Ad Ascoli, che esiste davvero checché ne dicesse il geniale Giorgio
Manganelli*, ci sono andato oggi. Non in corriera, che l’ho persa.
Con la littorina. (qui l’era delle Frecce deve ancora arrivare)
Manganelli*, ci sono andato oggi. Non in corriera, che l’ho persa.
Con la littorina. (qui l’era delle Frecce deve ancora arrivare)
In Piazza del Popolo, che Manganelli credeva fosse immaginaria,
ho preso un caffè con un amico che non vedevo da anni.
Trangugiava un’Anisetta profumatissima e in mano aveva
un sacchetto d’olive ascolane appena comprate.
La Mostra di Tullio Pericoli ieri non c’era, ma oggi sì
(e si potrà consumare fino a maggio 2020, entro la data
di scadenza dei quadri impressa dietro la cornice).
Mostra bellissima, invitati delle grandi occasioni,
sono entrato senza pagare, hanno tagliato il nastro davanti a me,
i riflettori m’hanno accecato…
sono entrato senza pagare, hanno tagliato il nastro davanti a me,
i riflettori m’hanno accecato…
C’era pure Tullio Pericoli, anche lui eccome se esiste!
Neanche è stato pericoloso, avvicinarlo.
Però su una cosa Manganelli aveva ragione:
non ho visto neanche una macchina targata AP.
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“Mi dicono che
una corriera vada ad Ascoli.
Non posso fidarmi di una
corriera, la quale può essere
coinvolta in una congiura
provinciale, il cui scopo è
appunto quello di far credere
che Ascoli esista. Non ho
mai visto una automobile
con targa di Ascoli”.
* Giorgio Manganelli, “Esiste Ascoli Piceno?” in “La favola pitagorica” Adelphi, 1991
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PGC - 21 marzo 2019