31/10/14

"Extra". Têtes de Bois da meditazione*















Quando il potere se la farà sotto
E la spigola e il pescecane saranno liberi
E la maliziosa dal labbro assassino
STRAORDINARIA, STRABILIANTE, STRALUNARE
Se ne andrà via da me

Io ti rivedrò ancora
Pattinare mirabilmente
Guizzante anguilla di razza

E ti colpirò senza scompormi
Come il macellaio
Perché io vivo dentro la quarta dimensione
E tu non dici mai niente

Quando lunedì sarà domenica
E tutti i discorsi finiranno
Nell’anno ottantamila

Ah, questi trucchi imprudenti…



*Libere incursioni nello STRAORDINARIO STRABILIANTE STRALUNARE disco “extra” dei Têtes de Bois, con le scuse a Léo Ferré, Andrea Satta e Giuseppe Gennari.

PGC

29/10/14

A Giacomo Leopardi, ovunque egli sia. Ci avresti pensato, Giacomino?

Ci avresti pensato, Giacomino, che t’avrebbero costretto a diventare Main Sponsor della regione Marche? Cominciarono con le milionarie dustinhoffmanate e ti storpiarono all’infinito; continuano oggi col martoniano film, tormentone d’autunno. “Operazione di legittimazione della nostra comunità”, vaneggia pubblicamente il Presidente di Regione, passando per il “rafforzamento dell’identità dei marchigiani”, proseguendo con la “maggiore consapevolezza di noi stessi” e andando a parare, va da sé, sul chiodo fisso del turismo che il film pomperà, perché prima chi se lo immaginava che eri nato da queste parti, eh?

27/10/14

Esclusivo per UT Magazine. La postfazione di Raffaello Palumbo Mosca a "Medio Occidente" di Beppi Chiuppani. Di prossima uscita

Che ci sia, soprattutto fra gli studiosi della generazione degli anni Cinquanta/Sessanta, un atteggiamento di velata condiscendenza, quando non di aperto disprezzo, verso i romanzieri odierni non mi pare contestabile; e basterebbe, del resto, leggere anche solo i titoli dei libri licenziati da alcuni dei nostri critici più in vista, da Berardinelli con il suo Non incoraggiate il romanzo, passando per La Porta (Meno letteratura per favore!) fino a Ferroni (Scritture a perdere), per rilevare i termini del problema. Perché di problema - e credo non irrilevante - si tratta. Capisco fin troppo bene lo scoramento presente, e sono forse persino daccordo con Berardinelli quando malinconicamente nota come il genere romanzo sia diventato, ormai, «più merceologico che letterario»; capisco fin troppo bene lo smarrimento di chi, di fronte alla immensa mole di di romanzi e romanzetti, best-seller e long-seller, «scritture» e raccontini spacciati da opere che sono il pane quotidiano del mercato delleditoria, fa fatica ad orientarsi.

23/10/14

Silvia Calderoni ospite al Dep Art di Grottammare

Volto noto del teatro contemporaneo, la performer sarà protagonista di un incontro e, a seguire, di un live dj set. Sabato 25 ottobre il Dep Art di Grottammare (Piazzale della Stazione) ospita l’evento “Voce di un corpo. Diario privato di una performer” che vede protagonista Silvia Calderoni. L’incontro, coordinato dalla giornalista e critica teatrale Emanuela Sabbatini, avrà inizio alle 18:00. A seguire live dj set di Silvia Calderoni e aperitivo con Le Grotte Street Food.
Attrice, performer e dj Silvia Calderoni si è formata negli ambienti dell’underground artistico e teatrale europeo. Premio Ubu 2009 come migliore interprete teatrale under 30, ha lavorato con il teatro Valdoca e attualmente collabora con la compagnia Motus. Judith Malina, la mitica fondatrice del Living Theatre, l’ha indicata come una delle attrici più brave che abbia mai incontrato.
Protagonista del videoclip “Musa” dei Marlene Kuntz, nel 2012 ha debuttato sul grande schermo con il film “La leggenda di Kaspar Hauser” di Davide Manuli, al fianco di Vincent Gallo, Claudia Gerini e Fabrizio Gifuni.
Da sempre coltiva una passione per la selezione musicale e il suo dj set è una performance in cui il corpo dell’artista e la musica si fondono in un'unica esplosione di energia. Le sue serate sono imprevedibili, un mash-up tra elettronica, electropunk, 80’s, new wave e trash. Grandi piazze, club, cene di gala, bagni pubblici, aperitivi a bordo piscina, teatri, camper, questi sono alcuni dei luoghi in cui si è esibita come dj in Italia (Roma, Milano, Torino, Parma, Napoli, Ravenna) e all’estero (New York, Rotterdam, Mosca).


L’evento è parte della Rassegna No man’s Island curata da Nessunteatro e della XX Stagione Blow Up “La conquista dell’inutile”.

