Pubblichiamo la poesia inedita che
Enrica Loggi ha dedicato al Nepal colpito un anno fa dal terremoto.
Il testo è stato letto ieri dall’autrice nell’ambito dell’evento
d’Arte e di Solidarietà “Le fil rouge”, organizzato
dall’Associazione Omnibus Omnes , al Palazzo dei Capitani di
Ascoli. Qui è stata allestita, a cura di Raffaella Milandri e
Riccardo Lupo, una mostra di svariati artisti del nostro territorio
che hanno donato una loro opera per un’Asta di beneficenza il cui
ricavato andrà devoluto a favore della ricostruzione di una scuola
elementare del Nepal.
Un
grido fioco si leva dalla terra
dove
il cuore degli uomini ha trovato il suo sepolcro.
L’aria
si è rarefatta e dentro gli occhi
è
diventata polvere.
Il
vento forte ha soffiato dentro i muri
svelando
a fiotti la sua nudità.
Abbiamo
trovato un’altra voce
negli
occhi dei bimbi ancora ignari,
ancora
pieni di perdono nella piega dei sorrisi,
mentre
la città ha perso le sue porte
i
suoi balconi le sue vesti.
Il
cielo non ha dimenticato quel suo grido,
s’è
fatto azzurro sulle mani tese,
di
fuoco nella curva dei pensieri.
Un
canto d’ogni colore ha sconfitto anche la pena
del
suolo crollato, di chi spera di rinascere
e
quello che ci chiede è un altro cuore,
il
ritmo senza sosta del donarsi.
Vivere
e poi morire è un’altra cosa
in
questa oasi di virgulti, di corpi arresi
di
canti resuscitati
di
occhi che chiedono e danno.
La
poesia trova per loro il suo volo
riconosce
il dono da fare
con
la parola che non può ferire,
e
trova ancora un tetto sotto il sole.
Enrica
Loggi
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