Una
memorabile Lectio magistralis di Jazz e di Swing, quella di Lino
Patruno.
A partire dalle origini, da quel Girolamo La Rocca da Salaparuta
avventurosamente sbarcato in America col suo bagaglio di musica da
banda di paese di Sicilia, che col nome d’arte Nick
La Rocca produsse
nel 1917 il primo disco della storia del Jazz. Cotton
Club delle grandi occasioni, ci sentiamo tutti come sui banchi di
scuola, nell’ascoltare rapiti questo prof affettuoso e speciale coi
suoi 6 “assistenti”: la lezione serale ha ripercorso più di 60
anni di Jazz “combattuti” in prima persona vicino ai maestri più
autorevoli, con le più famose orchestre, da protagonista e da
testimone, nei luoghi fisici dove il Jazz è nato e poi si è
trasformato, in tutte le sue vicissitudini.
24/02/15
22/02/15
Praga – Dresda A/R. Sensazioni
13
febbraio di 70 anni fa, Carnevale. Alle 22.08 l’allarme aereo
interrompe i clown del Circo Sarassini nel carosello finale del
martedì grasso e spinge gli abitanti di Dresda nei rifugi:
compostamente, in fondo l’ultimo bombardamento risale a mesi prima,
e non è stato granchè. D’altra parte, perché prendersela con la
più bella città tedesca, colta luminosa città del mondo lontana
dalla tenebra nazista…
14
febbraio 1945: dell’antica Dresda non esiste più nulla.
05/02/15
Cronache rinascimentali. Matteuccio da Firenze a Silviuzzo da Arcore (Carteggio segreto casualmente intercettato)
Matteuccio
da Firenze a Silviuzzo da Arcore
Compare
mio caro.
Poi
che fu creato questo nuovo Presidente, ho avuto due lettere da voi et
due da messer Totto vostro: le quali mi richiedono che io operassi
che voi foste scritti tra i familiari del Presidente. La qual cosa
avremmo ottenuta, ma per il numero grande né lui né infiniti altri
son stati approvati dalla Camera, perché dicono che tanto numero di
familiari, i quali tutti possono ottenere benefici senza pagamento,
fa che gli uffici non rendono.
Donato Di Poce - Mauro Rea. La stanza di Arles
È
come avere un gran fuoco nella propria anima e nessuno viene mai a
scaldarvisi, e i passanti non scorgono che un po’ di fumo, in
alto, fuori del camino e poi se ne vanno per la loro strada.
Vincent
Van Gogh
..quando
è l’amore a muovere le stelle e tutto quanto vive e cede la sua
vita, da una forma all’altra una veste o una pellicola o una pelle…
Si
potrebbe sintetizzare così quanto accade all’interno del libro La
Stanza di Arles, un
percorso in un coro di andata senza ritorno alla stanza di Vincent
van Gogh, fattasi anima e corpo di tutti quelli che, nel libro
presentato da Donato di Poce per CFR Edizioni, hanno depositato il
loro seme d’amore. Se fosse ancora vivo Vincent, e come non
potrebbe ancora non esserlo, se tutti lo ricordano e lo amano in
questo modo, avrebbe certamente formato un terzetto, con di Poce e
anche Mauro Rea, artista che ha creato il ponte tra un qui e un là,
Arles appunto, evocando nell’assenza l’anima di Vincent. Chi
manca è solo il corpo delle cose, compresa quella stanza, così
ripetutamente dipinta dall’artista olandese, in un ordine
impeccabile ripresa ogni volta e ogni volta senza altra traccia che
lei, l’assenza,
con cui di certo aveva stretto amicizia, fino alla tragica scomparsa,
riproposta, come appunto ha fatto anche Rea e Di Poce a suon di
tratti e ritratti di voce.
Non c’è rigo del testo che non dica
l’amore, per l’arte e anche per la vita, ed è una continua
citazione anche dove sembra altro il fulcro del discorso perché
l’arte si fa l’artificio esatto per dirlo.
Fernanda
Ferraresso
02/02/15
Saggio breve sul delirio di bruttezza. Il villino che non volle diventare palazzo e restò villino restaurato con amore
Quel
villino in prima fila, quasi all’inizio del lungomare di San
Benedetto del Tronto, resisteva a decenni di abbandono e incuria.
Sembrava di nessuno. Crepe profonde come ferite sui muri, infissi
sfondati, pericolanti il tetto e il bel cornicione in legno, tracce
di trasformazioni turistiche andate in malora. Derelitti e malconci i
cartelli “Vendesi”. Forse i proprietari erano esosi, forse
c’erano complicazioni alla vendita (eredità, fallimenti…),
aggiungici gli apparentemente inestricabili vincoli edilizi, l’ottusa
burocrazia delle Belle Arti…
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