoni che sono entrate ormai nell'album dei classici senza tempo, “Pe sempe” appunto. Anna Crispino, cantante di Napoli che vive Napoli nel profondo dell'anima, è riuscita a rendere attuale un modo di concepire le canzoni che il tempo nobilita sì, ma spesso impolvera. Il risultato, quindi, è un soffio d'aria fresca che la voce di Anna Crispino rende una folata di vento impossibile da imprigionare in una scatola, destinata com'è a volare su mari e cime, distese verdi e deserti.

27/09/14

Pasolini secondo Abel Ferrara: “Un capriccio dolcemente robusto”

Un “capriccio dolcemente robusto”. Parole di Pasolini che tornano alla mente davanti a questo film. “Il gusto del dolce e grande manierismo che tocca col suo capriccio dolcemente robusto le radici della vita vivente; ed è realismo.” (La Guinea, 1962)
Scamarcio/Ninetto e Ninetto/Eduardo stremati, uno carico di valigie, l’altro grande grosso e ormai tutto canuto, riprendono fiato seduti su quella scalinata verso il Paradiso che sembra non finire mai. Ferrara gira scene del film mai girato da Pasolini.

25/09/14

Stato civile: fantastica Marionetta. Prosegue la mostra di Sabatino Polce al Kursaal di Grottammare

    La mostra fin qui si è svolta, con notevole successo d’interesse e critica, la prima parte della mostra; il tema della marionetta è rappresentata dall’autore con dipinti e disegni sicuramente originali, accompagnati nella sala espositiva dalle surreali marionette della Compagnia del Rospo Rosso. Nella seconda sala (“delle proiezioni”) vi è una zona video, dove vengono proiettati originali immagini di teatro di figura e corti su opere e carillon dell’autore.

21/09/14

Alessandro Baricco al FestivalFilosofia. All’ombra di Omero: “La fama di Achille”

Come dormire
all’ombra tormentata
d’un vecchio sul confine della morte,
o con le lacrime d’Achille
nell’anima?…
(Eugénio De Andrade, All’ombra di Omero)

Baricco è Baricco, riempie oltremisura le piazze dei Festival: lo sai e lo eviti, ma come resistere all’ombra del pelìde Achille, all’ira funesta che infiniti addusse lutti agli Achei? Troppo ci occupò l’immaginario fin dal liceo, e pazienza se Hollywood gli ha dato il bicipite anabolizzato e il ceruleo broncio bradpittico in Troy, il kolossal più fumettoso e letale dai tempi di Ben Hur.

17/09/14

“Vanagloria”. La lectio magistralis di Umberto Galimberti a FestivalFilosofia. Cappelli al sole

Duemila persone sedute, quasi altrettante in piedi lungo il perimetro e nei vuoti della sterminata Piazza Martiri a Carpi, sotto il sole giaguaro delle 11.30 (ma in attesa da almeno un’ora prima) diventano una distesa di cappelli fai-da-te dei muratori una volta, prima dell’era Nike: perfette allo scopo le paginone del Sole24ore (lo danno gratis, ma sono le copie di domenica scorsa: gran signori questi del Sole, invece di buttarle via le regalano a noi…); però funzionano benissimo anche Repubblica o il Corriere di oggi, invece di pulirci i vetri di casa [loro utilizzo primario].

15/09/14

Miyazaki Hayao. Si alza il vento, proviamo a vivere

Da Paul Valéry ("le vent se lève! ... il faut tenter de vivre!") a Tatsuo Hori, autore nel '36 di Kaze Tachinu (Si alza il vento), passando da Ryokan Taigu (Grande vento nell'alto dei cieli), Christina Georgina Rossetti (Who has seen the wind?) e La Montagna Magica di Thomas Mann, titolo che ricorre nei dialoghi, l’ultima fatica di Miyazaki Hayao sembra contraddire, con tante citazioni e così importanti, la cifra distintiva che lo ha sempre immunizzato da derive intellettualistiche e pretestuosi approdi letterari.

