Giallo
splendente è il colore di Pordenonelegge, una testa di asinello con
le orecchie dritte dritte e il pelo lucido, nero e sfumato di bianco
sul muso, il logo scelto per la XVIII edizione, simbolo di pazienza
e ascolto, ma anche di misteriosa sapienza animale – qualità
necessarie al lettore pronto a immergersi nell’avventura dei libri
e degli incontri con gli autori. Tutta la città, con le sue
vetrine, le strade, le facciate degli edifici storici, le magliette
dei duecentoventi angeli volontari del servizio d’ordine, appare
vestita di questo giallo che ha illuminato giornate autunnali e
scrosci di pioggia incombente sui tendoni degli spazi allestiti per
accogliere gli ospiti più famosi e i banchi dei libri degli editori
a kmzero e non solo.
A Pordenonelegge ti devi organizzare e poi ti godi il tuo programma
personale e gli imprevisti del caso. Ti può capitare, come è
accaduto alla mia amica che in questa città ci vive, di incontrare
in un giorno tutti gli amici e conoscenti che solitamente vedi in un
anno intero: un saluto, passi veloci sotto i portici commentando
qualche evento, e via zigzagando tra la folla.
T i può
capitare di assistere grazie al tuo pass della
stampa alla registrazione di un’intervista per la RAI di Vandana
Shiva: le poche sedie riservate al pubblico sono vuote –
l’appuntamento ufficiale sarà nel pomeriggio, affollatissimo, - e
tu ti godi a distanza ravvicinata la Grande Madre indiana avvolta nel
suo sari viola, il bel viso dalla sguardo luminoso, i capelli
raccolti, la maestà che emana da tutta la persona. Ascolti
emozionata le sue risposte, tradotte dall’inglese quasi in
simultanea, piene di energia contagiosa Riguardano la sorte del
pianeta, la sacralità della Terra,la costruzione di un movimento
democratico globale contro la privatizzazione
delle risorse naturali e i cibi geneticamente modificati, i temi per
i quali ha lottato per tutta la vita e che verranno ampliati e
ripresi nella presentazione dell’ultimo dei suoi numerosi libri, La
terra ha i suoi diritti. La mia lotta di donna per un mondo più
giusto – ma in quella strana intimità è
un’altra cosa, scatti timidamente qualche foto, è il più bel
ricordo che porterai con te.
A Pordenonelegge si sente parlare molto di saghe, di romanzi e racconti
che escono a puntate come nei feuilleton ottocenteschi: ti meravigli
un po’ e stai con le orecchie dritte e lo sguardo attento a
osservare quell’immersione in un mondo fatto di personaggi, di
piccoli paesi delle periferie, diventati emblematici di una realtà
di emarginazione e di sofferenza o di altri sentimenti universalmente
condivisi ma sottratti al caos della vita quotidiana e salvati nelle
storie .Due esempi per tutti le scrittrici Elisabeth Strout e
Jennifer Niven, entrambe americane. Le storie si allacciano una
all’altra mescolando piacere e attesa, curiosità e
immedesimazione. Curiosità c’è anche in te, che hai una idea
diversa di letteratura e altri maestri che hanno segnato il tuo
cammino, e guardi con un po’ di invidia gli scrittori circondati da
stuoli di fan che fanno la fila per farsi autografare il libro appena
acquistato. Chi lo sa che cosa si prova!
Preferisci
comunque gli spazi più piccoli, nei conventi come San Francesco o
nei palazzi antichi, come il Montereale Mantica, la Galleria Bertoia,
il Gregoris: qui scopri la Libreria della
poesia, una stanza molto accogliente,
scaffali tutt’intorno dove intere collane di poesia fanno bella
mostra di sé e dei loro autori, una volta tanto non relegati negli
angoli meno in vista delle librerie. Un’atmosfera più rarefatta si
respira, naturalmente anche negli incontri, ma si sa, la poesia è
per pochi, e i poeti diventeranno famosi, alcuni, dopo settecento
anni, come è stato detto allegramente da uno di loro.
In uno di
questi spazi ti godi la vincitrice del premio Campiello di quest’anno
e il dialogo intrecciato intorno al suo romanzo,
L’arminuta, e anche i giovanissimi, alcuni
ancora studenti di liceo, della selezione del Campiello giovani.
Leggono passi dall’antologia che raccoglie i cinque racconti
finalisti. Sono intelligenti, bravi, già partecipi di problematiche
dolorose e complesse, alcuni hanno una scrittura che ti sorprende,
ritrovi il monologo interiore, questa sì che è una sorpresa!
E quando sei
per strada le sorprese continuano, ti fermi perché vedi sfilare
bambini si e no di prima elementare, non strillano, in fila per due e
mescolanza interetnica bella da vedere. Come loro sono belli negli
incontri gli studenti più grandi, motivati, attenti, non guardano
nemmeno i cellulari o lo fanno così discretamente che non te ne
accorgi. Provi nostalgia per esperienze scolastiche lontanissime nel
tempo, tu eri la prof, ci provavi, occasioni così ti sarebbero
piaciute, e molto.
Pordenonelegge
è un’infinità di stimoli e di momenti da ripensare, nel bene e
nel male, una maratona letteraria come sono ormai tutti i festival,
le rinunce sono inevitabili data la contemporaneità degli eventi ma
l’organizzazione è quasi perfetta e la puntualità sempre
rispettata. Un luogo a sé è il teatro Verdi, sorto negli ultimi
anni: struttura bianca e morbida lievemente planata in mezzo al
centro antico, dove hai avuto modo di incontrare nel tempo alcuni
mostri sacri della letteratura e dove avviene l’inaugurazione del
festival, quest’anno aperto con l’ospite d’onore Carlos Luis
Zafon e il suo Labirinto degli spiriti. Altri
due ospiti di eccezione sul palco del Verdi il premio Nobel nigeriano
Wole Soyinka e Luis Sepulveda, alla cui presenza ti senti parte, per
un istante, di un pezzo di storia, vicina e lontana, che riguarda
anche te.
Voglio
concludere con il ricordo di Ungaretti e la presenza dell’amata
Bianca Bruno, che introduce la presentazione delle lettere inviate a
lei, giovanissima, dal vecchio poeta: abito rosso, presenza
fluttuante sul palco dei relatori, un” saluto” in carne e ossa,
quasi una materializzazione dell’amore dei poeti che si permette di
essere fuori misura, ispirato, strano e misterioso. Il pensiero
ritorna ai territori dell’immaginazione, dove tutto diventa
possibile, e ai versi di un altro grande poeta, T.S. Eliot: I
vecchi dovrebbero essere esploratori…
Maria Grazia Maiorino