[San Benedetto, l’Amministrazione difende il suo autoscontro]
Un quadretto ridente e gaio emerge dalle esternazioni pubbliche di “autorevoli (!) esponenti dell’amministrazione comunale” sul contestatissimo autoscontro recentemente piazzato in Viale dei Tigli.
C’è infatti un’assessora che “con molti miei amici” s’è subito fatta un giro in giostra e s’è divertita tanto “come ai vecchi tempi”. Un altro autorevole eccetera che gongola perché “l’esperimento (esperimento?) è riuscito” e frotte di adulti un po’ cretini e di bambini a loro vicini si sono divertiti tanto pure loro.
È fortunata, San Benedetto: vanta politici giocondi, sanno come ci si diverte e si adoperano per renderne partecipi i cittadini. Missione nobilissima che non conosce ostacoli, avanti tutta se c’è da piazzare una giostra, un autoscontro, un lunapark: gli alberi che impicciano si segheranno, le siepi si taglieranno, i prati si asfalteranno.
Certo può capitare che i giocondi amministratori a forza di divertirsi si facciano prendere la mano e per distrazione una certa giostra finisca per piazzarsi dove non dovrebbe. Come ‘sto benedetto autoscontro, nella zona dell’ex Galoppatoio, a un-metro-uno dal lungomare. Ma suvvia…
È vero, è un’autentica schifezza, cazzottaccio brutto nell’occhio, riesce a far sembrare decenti perfino le orrenditudini che ci sono intorno; è una giostraccia arrugginita che non l’avrebbe voluta manco Fellini per il mangiatore di fuoco Zampanò e la triste Gelsomina del suo film; è vero, per infilarcela hanno segato grandi rami di grandi alberi, eliminato siepi, distrutto e sbancato; è vero, è pericolosa, sbuca direttamente sulla strada, in curva, fra le auto che corrono, ci finiranno sotto quelli che scendono rintronati dagli scontri.
È vero, non ha manco l’autorizzazione a svolgere attività di pubblico spettacolo, ma questa è burocrazia.
Insomma, gliene dicono di ogni. Ma l’amministrazione, vanto di questa città, sta come torre che non crolla e non si lascia intimidire. Così si fa. Venghino signori, dicono, a guardare come ci si diverte davvero, ci siamo fatti un giro noi per primi e guardateci, siamo più giocondi e più bravi che pria.
E poi qua decidiamo noi e chi non gli sta bene rosichi, è il sano principio del Marchese del Grillo, io so’ io e voi nun siete un…
E se qualche esponente del decomposto PD sbrocca e grida allo scempio - ma, coraggioso, non fa nomi “se no mi becco una querela” (sic) - è solo perché, immemore degli scempi ambientali precedenti, tutt’uno con gli attuali, incorre nella sindrome che le neuroscienze chiamano con eleganza: “il bue che dice cornuto all’asino”.
Noi dunque - questa è più meno la linea dei gai amministratori – difenderemo a oltranza la nostra posizione sul caso tenendo alta la bandiera della giocondità, coerenti col giocondo spirito dei tours scolastici del rapper Mudimbi: maitre-à-penser a sua insaputa, educatore per caso chiamato nelle scuole a dilettare la gioventù del loco, protagonista quotidiano di estasiate cronache di giornalisti e giornaliste in preda a orgasmo multiplo.
Attenzione, con questi amministratori e questa stampa e questi dirigenti scolastici, San Benedetto rischia seriamente di diventare la prossima Capitale mondiale della Cultura.
Sara Di Giuseppe - 11 aprile 2018
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