ovvero: “Non tutti i Punteruoli Rossi vengono per nuocere”*
*parafrasando Dario Fo
Ogni tanto ci si
ricorda, a proposito delle stragi di palme e di paesaggio per colpa del
famigerato Punteruolo Rosso, che prima di venire un po’ contrastato il fetente
coleottero ha potuto per anni imperversare in libertà. Delle povere palme colpite,
infettate, morte stecchite e alla fine mandate in discarica si pubblicano
statistiche non sempre attendibili, anche perché ciascuno dei 3 Comuni colpiti
che ci riguardano – San Benedetto, Grottammare, Cupra – vuole apparire il più
bravo ad essere corso ai ripari e ad aver trovato la cura (che non si sa quanto
funzioni). Leggiamo percentuali e numeri che spesso non stanno né in cielo né
in terra.
Fatto sta che il
Punteruolo Rosso - da qualche tempo un po’ dormiente ma per niente debellato -
non solo ci ha danneggiato il patrimonio cui tenevamo di più, ma ha lasciato
(va ancora lasciando, man mano che continua il suo lavoro) cadaveri di palme
in piedi, soprattutto perché le operazioni
di smaltimento di ogni fusto residuo costano “da 400 a 1500 euro” (anche qua,
numeri ballerini): così i tre Comuni spesso fanno finta di dimenticarsi di
questi tristi totem sparsi qua e là sui lungomari, nei giardini
pubblici e privati, nei posti più “turistici”. Quanta pena. E poi, fatta
sparire la palma morta, al suo posto ne metto un’altra? Quanto devo ancora
spendere? Dove trovo i soldi?
Come
ultimi arrivati noi di Messico e nuvole, nel nostro piccolo, siamo quindi a proporre per San
Benedetto (ma anche per gli altri due Comuni, spesso fratelli-coltelli) una
facile soluzione pseudo-artistica, certo risparmiosa ed economica, per cambiare
immagine a questi scomodi indesiderati totem e non farli più apparire avanzi di una tragica
quanto necessaria operazione chirurgica ambientale.
Si
applichi sulla cima di ogni fusto di palma morta un segnavento artistico: che
sia funzionante, ma che al posto del solito scontatissimo gallo abbia la sagoma
stilizzata di una delle tante sculture presenti in città. Guardare i rendering
allegati: ogni brutto totem
diventa bello, col suo segnavento-scultura colorato e personalizzato.
Ci
sarebbero: quello con “La retara” di
Sergiacomi; quello con
”Il saluto di Ubu” di Baj; quello con
“Al gabbiano Jonathan Livingston” di Lupo;
quello con “L’elefantino tra le palme” di Salvo; quello con “Al
pescatore” di Capponi; quello con “Lavorare
lavorare lavorare” di Nespolo; quello con “To
see through is not to see into” di
Kostabi; quello con “Il Principe” di
Consorti; quello con “I sognatori” di
Annibali; quello con “Vale & Tino” di Lodola; …
Questa nostra
proposta “Non tutti i Punteruoli Rossi vengono per nuocere”, giocosa ma seria (come “Quelli che il
Ballarin” dell’anno scorso, caduta nel
dimenticatoio…), potrebbe anche far sorridere i turisti. Vi pare niente?
15.
2. 2020 Messico e nuvole messicoenuvole2@gmail.com
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