Mostra di Mario Vespasiani “Le cinque tigri mistiche”
Ripatransone
One Lab Contemporary
23.12.’18 – 20.1.’19
Chissà se balena anche nell’immaginario pop di qualcun altro, ma come entro in Galleria [One Lab Contemporary] mi torna in mente in un flash quel famoso e fortunato slogan della Esso anni ’60. Certo, una tigre a Ripa te la puoi immaginare al massimo incontrando un solitario gattone fra la sterpaglia delle “Fonti”… Figurati cinque. Qui non è il loro ambiente.
Per Mario Vespasiani invece è facile: lui le tigri, con sprezzo del pericolo, le dipinge. Nel suo studio ne ha addirittura cinque, in questi giorni. Niente gabbie o sbarre o stupidi giochi al grido del domatore. Le cinque tigri se ne stanno buone ma vigili lungo i muri, pensose. Ti guardano con insistenza, con quella faccia un po’ così, quell’espressione un po’ così.
Magnifiche come lo sono tutte le tigri, ma queste di più, mica sono fotografie. Le senti vive, quasi fossi in Africa. Ti sposti e loro ti seguono con lo sguardo, e se provi a sostenerlo i tuoi occhi vanno in tilt, quasi in fuori-fuoco. Non trovi neanche strano che alcune di loro abbiano doppi occhi!
Mario attinge alla fantasia come farebbe un bambino ma con ispirazione e mestiere d’artista: così ecco i due occhi in più, e quei musi di tigre (meglio sarebbe dire “volti”) irradiano all’infinito forza e poesia, passione e mistero, amore e timore, “paura e sogno”.
Tecnicamente si potrebbe dire che l’artista ha prodotto un’ “immagine aumentata”. Ed è l’invenzione che caratterizza la mostra, ti avvicina al misticismo di cui la tigre è portatrice ab antico, al simbolismo delle cinque tigri mistiche “protettrici dell’ordine spaziale e dominatrici del caos”.
E comunque la tigre non devi spiegarla, anche un neonato sa cos’è. Metafora universale e vincente, lo era perfino in quell’indimenticata pubblicità di Carosello, bucava lo schermo, piaceva anche alla tua macchina.
E piacerebbe a quella del Comune, qui a Ripa, bisognoso con urgenza di “un tigre” nel suo motore.
PGC - 31 dicembre 2018
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