È successo che gli acquerelli di Eugenio Cellini hanno messo le ruote e si sono spostati, ma non gli è servito il motore. Casa nuova l’han trovata facendo neanche 100 metri in discesa, uno storico palazzo in mattoni del Corso, un po’ trascurato che adesso pare rinato.
Ogni anno dei suoi acquerelli di successo Eugenio faceva almeno una mostra, ma era “a tempo”. Dopo un mesetto li riportava nel suo studio-loft, tranne quelli che incantando chi li guardava prendevano altre strade. Ed Eugenio, riarmati i cavalletti, con tutto l’ambaradan di matite, pennelli e colori (più un po’ d’acqua per carburante) li rimpiazzava dipingendone altri, quasi uguali ma sempre diversi, col suo stile garbato, preciso, quieto, rassicurante.
Sicchè gli acquerelli devono avergli detto che erano stufi di fare così le loro ferie. Ogni volta due traslochi. Eugenio doveva trovargli uno spazio fisso, che fosse solo per loro, una seconda casa non di vacanza ma stabile, dove occupare comodi i muri per tutto il tempo, dove farsi guardare a tutte le ore, e soprattutto senza dover rifare i bagagli e rimettersi in viaggio finito il tempo della mostra.
Fatto.
Finalmente gli acquerelli di Eugenio si sentono meno precari, più tranquilli, sereni, sicuri. Loro stessi lo dicono. Dalle due porte-vetrine d’epoca possono guardare le auto e la gente che passa, che già è meno scappereccia, e dar loro un motivo per fermarsi, per entrare a fare un giro tra più di cento paesaggi dipinti, respirare l’atmosfera e la musica di quei colori pre-romantici, dei pennelli, degli attrezzi d’architetto ben ordinati sui tavoli tecnici, innamorarsi dei plastici, del modello trasparente di quella barca a vela unica… Nulla dovrà essere re-impacchettato, la mostra qui rimane.
Insomma gli acquerelli di Cellini che avevano messo le ruote possono definitivamente toglierle. Anche perché, per tornare su nello studio-loft dove son nati gli occorrerebbe davvero un motore per rifare i 100 metri di salita… e non se ne parla. Quelli che usciranno da qui lo faranno per cominciare un’altra vita in un altro posto. Vicino o lontano.
[Potevo dirlo meglio ma pazienza]
PGC - 16 agosto 2021
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