Caro ambasciatore ti scrivo
così ti distraggo un po’
e siccome sei molto lontano
più forte ti scriverò…
Caro ambasciatore d’Italia in Egitto Giampaolo Cantini, forse la distraggo un po’, Lei ha tanto da fare… ma poiché la televisione ha detto che il nuovo anno porterà una trasformazione e tutti quanti stiamo già aspettando, io spero ancora - ma quasi non spero più - che si tratti di una risolutiva svolta nel caso dell’assassinio di Giulio Regeni.
Lei, che vive al Cairo da più di 3 anni, sa meglio di tutti che si tratta di un maledetto imbroglio che “non deve” essere risolto. Da una parte, il presidente dell’Egitto Al Sisi che ci prende in giro fingendo di collaborare quando lui stesso è complice del delitto. Dall’altra, l’Italia che annaspa perchè chiede giustizia con la debolezza di chi non vuole o non può disturbare gli affari - legittimi o loschi - che legano i due Paesi.
Lei sta in mezzo. Ma Lei non è uno qualunque, Lei è importante.
Ecco, in questa vergognosa storia senza fine io mi aspetto un’azione stupefacente proprio da Lei. Questa: faccia i bagagli e vada via di sua iniziativa, prenda il primo aereo per Roma, mandi a quel paese Al Sisi “in memoria di Giulio Regeni”. Noi verremo tutti all’aeroporto ad abbracciarla.
Ieri Corrado Augias, “in memoria di Giulio Regeni”, ha restituito a Macron la Legion d’Onore perché ha insignito della stessa onorificenza proprio quell’Abdel Fattah Al Sisi complice di efferati crimini. Un gesto di protesta inconsueto, ammirevole, coraggioso e forte.
Lei può e deve fare molto di più, ne ha l’opportunità. Mica s’aspetterà d’esser “richiamato in patria per consultazioni” (ma quali..) come frettolosamente toccò al suo predecessore (campa cavallo, adesso…).
Riguardo al caso Regeni (ma non solo), il nuovo anno potrebbe addirittura essere peggiore di questo, altro che “trasformazione”. Cosa c’è da trattare con un figuro come Al Sisi? Aspettiamo ancora, e quanto?
I passi felpati della diplomazia non sono ammissibili in questo vergognoso affaire. Ci vogliono slanci morali, anche rischiosi, imprevedibili e impensabili, specialmente in un mondo appartato e prestigioso come il Suo. Che rumoroso scatto in più sarebbe, e che eco avrebbe, questo della Sua libera e sdegnosa partenza senza ordini dall’alto! I soprusi, i mezzi della Polizia Politica egiziana, gli imbrogli dei suoi governanti, già troppi, continueranno impunemente.
Lei non può continuare a girare per il campo come un elegante arbitro inutile. STOP. Lei non gioca più.
Caro ambasciatore Cantini, dia retta: prenda e vada via, dia le dimissioni dall’Egitto, adesso. La Sua categoria, sempre un po’ sotto traccia, risalirà nelle quotazioni e - silenziosamente - Le sarà riconoscente. E gli italiani - non succede spesso, per fondati motivi - penseranno all’utilità e soprattutto all’umanità di un bravo ambasciatore, per una volta fuori dal coro.
Pier Giorgio Camaioni - 14 dicembre 2020
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