Da una canzone di Leo Ferré nascono solo fiori, come da quelle di Fabrizio De Andrè. Poi ci sono modi e modi di raccontare venti anni di un festival prestigioso e prodigioso. Pier Giorgio Camaioni ha preso Vingt ans, mitica canzone di Leo e, sulla base delle traduzioni sparse di Giuseppe Gennari e Francesco Tranquilli, ne ha tratto una storia. Questa.
Vingts ans (*)
Solo vent'anni tra le mani
le strade piene d'auto,
protetti dagli air-bag,
gli sguardi fissi sui vetri.
L'amore è per un po',
che dura il tempo di un aperitivo,
di un jeans bucato, di una sbronza
e per il resto non importa.
Solo vent'anni in un teatro,
morto un Ferré avanti un altro...
non è vero, stiamo imparando
il Ferré usato non esiste.
La nostra gioia più ricorrente
ad ogni giugno ricomincia
e suonerà ad ogni Festival
come una sveglia accanto al letto.
Solo vent'anni tra le mani
non ci facciamo bei discorsi
che ci invecchiano i denti
che ci annoiano i ricordi.
Solo vent'anni, ma in tre giorni
come una vita in due settimane
come un bosco dentro una rosa
come una danza in un passo.
Pier Giorgio Camaioni
(*) libero saccheggio da Ferré, Gennari e Tranquilli
Lo splendido manifesto è di Sergio Staino (of course)
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