Divertente e accattivante. Basterebbero due parole per inquadrare nel contesto degli "Invisibili" la prova della Compagnia Berardi Casolari.
Questa (apparentemente) improbabile compagnia emiliano-pugliese, ha invece dato prova di una invidiabile sintonia, sfociata in 70 minuti di teatro "strano", originale, niente affatto scontato, godibile fino alla risata liberatoria di molte delle battute di Gianfranco Berardi.
Sullo sfondo della tragicommedia (come la compagnia ama definire gli spettacoli che produce), un omaggio al pugliese per antonomasia, che non è Al Bano ma Domenico Modugno, le cui note disegnano un tappeto indispensabile alla riuscita della piece, e che rappresentano la colonna sonora della storia di un attore in cerca di palcoscenico, anche se oggi sarebbe meglio definirlo "l'attore".
I teatri e le sale cinematografiche chiuse, riaperte come bar-ristoranti-pizzerie-jeanserie, che grazie ai contributi pubblici tornano alla loro storia originale, sono uno degli spunti che maggiormente abbiamo apprezzato perché veritiero al di là del vero, perché le assi dei palcoscenici, cambiate con pavimentazioni di cemento, sono diventate merce da barbecue di sindaci, assessori e geometri.
L'ansia di portare Amleto in un piccolo paese di provincia, si trasforma in una incontenibile frustrazione che porta l'attore a emigrare, a cercare strade e luoghi dove esibirsi, a ridursi anche a uomo delle pulizie pur di respirare l'aria sacra di un teatro che non vedrà mai le sue scene ospitare un testo qualsiasi né uno straccio di protagonista.
Lontano dagli schemi canonici delle rappresentazioni teatrali, "Io provo a volare" rappresenta il giusto mix fra teatro tradizionale e una innovazione intelligente che non prova a stupire né a essere ruffiana con lo spettatore. Perfino i frizzi e i lazzi fisici di Gianfranco Berardi (supportato sulla scena dalla chitarra del fratello Davide e dalla fisarmonica di Giancarlo Pagliara), che in alcuni momenti ci hanno ricordato i telegiornali o i comizi referendari Lis, quelli per non udenti, alla fine hanno fatto parte del gioco fino a diventarne una divertente parodia.
Co-regista e addetta alle luci, Gabriella Casolari, co-autrice anche del testo.
Buonissima partenza, questa degli Invisibili 2016, anche se c'è da dire che difficilmente ci hanno deluso.
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