Nel mio piccolo piccolissimo lo pensavo da tempo, che l’Accademia della Crusca dovesse aggiungersi ai molti Enti Inutili da sciogliere, dopo i suoi incredibili e ripetuti avalli al degrado linguistico corrente.
Ma dev’essere successo ancora qualcos’altro, se adesso aggiunge il suo al servo encomio planetario tributato a Draghi, e lo fa nel campo che le compete, la lingua del Discorso, uscendosene a giornaloni unificati in questi termini:
“Lingua perfetta. Mario Draghi ha fatto un discorso da uomo colto, perfetto, che ancora una volta ha dimostrato la sua elevata statura. Inutile andare a caccia di imperfezioni.” Testuale.
Una delle due:
- alla Crusca si nutrono di crusca scaduta e quindi avariata;
- anche l’Accademia tristemente si adegua al costume nazionale del lecca-lecca senza prima leggere, sezionare, analizzare col rigore richiesto al linguista, un testo perbenista da felpato diplomatico grigio come una banca, lattiginoso e un po’ imbolsito; discorso oggettivamente di qualità mezzana, non certo sobrio e nobile: prevedibile, tecnico, a tratti irto e aggrovigliato, monocorde e intimidatorio (anche se abilmente incantatore e ruba-applausi confezionati), pieno del vuoto a perdere della retorica di vocaboli consumati e stanchi.
[Che evoca un po’ la “lingua di legno” del Tubolario - Le frasi del tubo della Tecnogiocattoli Sebino - “un cilindro composto da sette anelli rotanti su ognuno dei quali erano stampati dieci frammenti sintattici, liberamente componibili per formare frasi perfettamente e completamente vuote di significato”, in: M.Birattari, Prefazione a “George Orwell, La neolingua della politica” - Garzanti 2021].
Ben altro dalle presunte “visioni”, “emozioni intense”, “suggestioni”, “pensieri ellittici”, “meraviglie”, “coraggio” e quel censimento di sentimenti intimi conditi, va da sé, di infinita autorevolezza, che dai rispettivi inginocchiatoi stampa e media assortiti ci rovesciano in quantità industriali (eppure a star sempre genuflessi, le articolazioni dovrebbero risentirne…).
Intanto la dis-Istruzione galoppa: al posto della “scappata-di-casa” Azzolina (sbeffeggiata a prescindere, come si permetteva di essere brava...), il divino Draghi - da poco anche “marziano” nello sbavante lessico dei giornalisti che sanno stare sul pezzo - nomina un Ministro dell’Istruzione che, oltre ad esprimersi a favore di microfoni in dialetto ferrarese scioccamente italianizzato da scandalizzare perfino l’ignoranza dei cronisti, dispone di azzerare gli scritti dagli esami di Maturità. [causa Covid, adesso, ma una volta cominciato…]
A partire dallo scritto d’Italiano, naturalmente.
Se dunque il Presidente del Consiglio (e presto della Repubblica, secondo i vaticini ricavati dal volo degli uccelli e, dovesse servire, più avanti anche Papa, l’enorme curriculum recita che crebbe in sapienza e bontà dai gesuiti) finora enigmaticamente muto, adesso che parla così ex-cathedra viene promosso con giubilo niente meno che dall’Accademia della Crusca, possiamo anche noi vaticinare voti altissimi per i nostri ragazzi che salteranno giocosi il tema d’Italiano.
Crusca per tutti.
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