Ho
visto qualcuno sentirsi male dal ridere. Così mi sono avvicinato
anch’io, a uno dei nuovissimi totem che, posizionati nei punti
strategici della città, raccontano in sintesi la storia di San
Benedetto. Questo è il più centrale di tutti: in un italiano non
proprio eccelso, vi si parla come è giusto delle Opere d’Arte che
abbelliscono il Corso pedonale (sorvolando, meglio così, sul fatto
che gli illuministi sambenedettesi dell’epoca minacciarono un
referendum per sradicare quelle opere “troppo moderne” e
“offensive” per il decoro pubblico come lo si intende qua).
Sul
retro del totem - o sul fronte, dipende dai punti di vista - la
traduzione in lingua inglese. Ed è qui che casca l’asino (nel
senso di somaro). Non solo chi mastica un po’ d’inglese ma anche
il mio gatto Angelino Da Ponte (sul Tesino) sa bene che affidarsi al
traduttore automatico di GOOGLE è come il “noio
volevon savuar l’indiriss”
di Totò Peppino e la Malafemmina. E infatti - sorvolando sul resto
della traduzione - la vera chicca è che l’incolpevole artista Ugo
NESPOLO da Torino è diventato “The Turin artist
Ugo MEDLAR”.
[Medlar=Nespolo/Nespola, serve dirlo?]
Da
scompisciarsi. Meglio di Totò e Nino Taranto, di Totò e Peppino, di
Totò e Fabrizi, meglio di tutti quei film in bianco e nero che
malmenavano le lingue straniere con la gustosa ignoranza del
dopoguerra. Qui infatti, MEDLAR a parte, è l’intera traduzione
all’amatriciana che fa ridere a crepapelle, per leggerla
bisognerebbe pagare il biglietto come al cinema.
E
tuttavia mi pare che non se ne sia accorto quasi nessuno. Turisti
stranieri poi non ce ne sono, né adesso né tantomeno d’estate. In
giro solo pensionati e sfaccendati. Però, che sia stata
un’intelligente operazione per far diventare GOOGLE Socio Onorario
del Circolo dei Sambenedettesi? Certo è che in passato, con tutta la
nostra ruspante ma consapevole ignoranza, una cosa così non sarebbe
successa. Ah, come sei cambiata,
cara Sammenedette ‘mmì…
PGC
& MC
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