Al Teatro delle Energie di Grottammare,
Piergiorgio Cinì e i suoi attori ci hanno regalato un capolavoro.
Affrontare la pagina di Pasolini è un compito assai arduo, ma i
testi poetici che vengono affidati a ciascun attore e alla sua
raffinatissima mimica ricordano il Poeta nella fine, tuttora attuale,
aria del suo dire, mostrandoci con trepidazione il difficile mondo di
Pier Paolo tenue e lacrimante, sublime e mite.
Parole come sassi
abbandonati nell’acqua col loro moto concentrico, diviso tra il
singolo attore e il resto degli altri che sono forti echi, simboli di
un’umanità fervida e insieme dubbiosa, dolorosa quel tanto che
basta per rammemorarsi a noi, che abbiamo visto passare nel buio
della sala la vita, la carne, l’urlo, la passione, il tremore della
morte, lo splendore della verità.
Davanti a noi sfilavano con le
loro anime docili i discepoli della vita, gli amanti di un clamore
che si divideva in più note, toccando la nostra materia vivente e
lasciandoci scuotere dai corpi in movimento, il loro ondeggiare, le
loro voci, l’ironia, il sospiro e l’umanità. Tutto consegnato a
noi senza veli, durevole e compiuto nella recitazione, che ci ha
comunicato splendidamente un amore stremato per un riscatto di là da
venire. Diretti dalla magia di Paola Chiama, in movimenti sincronici
attraversati dalle luci, studiati eppur leggeri, spontanei gli attori
prestavano le loro fitte sagome al divenire della luce e delle
parole, e sullo sfondo una scena ondivaga, trascinante, ipnotica, in
forte armonia con se stessa.
Siamo usciti diversi, increduli,
cambiati, partecipi, nella notte che ci accarezzava regalandoci un
ritorno a casa umile e forte insieme. Tutti i volti che si sono
soffermati a dirci la forza, il fascino, la profezia di una vita ora
sono nel nostro cuore e nella nostra memoria, benedetti per
sempre.
Grazie, Re Nudo, oggi ti vesto a festa!
Enrica Loggi
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