31/07/18

Spoleto alle erbe

[ Di stupefacente non cè solo il Festival dei 2Mondi ]


       Meno male questo posticino in Via dei Gesuiti scovato per caso -  La Piazzetta delle Erbe / Ass.Cult. Semi di Zucca - dove ti salvi dallesoso (e disorganizzato) stupefacente Festival che o compri i biglietti o mangi.

       Meno male questangolo di quasi silenzio, dallatmosfera confidenziale di locanda di paese: arredi liberi senzombra di design, faticati, scorticati, pitturati come viene viene; portelloni di legno di chissà quali finestre coi menu scritti a gessetto in bella diligente grafia; sedie fantasy spaiate ma comode; tavoli di una volta: cassetto per le posate - gambe a punta - piano in fòrmica; il grande specchio tutto curve di romantico controbuffet addossato al muro; il bancone di artigiano dalle molte vite; lingresso/vetrina quasi da officina che non ti fa promesse col trucco. Legno, poca plastica, zero tecnologia. Nellaria spinta dal ventilatore depoca unaria leggera di Jazz

       Come entri ti avvolge subito labbraccio aromatico di erbe ortaggi e frutta, profumi di fresca campagna umbra: vengono dalla piccola cucina nascosta sul retro e da quelle cassette di legno impilate in vista nellangolo, zeppe di zucchine cetrioli melanzane peperoni sedani più erbe varie. E, come nei Topolino che non leggi più, timmagini la comparsa di un ballon a pennacchio con più punte che - sniff sniff - esalano dai posti più impensati.

       Fuori di qui, questi profumi derbe non ci sono. Spoleto di questi giorni è una festa per gli occhi, un concentrato darte, architettura, eventi imperdibili e unici; ma è purtroppo anche un market a rimorchio del Festival, che ha smarrito negli anni il legame prezioso con lautenticità del suo territorio. Troppa moda, troppa aria fritta, troppa supponenza, troppa vana-gloria. E troppi costi uniti a disorganizzazione, specie per noi tapini che facciamo chilometri.

       Fortuna allora questa Piazzetta delle Erbe: luogo che respira di suo, che emana poesia senza dirlo, che ti incita ricordi estinti e ti ristora con quel poco che è tanto, per chi ha bisogno solo di un posto franco dove ricrearsi e rigenerarsi naturalmente. Il Festival qui non cè. Anche se qua vengono a gruppetti alcuni suoi artisti attori musicisti che sono umani anche loro cercano come noi unoasi, unisola, un mare riparato più piccolo e più amico, un luogo intimo 

       Eri venuto solo per mangiare, quasi te ne sei dimenticato ma quei due dallo sguardo lieto e il parlare familiare fra poco ti porteranno senza ansia quello che hai scelto (ma che non avevi ben capito): gusterai allora erbe & C pensose e buone, mescolate con sapienza antica e fantasia. Per niente care, vedrai alla fine. Poi, se vuoi, un fidato dolce davvero appena fatto e caffè con la napoletana, cui non devi metter fretta.

       Sì, fuori cè il Festival che ti reclama, ah se anche quello - e Spoleto - fossero un po alle erbe


PGC - 30 luglio 2018


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