Non
ho potuto accaparrarmi nessuna “cartolina” di queste ALLEG(O)RIE
di
Gianluigi Capriotti, come invece avevo agilmente fatto all’altra
sua indimenticata mostra“VAN
DOG” una
quindicina di anni fa, sempre qui alla Palazzina Azzurra. Forse
Gianluigi ne ha stampate poche e sono andate via come il pane, o
forse proprio non le ha fatte. Ma può anche essere che io abbia
frequentato un po’ meno la mostra, d’altra parte la Palazzina
Azzurra senza Adelchi non è più la stessa…
Cartoline
rare e introvabili, insomma. Un po’ come le 100 cartoline di
Attilio Razzolini - grande miniatore di fine Ottocento - della
dantesca Commedia: una per canto, che con somma arte illustravano le
tre divine Cantiche. Scene, quadri, personaggi capaci, tutt’insieme,
di raccontare l’intera opera. Per me, questa di Capriotti è
anch’essa illustrazione straordinaria e geniale di una “Commedia”:
però sotto
i mari.
Innumerevoli le specie di pesci che ha dipinto in questi ultimi anni,
altro che cento. Qui in Palazzina ne ha portati una parte, ma poi li
trovi riassunti tutti nel monumentale trittico al primo piano.
Un’impressionante corale allegoria, terribile e divertente,
infernale e paradisiaca, di dannazione e di festa popolare, di
architettura fantastica e potente. Sfrenato pantagruelico banchetto
sotto i mari dove i pesci siamo noi, un cannibalizzarsi a vicenda,
incruento, senza aria (ovvio), senza visibile sofferenza. Anzi, con
diffuso macabro piacere. Mentre sull’infilata di botti naufragate i
pesci-orchestrali suonano musiche senza garbo, e sull’avanzo di
prua ballano sinuose ragazze-cozza, col re-delfino gigante a
presiedere e osservare satollo dalla sua postazione privilegiata.
Quanti
dipinti cinque-secenteschi vengono in mente, quante illustrazioni di
Roma antica, quante pagine di storia, quanti film. Oggi mi vengono in
mente anche certi nostri chalet-restaurant-night alla moda, con le
loro vippoidi-gorillesche adunate, dove immagino ma sono sicuro che
succede (allegramente) di tutto e di più… I pesci in questo
“Ristorante
in fondo al mare” di
Capriotti sono così ferocemente umani: vestiti come noi, cattivi e
prepotenti come noi, deboli e indifesi come noi, sciocchi, vanitosi,
furbi, calcolatori come noi. Cannibali come noi.
Poco
da stare allegri. Ma sono i singoli quadri-cartolina che, senza
interrompere la connessione con la spietata Umana Commedia, ti
strappano più di un sorriso: “Al
Mitile Ignoto”,
“Pesce
Fresco” (allegoria del mercato),
“Orate
Fratres”,
“La
Piovra” (mafia connection),
“Il
Brodetto” (allegoria dell’autarchia),“Pianeta
Azzurro” (allegoria del pensiero unico),
“Senza
Scampo”,
la lussureggiante “Isola
Tartaruga” e,
sopra tutti gli altri il più creativo, “Tuna
Lisa” (allegoria della contraffazione) col
riciclabile coperchietto-bara d’alluminio a strappo sul volto più
misterioso della pittura mondiale.
PGC
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