ovvero
San Benedetto e la Wonder Wheel de noantri
Non immaginavamo che lo squallore espressionisticamente rappresentato dal genio di Woody Allen - in uno dei suoi film più pessimisti, ambientato in una Coney Island anni ’50 - l’avremmo visto plasticamente duplicato in sambenedettese, nel nuovo Luna Park di Piazza Mar del Plata - vicinanze del Molo Sud - dominato dalla ruotona panoramica, la Wonder Wheel de noantri. Qui anche giostre e chioschi, autoscontro e attrazioni e sgocciolanti mangiatorie: fumigante e fracassosa cornice della vera grande meraviglia, fortemente voluta da amministratori giostrai e mercantozzi, benedetta da tutto il cucuzzaro della locale stampa.
La Coney Island di Woody Allen, col suo alienato Luna Park paradigma di ogni brulicante divertimentificio, non-luogo privo di storia e identità, non è poi così lontana nel suo simbolismo dal brutto paesone che San Benedetto è ormai, irredimibile prodotto di incultura diffusa, insipienza amministrativa, affarismo.
Eppure qualcosa resisteva, qui, allo squallore e all’incuria: qualche zona franca con impressa la sua forte identità marinara, spazi che saprebbero ancora di mare e di porto e di pesca, ai cui bordi l’arraffo e lo scempio s’eran quasi fermati, e dove il respiro rivolto al mare aperto sembra(va) farsi più ampio e fiducioso…
Da quegli spazi salgono ora i fumi unticci di kebab e friggitorie, il rombo dei generatori, gli urli spaccatimpani degli adescatori dagli altoparlanti, il martellare dei decibel fuori controllo di deficienti musiche radio-azzurre. Nella rutilante bolgia la ruotona delle meraviglie svetta coi suoi “15.000 punti luce a led, 250.000 evoluzioni di colore” e illumina d’immenso le folle bimbi-munite in emozionata coda per quel giro di giostra.
I gioiosi politici, sindaco in testa, vollero per primi posarvi i sussiegosi lombi, contestualmente brindando al successo, i giostrai ringraziarono con occhi lucidi, gli aedi di corte intonarono peana e i giornali in estasi documentarono folle oceaniche scalpitanti alle casse.
Diciamolo: la ruotona è una ruotina di circa 30 mt di altezza che fa perfino un po’ pena (ma “migliorerà l’appeal di San Benedetto”, pensa un po’) e quello che le sta intorno è il più squallido e trito e datato dei Luna Park (confezionata per la credulità dei gonzi, poi, la favoletta che resterà “solo fino al 19 maggio”).
Ma che tutto questo, piuttosto che in una qualsiasi - possibilmente dignitosa - periferia urbana, venga collocato nello spazio più di altri in città “abitato” dal genius loci, più di altri connotato da identità ambientale, sociale e storico-culturale, e che a questa idiotissima barbarie si innalzino ovazioni istituzionali e mediatiche, è triste marcatore - certo non il solo - della stolidità al potere, specchio della disgregazione culturale di un presente deragliato e mercificato, che da molto lontano un profetico Pasolini aveva visto affacciarsi con la sua “orgia di cinismo, brutalità pratica, compromesso”.
Sara Di Giuseppe - 23 aprile ’19
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