La ricchezza delle partigiane
della guerra pandemica
sono macchine da cucire
ben oliate sui tavoli e usate a testa bassa.
A tempo indeterminato.
Aghi e fili, stoffe multicolori
artistiche che cambiano destinazione.
Archiviate coperte quiltate e arazzi per mostre
di là da venire, si passa alle mascherine, sì quelle
che le case di riposo non hanno.
Nell’RSA ci abitano i vecchi dimenticati
dalla sanità, esposti a loro insaputa
alla loro vita a termine. Oggi.
Ma il termine l’hanno decretato le priorità,
le disattenzioni, la mala organizzazione,
l’incapacità e la sottovalutazione dei potenti
di turno, quelli che abbiamo votato,
non il tempo propizio a lasciare la vita terrena.
Questi signori responsabili
potranno dormire sonni tranquilli, impuniti
hanno regalato a piene mani sonni eterni
anticipati e solitari a nonni e nonne italiani.
Due generazioni spazzate via.
Tamponi, sanificazione, mascherine,
guanti sono la nuova ricchezza.
Agli ultimi la ricchezza non è mai appartenuta.
E le donne, che ricche non sono mai state
ma infinite sì, assemblano nascoste in ritirata.
E si espongono di coraggio.
Organizzazione senza infrangere le regole:
ciascuna fa non più di 200 metri,
inforca una bicicletta o corre con zaino
in spalla; scambio veloce di aghi, perché
si rompono, fili, perché finiscono,
elastici, anche quelli da mutande
dei tempi andati,
modelli di mascherina triplo strato
per campione, così i destinatari
potranno inserire un pezzo di carta forno
che è meglio di niente, o un assorbente
con la parte adesiva da mettere all’esterno.
Luci accese anche di notte nelle case delle partigiane
perché le richieste sono esagerate.
Migliaia di pezzi. Da confezionare per ieri.
Problemi? Nessuno.
La rete delle forniture si apre
di generosità, le pezze di stoffe
scendono dagli scaffali di negozi chiusi
perché certe chiusure si possono infrangere.
Eccome.
Le partigiane moderne sono figlie e nipoti
di quelle dimenticate negli ospizi.
Alle donne coraggiose senza camici e protezione
spetta la consegna di un pezzo di vita indispensabile.
Anche questa volta. E i pacchi giungono puntuali
a chi rimane vivo per miracolo. Voilà.
Grazie di cuore partigiana Carolina, sei per me simbolo
di ogni Nobel della vita. Di tutte le donne nutrienti come te.
Michaela Menestrina - 17 aprile 2020