Servillo/Girotto/Mangalavite al Cotton Jazz Club di Ascoli Piceno: “Il calcio non dimostra niente”, il jazz sì

Mancava sul palco, come sfondo, solo una grande prima pagina del Manifesto di quegli anni, quanto sarebbe rimasto contento l’allora inviato-scrittore Osvaldo Soriano. Ma è andato lo stesso benissimo. Peppe Servillo ha letto (in)cantando molti pezzi dei suoi libri, raccontando – da Futbol - delle mirabolanti ruvide partite in Patagonia, dove agli arbitri regalavano una damigiana di vino, se si comportavano “bene”. Sennò ci rimettevano i due denti davanti. Elegìe di un calcio intenso e primitivo, quando “Pelé non c’era ancora”
Ma insieme tanto jazz arrembante spettacolare ed elegante, “accordato” a quel calcio. Già quei tre, a nominarli ritmicamente scandendo Servillo – Girotto – Mangalavite, ti viene in mente l’antica linea mediana di un’improbabile nazionale argentina, con l’oriundo(?) Servillo astuto e mobilissimo mediano centrale metodista, Mangalavite (argentino di Cordoba) fantasioso ma possente mediano-sinistro a spazzar via, e Girotto (anche lui argentino-del-nord, di Cordoba) pensante mediano-destro di spinta che ispira l’attacco. Me li immagino giocare da dio con la maglia della nazionale a righe bianco-celesti, quando il calcio era una cosa seria, quando Osvaldo Soriano era giovane, quando davano i film di John Wayne… ma il calcio non dimostra niente, il calcio non vuol dire niente…
Stasera invece ci dimostrano pure quanto vale il loro jazz, in un concerto durato giusto il tempo di una lunga partita di calcio ai supplementari, con al posto dell’intervallo di riposo tra i due tempi le magistrali nonché gustose “sorianesche” letture di Peppe Servillo. A “stadio” gremito quasi come nel ’50 al Maracanà di Rio per Uruguay-Brasile (ma con meno di 150.000 spettatori…). Con il “terreno di gioco” perfetto, si capisce - è il 25° compleanno del Cotton Club! - attenti solo a non buttar troppo in alto le note, che urterebbero l’impressionante soffitto scuro a grossi tubi neri dell’ex birrodotto. Tre “mediani” in perfetta forma fisica e mentale, dicevo, ci vuole fiato testa e muscoli a “giocare” a questi livelli. (Sarà già a revisione, il pianoforte di Giocondi)
Questo atletico trio Servillo/Girotto/Mangalavite “suona” bene in tutti i sensi, hanno sentenziato gli spettatori. Specie se l’arbitro è Osvaldo Soriano.

PGC


22/10/14

Maura De Carolis vola al “Caroussel du Louvre”. L'artista di Pedaso a Parigi con "Forme... Colori... Espressioni"




Maura De Carolis di Pedaso parteciperà ad una importante mostra internazionale nel salone Caroussel du Louvre a Parigi, con la galleria Queenartstudio di Padova. Esporrà assieme all'artista Lorena Ulpiani, sua cugina, originaria di Cupramarittima.

Maura De Carolis è la dimostrazione di come sia possibile riuscire a realizzare i propri sogni e vivere le proprie emozioni, in ogni età della vita. A cinquant'anni si fanno bilanci, e difficilmente ci si mette ulteriormente in gioco. Ma, attraverso l'aiuto di competenze professionali date da appropriati maestri ed esperienze, si trovano anche motivazioni interiori per ottenere lusinghiere soddisfazioni personali.
Auguri da UT all'artista marchigiana.

15/10/14

Cronaca dal Rinascimento. Lo Renzi “il Magnifico” fiorentino (o un nuovo Falaride?)

*Veramente seria è la questione che devo esporvi, miei buoni amici, e il discorrerne mi è molto penoso. Sento persino vergogna per essere nata di questi tempi in questo Paese, quando vedo che quel popolo un tempo dominatore di gran parte delle terre, si fa menare attorno secondo il capriccio di un ragazzo; per essere nata in questo Paese dove uomini di tant’alto ingegno, rinomati per età e saggezza, riescono a riconoscere, ma invano, la schiavitù che si sono procurati, senza avere il coraggio di liberarsi di essa. Non esito perciò ad ammettere in tutta sincerità che i costumi dell’età nostra hanno tanto tralignato dalla virtù dei nostri avi, che se quelli tornassero a vivere rifiuterebbero di vedere in noi i loro discendenti: perché essi hanno fondato, conservato, accresciuto questo nostro Stato con onestà di costumi e santità di leggi e con istituzioni adeguate al fine della felicità della vita.

14/10/14

Quando c’era Berlinguer. Non è solo nostalgia

Quando c’era Berlinguer di Walter Veltroni, cineasta prestato alla politica ( a quanto pare), segue di pochi mesi La voce di Berlinguer di Mario Sesti e Theo Teardo, visto a Venezia70 nella sezione Fuori Concorso, dunque è inevitabile porsi qualche domanda sull’imperversare del ricordo e fare confronti.
Cinematografici, intendiamoci, entrare nel merito della Storia non spetta ai film, se mai un film può suscitare la voglia di leggere libri, la Storia è il regno dello spirito e la sua ricostruzione si sgancia dalle immagini e dalla fisicità delle idee incarnate negli uomini. 