11/09/14

Mostra del Cinema di Venezia: "Belluscone. Una storia siciliana"

"Voglio dedicare questo premio a tutti coloro che lo hanno reso possibile mettendoci passione, dandomi in ogni momento fiducia e amicizia, il sentimento per me più bello e importante. Ma voglio dedicarlo anche alla mia Palermo, che tanto mi fa incazzare ma che resta dentro di me la città della mia vita, quella con la luce più bella del mondo".
Questo nel comunicato Ansa del 6 c.m. che parla del messaggio di Maresco, letto in sala stampa dal produttore Rean Mazzone per il premio speciale di Orizzonti vinto da Belluscone. Una storia siciliana.

09/09/14

"Stato civile: fantastica marionetta. Sabatino Polce presenta la sua prossima mostra al Kursaal di Grottammare

    Mi laureo a Venezia in Architettura, ma a case e tecnigrafo preferisco sin da subito l'argilla, il legno e la musica; la voglia è di progettare giochi… carillon per l’esattezza. Nasce così il laboratorio La Gatta (inizialmente a Padova, poi in Abruzzo, ora nelle Marche) e sono ormai 25 anni che insieme a mia moglie ideiamo e costruiamo carillon originali distribuiti nei migliori negozi italiani e non solo.

08/09/14

Popsophia. Parli il Tango? Lo spettacolo di tango e mimo dei Los Guardiola



Ah, non so ballare il Tango
Ma cosa conta, è un ballo antico, complicato, argentino…
ci sono balli più “importanti”.

Poi, perché il Tango a Popsophia,
farà ridere? Ah, Ah #Oppureno…
e tu che mi chiedi se lo “parlo”…

Invece, al Castello della Rancia,
una sera succede che non solo si “parli” il Tango,
ma che si arrivi a capirlo.
Perfino chi non lo conosce.

Mister Guardiola – non l’allenatore
e Giorgia – non la cantante:
Col Tango raccontano
Col Tango divertono
Col Tango commuovono
Col Tango parlano!

Ci voleva un’ora così, per capire il mistero del Tango
Peccato non parlarlo
Bisognerebbe tutti studiarlo,
mica perder tempo con l’Inglese.

PGC


05/09/14

Popsophia. Spettacolo di tango e mimo: “Organito del suburbio”

#Oppureridi: l’aforisma di Morreall divenuto hashtag calza a pennello a questa serata in cui un tango che non ti aspetti unisce l’umorismo, la maschera, la parodia, alla seduzione antica di una danza che non è solo “pensiero triste che si balla”, ma è anche divertimento, allegria, libertà.
L’apertura è gradevolmente “seria”, con Lucrezia Ercoli che nel consueto stile misurato e competente intervista Massimo Donà filosofo (ma anche musicista ma anche jazzista) intorno al tango.

02/09/14

Popsophia. Maurizio Ferraris intervistato da Armando Massarenti: “… Non prendetemi per un altro”. Comicità e orrore in Friedrich Nietzsche

Forse nessuno meglio di un filosofo torinese come Maurizio Ferraris avrebbe potuto guidarci, con eleganza umorismo e ironia, dentro quell’ilaro-tragedia che fu l’esistenza di Nietzsche il quale, nei suoi viaggi di apolide attraverso Germania, Italia, Svizzera, proprio a Torino soggiornò amando quella città con entusiasmo (a partire dalla cucina: la migliore, per lui, quella piemontese). E’ questa una delle “prossimità” con Nietzsche su cui Ferraris scherza prima di inoltrarsi nei temi della comicità e dell’orrore; l’altra, più curiosa, è il suo “incontrare” Nietzsche almeno due volte l’anno, quando visita lo studio del proprio commercialista, nello stesso appartamento in cui nel 1888 il filosofo scrisse Ecce homo.