Diciamo
la verità: il manifesto non attira. Ti viene da pensare che in
Palazzina si siano dati convegno i medici, al vernissage c’è pure
l’assessore-medico…
Invece
il manifesto riproduce una pregevole illustrazione
scientifico-anatomica, una delle centinaia - di ogni parte del corpo
umano - che Mirco Tangherlini ha realizzato nella sua carriera per
gli inserti speciali di una primaria testata nazionale. Ne uscirà
una raccolta, fedele testimonianza di lavoro di una delle “missioni”
di Tangherlini. Certo l’illustrazione ti ricorda l’atmosfera di
ambulatorio come ce ne sono tanti e ovunque, coi sui muri appiccicati
manifesti tipo questo, sempre più scoloriti e avvizziti, lasciati lì
a invecchiare e morire proprio come le riviste che nessuno rinnova
per anni, fortuna che ogni tanto vengono a ritirarle quelli de
“L’Antico e le Palme”…
Ma
se l’illustratore-artista Tangherlini ha scelto proprio questo
manifesto per la sua mostra vuol dire che è giusto così; lui se lo
può permettere.
Intanto non fa il medico (anche se ormai forse ne sa
di più…; per capire perfettamente la cataratta mi basterà
guardare la sua illustrazione, eh eh…). Lui SPIEGA: argomenti di
tutti i generi, scientifici e non, a quel pubblico enormemente vasto
che bazzica le edicole. Lui insomma è specialista in sintesi,
possibilmente senza parole.
Copertine
per un sacco di note riviste, mensili e settimanali. Alcune dal primo
numero. Esposte qui solo in piccola parte, ah, per tutte ci sarebbe
voluta una Palazzona
Azzurra.
Sono documenti, quasi storia. Infatti lui si documenta, pure meglio
dei giornalisti (“che quanto a documentarsi, ahi…”); è un topo
di internet, scava nell’informazione, la elabora, la trasforma
semplificandola, ne cerca l’essenza e ZAC te la mostra con un
disegno, velocemente. Elementare, Watson. Tu capisci meglio e prima,
(quasi) senza leggere. Ti resta pure impresso. Però quando ci
racconta dei tempi imposti, strettissimi, di invenzione/realizzazione
di una copertina di Panorama
(meno
di 36 ore), quasi ci vengono le palpitazioni. Per lui ormai è
normale. Ovvio che non bastano creatività talento fantasia ironia,
devi inventarti un metodo, una tecnica. Attingendo alla grafica
tradizionale, al fumetto, all’arte, alla fotografia, al cinema,
alle più innovative forme della comunicazione. Devi “intuire” il
lettore, devi snidarlo. Quello dovrà scovare la tua copertina tra
altre centinaia, gli dovrà piacere, lo dovrà interessare. Poi dovrà
immediatamente comprarla, sennò è tutto inutile.
A
me guardare il panorama
di copertine di Panorama ha
fatto l’effetto di un rapido inventario di vita, con addentellati
di cui avevo perso memoria: anni e anni, ricordi, confronti, gioie,
preoccupazioni, utopie, politica. Come se il Tangherlini l’avessi
avuto sempre a fianco, silenzioso e attento: lui guardava, pensava,
schizzava, illustrava. Ma invisibile. Muto. Del resto,
“l’illustrazione
viene prima della parola”,
non servono le lingue, bisogna “solo” saperci fare. E, specie di
questi tempi, essere resistente e veloce. Tangherlini ha pure il
fisico essenziale da maratoneta…
PGC
Nessun commento:
Posta un commento