E’ passato un po’ di tempo da che
Salvo Lo Presti mi ha affidato il suo libretto azzurro. Ho lasciato
che le pagine penetrassero la mia memoria poetica per accoglierle
meglio nel mio sentire. Sono semplici, lineari quando non eleganti
confessioni della propria vicenda umana, guarnite da versi pieni
d’armonia, anche dove toccano corde difficilissime. Il pessimismo
sottile di Salvo è una corolla esistenziale ricca di eloquenti
sfumature. Il poeta ci fa semplicemente dono di sé e del suo
quotidiano, inquieto suo malgrado, desto ed assorto con le sue voci
inclini alla tristezza, ma vive di un loro energico dispiegarsi.
La pagina di Salvo è questo suono a
volte dissolto delle sue parole ma vigile nell’operare sulla
poesia. Nessuna vanteria, nessun “dejà vu”. I suoi versi
chiedono di poter entrare nella nostra coscienza come in un sogno, a
volte come una apparizione che ci chiama. Salvo si avventura nei suoi
giorni tra presenze leggere e celestiali che sorreggono i suoi versi
brevi e li lasciano vibrare come alla ricerca di una benedizione
della vita, uno smentire la sorte dolorosa nell’atteggiamento di
chi è strenuo testimone del proprio mondo.
Ci sono passaggi, in queste poesie, che
evocano l’infinito, la complessità dell’universo e la sua
cecità. Volano le parole a contemplare e ad illustrare un io
poetante che si esprime attraverso innocenti colori e gemiti, un
parlare quasi senza voce, una vita che si unisce alle cose attraverso
note dolenti-cangianti, nello spezzarsi del verso a rincorrere un
canto policromo che raggiunge l’orecchio e non lo abbandona.
*
Salvo Lo Presti vive a Cupramarittima.
E’ attore teatrale e ha collaborato con diverse compagnie. “Diario”
(2015) è la sua opera prima. Attualmente è collaboratore e
redattore di UT.
*
Ho viaggiato tutta la notte
per ritrovare un altro mondo,
un’altra vita, probabilmente.
Cerco le mie domande
in una punta d’azzurro.
Nell’ultimo cerchio
scorgo ombre ibernate.
Lentamente ogni cosa fluttua
in vortici slegati.
per ritrovare un altro mondo,
un’altra vita, probabilmente.
Cerco le mie domande
in una punta d’azzurro.
Nell’ultimo cerchio
scorgo ombre ibernate.
Lentamente ogni cosa fluttua
in vortici slegati.
*
Ti hanno colorata con i pastelli.
Azzurro e viola.
Forse verde.
Profumo di corteccia umida
e tenera pelle.
Ti hanno colorata con i pastelli.
Azzurro e viola.
Forse verde.
Profumo di corteccia umida
e tenera pelle.
*
I giorni si susseguono
senza riuscire a parlarsi.
Io fingo di esserci
e vado avanti.
Non mi accorgo di nulla.
senza riuscire a parlarsi.
Io fingo di esserci
e vado avanti.
Non mi accorgo di nulla.
Enrica Loggi
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