21/02/21

Di che crusca è fatta la Crusca?



Il Presidente dell’Accademia della Crusca promuove Draghi

 
Nel mio piccolo piccolissimo lo pensavo da tempo, che l’Accademia della Crusca dovesse aggiungersi ai molti Enti Inutili da sciogliere, dopo i suoi incredibili e ripetuti avalli al degrado linguistico corrente.
Ma dev’essere successo ancora qualcos’altro, se adesso aggiunge il suo al servo encomio planetario tributato a Draghi, e lo fa nel campo che le compete, la lingua del Discorso, uscendosene a giornaloni unificati in questi termini:
Lingua perfetta. Mario Draghi ha fatto un discorso da uomo colto, perfetto, che ancora una volta ha dimostrato la sua elevata statura. Inutile andare a caccia di imperfezioni.” Testuale.
           Una delle due:
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          alla Crusca si nutrono di crusca scaduta e quindi avariata;
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          anche l’Accademia tristemente si adegua al costume nazionale del lecca-lecca senza prima leggere, sezionare, analizzare col rigore richiesto al linguista, un testo perbenista da felpato diplomatico grigio come una banca, lattiginoso e un po’ imbolsito; discorso oggettivamente di qualità mezzana, non certo sobrio e nobile: prevedibile, tecnico, a tratti irto e aggrovigliato, monocorde e intimidatorio (anche se abilmente incantatore e ruba-applausi confezionati), pieno del vuoto a perdere della retorica di vocaboli consumati e stanchi.
[Che evoca un po’ la “lingua di legno” del Tubolario - Le frasi del tubo della Tecnogiocattoli Sebino - “un cilindro composto da sette anelli rotanti su ognuno dei quali erano stampati dieci frammenti sintattici, liberamente componibili per formare frasi perfettamente e completamente vuote di significato”, in: M.Birattari, Prefazione a “George Orwell, La neolingua della politica” - Garzanti 2021].
         Ben altro dalle presunte “visioni”, “emozioni intense”, “suggestioni”, “pensieri ellittici”, “meraviglie”, “coraggio” e quel censimento di sentimenti intimi conditi, va da sé, di infinita autorevolezza, che dai rispettivi inginocchiatoi stampa e media assortiti ci rovesciano in quantità industriali (eppure a star sempre genuflessi, le articolazioni dovrebbero risentirne…).
 
         Intanto la dis-Istruzione galoppa: al posto della “scappata-di-casa” Azzolina (sbeffeggiata a prescindere, come si permetteva di essere brava...), il divino Draghi - da poco anche “marziano” nello sbavante lessico dei giornalisti che sanno stare sul pezzo - nomina un Ministro dell’Istruzione che, oltre ad esprimersi a favore di microfoni in dialetto ferrarese scioccamente italianizzato da scandalizzare perfino l’ignoranza dei cronisti, dispone di azzerare gli scritti dagli esami di Maturità. [causa Covid, adesso, ma una volta cominciato…]
A partire dallo scritto d’Italiano, naturalmente.

Se dunque il Presidente del Consiglio (e presto della Repubblica, secondo i vaticini ricavati dal volo degli uccelli e, dovesse servire, più avanti anche Papa, l’enorme curriculum recita che crebbe in sapienza e bontà dai gesuiti) finora enigmaticamente muto, adesso che parla così ex-cathedra viene promosso con giubilo niente meno che dall’Accademia della Crusca, possiamo anche noi vaticinare voti altissimi per i nostri ragazzi che salteranno giocosi il tema d’Italiano.
Crusca per tutti.
 

PGC - 20 febbraio 2021

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