Il ritornello di “A piedi nudi”, facile e affettuoso a tempo di milonga, può sembrare il marchio di Pietro Verna. Malinconico, già quasi amaro. Leggero e profondo. Educato. …Pioggia lenta d’autunno, piedi nudi seducenti, gatti e ombrelli per strada, mani sparse che imparano il linguaggio dei sensi… e con l’ottobre in agguato, un ottobre stremato che lascia (solo) un fiore tra le persiane… quindi stancami, lasciati andare e ignora la fine. (…)
Ma questo meridionale ragazzo è molto di più. Già due dischi, di parole e musiche tutte sue. Parole calcolate. Costruttore di testi pensati, studiatamente spontanei, orchestrati da colori in beige, dalla giusta “punteggiatura” (le parole e la vita han bisogno di segni). Parole di senso, non per canzonette. Che raccontano più pensieri e desideri che storie, più sogni e umori che mezze verità.
Chissà se lo pensava anche Jannacci: a quelli che di sabato son tristi e si nascondon da Leopardi (per paura d’esser visti) converrebbe ascoltare cosa dice la notte. E quella Genova amara, vestita di ambiguità, dai quartieri di corpi impauriti, proibiti, affamati, ma dai moli perfetti senza difetti per barche per pochi eletti. Che Genova ha i giorni tutti uguali si sapeva, ma ci sarà un balsamo che possa addolcire gli affanni? Passerà l’amaro?
Musiche quiete. Non banalmente rassicuranti. Le tracce - mai nascoste - dei Fossati, De Andrè, Giorgio e Paolo Conte, Battisti, Gian Maria Testa… e perfino (ma pensa!) Gabriella Ferri, conducono in territori esplorati ancora da meditare, in gran parte. Lo stesso Verna “prova a cercarsi”, a guardarsi, spiarsi in metropoli urlanti, tra ritmi di Cuba dove però di lui non c’è traccia… Vorrà trovarsi invece su sabbie bagnate con orme di donna, incontrarsi in piaceri di seta, lì c’è una voce che parla di lui… Lui che osserva anche i tempi trascurati dei pomeriggi, lui che fa ritratti interiori, lui “viaggiatore viaggiante” coraggioso e capace.
[… la voce più adulta dei dischi, oggi compie 31 anni…]
Anche Francesco Galizia è in viaggio stasera, con la fida “Borsini” dai sapori di Castelfidardo e di Francia, di tango, di Jazz. Accompagna con garbo, eleganza, virtuoso senza darlo a vedere, quasi silenzioso eppure importante lungo le traiettorie delle mongolfiere, tra (immaginarie) carezze d’arpa e tristi viole…
E’ giunta mezzanotte, al sicuro di Puerto Baloo, da questa parte del mare che un po’ si nasconde, con fuori ombre lievi e fari spenti. Così il sipario si chiude ricordando Modugno, è dell’Uomo in frac l’inchino di saluto. Nostalgia, tenerezza, lieve amarezza. L’atmosfera gusto vintage di un amaro che piace e fa bene. Bon nuit, bon nuit…
PGC
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