[Ex stadio Ballarin: la nuova immagine di San Benedetto coi pupazzi del carnevale]
Non solo la forzata demolizione del vecchio stadio BALLARIN è un grattacapo per l’Amministrazione: c’è anche, non da poco, lo sfratto dei carri del Carnevale dagli orridi capannoni (attaccati alla tribuna del Ballarin) che per decenni hanno immiserito l’ingresso nord di San Benedetto dal lungomare.
Oggi, senza quei capannoni e con i carri lì all’aperto come una scolaresca in libera uscita, il piazzale non è certo peggiorato, anzi. Dal sembrare una discarica, con le oscene “vele” pubblicitarie parcheggiate abusivamente sullo sfondo dei capannoni stracciati e il grigiore cementizio intorno, adesso almeno appare “allegro” e simpaticamente buffo, pur acciaccato bruciacchiato rintronato.
Sembra il set di un film di Fellini: vivo, fantasioso, grottesco, paradossale, favolistico, pieno di immaginazione e poesia. Anche se immobile e svaporato, come un pezzo di pellicola sfuggito al rogo [proprio ieri alcuni pupazzi raminghi si son dati fuoco per la depressione].
Arrivandoci a piedi, in bicicletta o in auto, pur con gli impicci quotidiani in testa, ti viene spontaneamente il sorriso, ti rassereni, vai quasi in ricreazione… come se entrassi in un cinema confidenziale dove danno ancora La Strada… con la soave Gelsomina e il rozzo Zampanò e i giocolieri e lo sputafuoco… Oppure afferri ricordi di carnevali lontani, quando i carri ti divertivano coi loro sberleffi politici e ogni spettacolo ti appariva magico… Era un neo-realismo giocoso, luccicante, a colori…
Propongo di lasciarli lì i carri, all’aperto, con tutti i giganti di cartapesta al loro posto. Che siano solo rimessi in ordine, riverniciati, ripuliti da ammaccature, ragnatele, vecchiaia.
Illuminateli. Saranno per tutti uno spettacolo gratuito inconsueto affettuoso intelligente.
E San Benedetto per puro caso avrà, almeno lì, un “biglietto da visita” migliore.
PGC - 1 dicembre 2018
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