[lettera ricevuta da amici di Verona, domenica 3 maggio 2020]
Per tutti quelli che sento lamentarsi da ieri sera (compresa la CEI), per una fase 2 simile alla fase 1 propongo:
60 giorni dentro tute ermetiche, occhiali, visiere, notti insonni, colleghi sclerati, bipolarismo estremo, psiche sotto stress, morti in corsia, colleghi e amici che diventano pazienti, medici che al posto di visitare diventano anch'essi pazienti, pazienti a cui muoiono figli e non riescono a vedere il loro corpo e salutarlo, case di riposo e nonni ammazzati…
Ecco, a voi tutti che vi lamentate da giorni, in trepida attesa della Minchia di tintarella, pensate solamente a una cosa.
Secondo voi, alla ripresa dei contagi, la Sanità pubblica ripartirà e reagirà con la stessa forza d'animo?
Avete idea delle ore trascorse vestiti da astronauti? (e non è ancora estate…)
Avete idea dello stress che ci portiamo al ritorno nelle nostre case?
Avete idea di come andiamo al lavoro, ogni santissimo giorno, con la paura del contagio?
Avete idea di quanti sono stati e saranno i tamponi cui veniamo sottoposti?
Avete idea delle distanze a cui siamo obbligati noi lavoratori nei reparti COVID?
Allora se non avete una cazzo di idea, ascoltate quel povero Conte con umiltà, ed eliminate le ideologie di Salvini e Meloni che consentitemi, non si possono più né ascoltare né vedere…
Tacete, poiché siete ignoranti in materia e pregate (a casa) che non ci siano ricadute perché noi tutti, intendo noi che lavoriamo con la pandemia (con tutto rispetto per chi è a casa con i propri cari da 2 mesi) siamo stanchi di questo virus, e delle minchiate che vengono dette.
Scusate per lo sfogo e per la parola MINCHIA ripetitiva... ma è un intercalare voluto e dovuto.
Amen.
Dottoressa Francesca La Paglia
del Reparto COVID ospedale di Enna
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