Evviva, dopo l’assessore regionale caccia-e-pesca-sportiva che legifera sulle coturnici da ammazzare 59 a 14 (59 gli eroici sparatori, 14 le crudeli coturnici); dopo altre regionali esternazioni da cui è arduo estrapolare alcunchè di utile sulle magnifiche sorti e progressive del territorio, ecco l’ascolana leghista assessora-all’istruzione-e-altro reclamare la vetrina con un comunicato-stampa che muterà le sorti e la storia dell’universo scolastico marchigiano.
Chiede, l’assessora fresca di manicure, che “si faccia chiarezza” (bella espressione, non s’era mai sentita) sull’obbligo delle mascherine nella scuola primaria sancito dal DPCM del 3 novembre: si dice allarmata, (epperò!) da quella norma “generica e poco comprensibile” (a lei).
Ma subito dopo si spara sui piedi quando, con evidente incongruenza, osserva - lei stessa! - che “d’altra parte il Ministero dell’Istruzione specifica: La mascherina può essere rimossa in condizioni di staticità (bambini seduti al banco) e con la distanza di almeno un metro…” ecc.
Dunque è chiaro anche al mio gatto: i bambini devono portare la mascherina, ma seduti al banco e alla giusta distanza possono levarsela. Il Decreto del Governo sancisce un obbligo ragionevole, il competente Ministero ne definisce poi condizioni, circostanze e limiti che consentono, legittimamente e in sicurezza, la possibilità di deroga. E fine.
Ciononostante: “Ritengo del tutto sbagliato imporre ai bambini l’obbligo delle mascherine anche al banco!”, tuona e s’accora l’assessora. E dajie!
Cosicchè, delle due l’una:
- l’ assessora-istruzione-e-cultura non è in grado di leggere, comprendendolo, un testo semplice - come è, una volta tanto, la nota del Ministero collegata al DPCM -
Fenomeno largamente diffuso, che non ci rassicura in nessun esponente pubblico, figuriamoci in una responsabile regionale di Istruzione e Cultura;
- l’assessora soffre di ansia da vetrina, patologia comune a numerose infestanti categorie di esponenti pubblici; i soggetti che ne sono colpiti esternano compulsivamente sul nulla a favore di microfono e manifestano durevole compromissione delle sinapsi preposte alla percezione del ridicolo.
Per il caso in questione non si esclude la presenza concomitante di ambedue le sindromi.
Certo si è che la stampa potrebbe educatamente, prima di scapicollarsi a pubblicare, far notare all’autore/autrice le palesi incongruenze/scempiaggini ed equipollenti. No, eh?
Intanto: chissà se sarà conclusa qui la felliniana surreale parade di personaggi da “esterno ergo sum”. È lecito dubitarne, l’Assemblea Regionale è numerosa.
Sara Di Giuseppe - 7 Novembre 2020
La foto appartiene al legittimo proprietario ed è utilizzata al solo scopo di corredare il testo |
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