13/10/14

Class enemy. L'emozione in un preludio

Sapete cosa sono i rituali? Alzandovi voi compite un rituale e mi dimostrate così che non siete degli animali. Nella mia classe, durante le mie lezioni, sarete degli esseri umani.
E’ il prof. di tedesco che parla, uno che ha scelto Thomas Mann come autore dell’anno, che sorride poco perché non è stato assunto per farlo, perché non ritiene sia cosa automatica diventare
l’”amicone” degli alunni e salire sui banchi per farsi amare di più.

07/10/14

E' uscita la biografia di don Primo Mazzolari, il "prete contro"

Nella biografia del prete di Bozzolo, Primo Mazzolari, non si troveranno i segni di una fede acquiescente, passata all’ombra confortante dei rituali ecclesiastici e delle canoniche orazioni. Piuttosto il grido doloroso, lo squarcio che la coscienza cristiana opera nel velo degli accomodamenti e delle abitudini.
Precursore dello spirito conciliare, sin da giovanissimo, Don Primo ebbe come riferimenti i termini dell’insegnamento evangelico: la carità, l’amore fraterno, il perdono senza speranza di ritorno, la purezza d’animo, una rivoluzione che non sopporta riduzioni di senso.
“Rivoluzione cristiana” (1955) è uno dei suoi testi più significativi in cui, non a caso, Mazzolari spiega il motivo di un atto spirituale di adesione alle radici del credere che, pur traendo spunto da una tradizione millenaria, si rinnova ogni giorno al contatto vivo dell’uomo con la realtà.

La palla numero 13. Lo Sherlock jr. di un grandissimo Buster Keaton

Nascere due mesi prima della leggendaria proiezione dei Lumière a Parigi in una famiglia di attori di vaudevillle e avere Houdini spesso per casa non è cosa priva di conseguenze.
Se poi siamo disposti a credere in una qualche forma di metempsicosi sopravvissuta al crollo del mondo antico, allora da Plauto a Buster Keaton il passo è breve, solo duemila e duecento anni, anno più anno meno, e con un bel salto l’uno si è reincarnato nell’altro.
Il sogno e il suo doppio, la maschera e il volto, la realtà che cambia, si avvita su sè stessa e si modella in forme nuove, gioco di specchi e prismi, nulla è vero e tutto lo è.
E questo gioco infinito di rifrazioni chi lo capisce?
Sì, comprendono tutto, perché sono povera gente, ed io sono come loro. Li amo, li conosco: la loro vita è assai piccina, ma fan sogni splendidi, e non vorrei soltanto farli ridere, vorrei farli sognare, fremere d'emozione e di piacere. E tutto ciò senza dire loro un sì."

02/10/14

“I quattrocento colpi” di François Truffaut: quando i restauri fanno bene all'umanità

Le commemorazioni a questo servono, a far restaurare film.
Il 25 settembre 2014, a trent'anni dalla morte di François Truffaut, è uscita nelle sale di poche città italiane la versione restaurata da Mk2 e distribuita dalla Cineteca di Bologna, in collaborazione con BIM, di Les 400 coups .
Mai svanito dalla nostra memoria, resta comunque un’esperienza unica e fortunata vedere questo capolavoro su grande schermo.

01/10/14

Francesca Zoccarato alla mostra di Sabatino Polce. Francesca e gli altri…

…Gli “altri” sono i suoi sei personaggi (il primo che fa: “in cerca d’autore” lo sfido a duello). Marionette sì, ma è facile dimenticarselo: Francesca parla con loro, ne asseconda la vanità, ne contrasta i capricci, fanno le primedonne e non è facile tenere a bada certe teste di legno (di tiglio). Bello vedere i bambini seduti in prima fila, per una volta non riservata alle tronfie autorità. Che oggi comunque non ci sono, perché con le lignolae figurae non si accattano voti come col Cabaret-amore-loro, e le marionette poi neanche votano (oppure sì, ne conosco tante…).

La personale di Vittorio Amadio a Chieti. Il perché di una mostra

A 15 anni dalla grande esposizione di “benvenuto al Terzo Millennio”, realizzata in Spagna, a Barcellona, nel dicembre del 1999, Vittorio Amadio intende ricordare e celebrare un momento che lo vide, unico artista italiano, esporre le sue opere insieme con quelle di Josep Maria Subirachs e di Pablo Picasso.
La mostra di Barcellona (alla quale fece seguito una “personale” nei locali del Camp Nou, il mitico stadio della squadra di calcio), consacrò il pittore-scultore-incisore di Castel di Lama (Ascoli Piceno) a livello mondiale e decine furono le mostre organizzate in Europa e negli Stati Uniti. Per assurdo però, come accade agli artisti mai soddisfatti di se stessi e del mondo intorno, Vittorio Amadio decise di sospendere l'attività espositiva, di ridiscutere il suo essere artista concedendosi un lungo periodo di studio e di approfondimento che lo ha portato a riformulare il rapporto con le tele, le carte, il legno, le pietre e ogni altro materiale utile a dare sfogo alla sua incontenibile voglia d'arte.