Spesso, anche da queste colonne,
abbiamo pianto lacrime amare per la chiusura di un giornale vissuta
come lutto, personale. Siamo convinti da sempre che la pluralità
dell'informazione sia il sale della democrazia, la base per il
rispetto di tutte le idee e di tutti i pensieri. Quando per ragioni
economiche, o peggio politiche, un organo di informazione chiude, una
delle voci che contraddistingue il nostro modo di essere cittadini, e
non solo consumatori, si spegne inesorabilmente. E resta l'amarezza
per ciò che avrebbe potuto essere o rappresentare in uno stato che
vuole, indefessamente, considerarsi democratico.
Domani, invece, un organo di
informazione nuovo di zecca si affaccia sulla scena giornalistica non
solo locale, perché “Il Graffio”, diretto dalla redattrice di UT
Rosita Spinozzi, va oltre.
Il Graffio punta, ascoltata la
direttrice, su una informazione di qualità. Oggi, spesso, la fretta
ci impedisce perfino di rileggere ciò che abbiamo scritto con
conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti: la lingua italiana è
diventata un optional e ci rifugiamo dietro al concetto di “refuso”
anche quando si tratta di madornali errori grammaticali o
sintattici. C'è poi un uso distorto delle parole perché, sempre a
causa della fretta, non ne conosciamo il significato e branchia e
branca diventano suppergiù la stessa cosa come se i pesci
diventassero all'improvviso scienziati.
Ma l'informazione di qualità non è
solo quella ben scritta. È decisamente quella pensata, soppesata,
verificata e solo poi scritta, corretta e pubblicata.
Riprendendo il vecchio concetto
anglosassone dell'informazione, quelli del Graffio si sono resi conto
che secondo il comune sentire non c'è alcuna differenza fra un fatto
e una notizia, che basta riempire le pagine di corbellerie e il
lettore sarà felice come una Pasqua a Natale, che basta una foto
accattivante per rendere appetibile un articolo.
L'altra scommessa del Graffio, che
nasce con qualche uttiano dentro, è quella di puntare su una
informazione che sia parte integrante della vita delle persone, una
sorta di giornalismo inteso come “servizio” del quale si sente
oggettivamente una gran mancanza.
Domani pomeriggio, dalle 17 alle 20, in
via Legnago 60 a San Benedetto del Tronto, il Graffio sarà aperto a
tutti regalando un brindisi, un sorriso e un impegno: quello di fare
del buon giornalismo per non annegare fra i marosi del qualunquismo
d'accatto.
Massimo Consorti
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