A BrassBand schierata, direttore sull’attenti e riflettori puntati, c’è un sacrale super-silenzio nella penombra del Ventidio Basso, quando Lito Fontana pronuncia la frase di rito “Jury, are you ready?”. Dopo attimi di pausa ecco il sì, uno squillante DINN... un suono di campanello: come un fischio d’arbitro, o un BANG in atletica. Partiti.
Per le ferree regole di questi importanti concorsi nessuno - men che meno la giuria (tutta straniera, qui ad Ascoli) - sa il nome della Band, da dove viene, ignoto perfino il suo direttore.
Tutti muti, prima e dopo, anche un “grazie” finale potrebbe tradirne la provenienza… Dal palcoscenico, “solo” radiosi emozionati faticati riconoscenti sorrisi, ma anonimi, impersonali, come frenati.
Nella sobria presentazione, Lito aveva rivelato - a pubblico e giuria (in inglese, of course) - soltanto i nominativi degli autori (stranieri, ovvio) delle due musiche per ciascuna Band da eseguire in successione. Per noi tapini, ignoti pure quelli. Non ci resterà che applaudire, sorpresi entusiasti e convinti.
Tre le BrassBand in concorso: la n°1, la n°2, la n°3. [ZAC. Lapidario. Numeri.] Tutte in rigoroso elegante nero d’ordinanza, ma: cravatta bianca (e bretelle bianche, i percussionisti) la n°1; cravatta rossa la n°2; papillon bianco la n°3 (esibitasi per prima, forse a sorteggio).
Dunque: “cosa” hanno suonato. Eh, non lo so, ad eccezione del tema di John Barry dal film Goldfinger eseguito dalla n°3, l’unico riconoscibile. Poi mistero e sorprese.
E’ che forse noi abbiamo dei pregiudizi su formazioni similari: solo fiati e ottoni, senza strumenti a corda o comunque di legno, più al massimo piatti e grancassa. Le nostre care bande. Scorrazzanti per le strade paesane alla Festa del Patrono, o rinchiuse in quei palchi tutti lampadine, variopinti come giostre. Che suonano anche dignitosamente, magari in affanno. Ma quasi solo operette, romanze, spezzoni di lirica, marce, marcette, canzoni napoletane. Musica popolare, affettuosa, orecchiabile - si può dire prevedibile? - che ti rimane in testa per un po’ o ti perseguita per giorni…
Ecco, questo delle BrassBand è invece un pianeta a parte. E’ musica speciale: studiatissima, complicata, impegnativa da ascoltare e da seguire, difficiletta da comprendere. Ti ci vuole un po’, ma poi ti prende e l’apprezzi con entusiasmo.
Musica concepita e progettata ad hoc, come scritta su “altri” pentagrammi, con tempi mutanti che mai si ripetono, invenzioni da lasciar di stucco, connubi di frequenze, di strumenti, di note inimmaginabili; sorprese continue, e niente linee melodiche né canoniche armonie e accordi standard. Altri schemi.
Non le dissonanze e le fantasie del Jazz, eppure… Niente a che vedere con la ostica musica contemporanea, eppure… Non esistono “atmosfere”, eppure… Qui è matematica, non geometria. E niente tecnologia, si capisce. Il bello è che tutto si dissolve mentre l’ascolti, dopo ti ricorderai niente e tanto, e dovrai quasi dare una “numerazione” alle emozioni, altrimenti sono nuvole…
Abbastanza “tradizionale” invece il colpo d’occhio, però con più movimento e leggerezza delle Orchestre di Classica. E, almeno nei concorsi, si bada anche ai dettagli: ho visto prendere e posare con simultaneità svizzera 6 sordine per tromba; avvitare altrettanto agilmente grosse simil-pentole (e le chiamano sordine…) sui bassotuba allineati come soldati; e percussionisti balzare come acrobati da una postazione all’altra; direttori pesantucci volteggiare; l’armeggiare di buffi coni di cartone dal bordo rosso; il roteare di bastoncini sui vibrafoni; e quei pensosi, rari, colpetti di triangolo, che stile…
Musicisti di ogni età, soprattutto giovani, alcuni quasi bambini, un quattordicenne dell’Alto Adige (scovato dopo, fuori, nei suoi panni di ragazzetto, parla tedesco). Quelli pittoreschi con barbe e baffi da concorso, quelli normalissimi come elettricisti, quelli addirittura troppo timidi. Ma perchè mi appaiono tutti marziani…
Non so se Ascoli si sia resa conto della fortuna che le è capitata, di cosa ha ospitato nel suo Teatro cittadino, di che genere di musica ha potuto godere e di che livello: niente meno che il Primo Concorso Nazionale di (nordiche) BrassBand, qui nelle Marche!
Una “follia” di Lito Fontana, un regalo, puro slancio di musicista.
Forse dopo, alla Serata di Gala - gratuita - ci sarà stato il solito pienone di sorridenti politici-notabili-bellagente da red carpet; ma giuro che il pomeriggio, c’era più gente a vagolare nella vicina Piazza del Popolo e all’ennesimo mercatino Piazza Arringo, o incollata alla tivù sotto gli stonati gazebo-a-ombrello a palpitare per la partita Ascoli contro Vattelappescachi, che al Concorso dentro al Ventidio, a nutrirsi - gratis! - la mente e il cuore con un evento che non ricapiterà più.
Ma perché sorprendersi: comunicazione quasi zero, manifesti quasi zero, silenzio-assenza dei giornali prima e dopo (a parte qualche contrattuale fuggevole velina)… e nelle scuole, ne avranno parlato?
Io mi sarei aspettato che per un evento eccezionale come questo, il Comune - come minimo - avesse riempito vie e piazze di trombe, tromboni, bassotuba e bombardini, li avesse appesi luccicanti e festosi ad ogni angolo di strada…
PGC
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