16/04/21

Neolingua e “sicurezza partecipata”

ovvero 

“Controllo di vicinato” e spioni di quartiere

La neolingua […] guadagnava costantemente campo con tutti i membri del Partito che giorno dopo giorno tendevano a usare sempre più le parole e le costruzioni della neolingua nel loro parlare quotidiano”.
[ G.Orwell,  “1984” - Appendice. I principi della neolingua, 1947 ]
 
“Mi fa piacere che tutti abbiano preso a cuore il concetto di sicurezza partecipata” dice a San Benedetto il presidente di qualcosa.
Spiegata al popolo e alle scuole significa che tre amministrazioni della riviera - San Benedetto, Grottammare, Cupra Marittima - più un certo numero di comitati di quartiere, più un’associazione dal nome sinistramente evocativo “Occhio amico”, più Prefettura benedicente, pensano e dicono – restando seri – che con l’istituzione del “Controllo di vicinato”, grazie a volontari cittadini-spioni all’uopo reclutati, addestrati, gerarchizzati, ci si può fare l’un l’altro la spia tra vicini di casa e di quartiere, segnalando  - secondo il proprio pregiudizio, va da sé -  “situazioni di potenziale rischio per la sicurezza urbana” (qualunque cosa voglia dire).
 
Insomma, diventando volontari membri della STASI de noantri - Kundschafter des Friedens o “cittadini della pacesi chiamavano i solerti cittadini-spioni nell’ex DDR - sconfiggeremo la criminalità locale e tutto andrà ben madama la marchesa. E perfino gli anziani (cioè quasi tutti noi), che “di solito non denunciano perchè hanno timore e vergogna” (sic), troveranno il coraggio di farlo. Apperò.
 
Dunque: esattamente come nell’orwelliana neolingua si usano parole capaci di “indurre un’attitudine mentale desiderabile in chi le usa”, nella bassa neolingua politica delle amministrazioni sambenedettesi, grottammaresi, cuprensi, e dei presidenti di comitati di quartiere e di associazione, ogni sorta di prefisso, suffisso, locuzione, aggettivo - come l’ambiguo “partecipata“ - si può furbescamente appiccicare a “SICUREZZA” variandone e distorcendone a piacimento la già ampia area semantica.
E si può, col tipico ghirigoro politico-linguistico che Calvino definiva “antilingua”, indicare come “Progetto sociale che favorisce la rinascita e il consolidamento dei rapporti e la reciproca assistenza tra vicini” (Pierre Gallin dixit) quella che è deriva militaresca e fascistoide di una travisata idea di sicurezza.
 
Oggi l’evento - megafonato a manetta dalla stampa locale - è che a San Benedetto sono stati apposti, agli ingressi della città e “in alcuni punti definiti sensibili”, cartelli di indiscusso pregio estetico (osservare per credere) “realizzati dagli uffici comunali” (mecojoni!) per segnalare che in città “è attuato il progetto di controllo del vicinato quale strumento di prevenzione della criminalità”.
 
È appena un dettaglio che secondo la Costituzione (chi era costei?) spetti solo allo Stato, e per esso alle forze di Polizia, l’attività di prevenzione e repressione dei reati (materia che la legge definisce “sicurezza primaria”); che con tali motivazioni una sentenza della Consulta del novembre 2020 abbia esemplarmente dichiarato incostituzionale la legge della Regione Veneto sul “Controllo di vicinato”; che - sempre tra le suddette motivazioni - alle istituzioni locali spetti invece il promuovere la cosiddetta “sicurezza secondaria” consolidando la cultura della legalità e rimuovendo “le condizioni in cui possono svilupparsi fenomeni di criminalità”.
 
Ma per i nostrani amministratori, per buona parte dell’opinione pubblica, per benpensanti e bellagente, per la stampa locale che velinando tace, queste sono ubbie e vanno lasciate a quegli sconsiderati buontemponi che scrissero la Costituzione. In fondo quella ha più di settant’anni, e gli anziani, si sa, sono una palla al piede.
 


Nella nostra epoca la scrittura e i discorsi politici sono consacrati in massima parte alla difesa dell’indifendibile 
“ [La lingua] diventa brutta e imprecisa perché i nostri pensieri sono stupidi, ma a sua volta la sciatteria della lingua ci rende più facili i pensieri stupidi  

[ G.Orwell - La neolingua della politica, 1946 ]

Sara Di Giuseppe - 16 aprile 2021

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