Se i nostri politici usassero leggere (così pure i giornalisti, questuanti pronti a planare sul primo signor nessuno “grande elettore” che si offre ai microfoni e spara scemenze), troverebbero sinistre affinità tra l’indegno spettacolo offerto in questi giorni al paese (non che in tempi normali vada meglio) e quanto accade nel Saggio sulla lucidità di José Saramago, romanzo che sembra scritto oggi.
Tuttavia neppure la lettura li salverebbe dal produrre sguaiatamente il peggio di sé, né dal presentare - indecenti essi stessi - candidati indecenti: in questo sono “oltre” Saramago.
Ma vogliamo aiutarli, hai visto mai che un sussulto di vergogna li sfiori, specchiandosi in questa narrazione:
* “ … I commentatori che nelle varie televisioni seguivano il processo elettorale, facendo congetture in mancanza di dati certi di valutazione, deducendo dal volo e dal canto degli uccelli la volontà degli dei, lamentando che non sia più autorizzato il sacrificio degli animali per decifrare dalle loro viscere ancora palpitanti i segreti del cronos e del fato, si destarono improvvisamente dal torpore in cui le prospettive più cupe dello scrutinio li avevano fatti precipitare e, certamente perché gli sembrava indegno della loro educativa missione sprecare tempo a discutere di coincidenze, si avventarono come lupi sullo straordinario esempio di civismo che i “grandi elettori” stavano dando al paese in quel momento.
C’era la chiara coscienza che si stava vivendo un momento storico unico.
I voti validi non arrivavano al venticinque per cento, distribuiti fra il partito di destra (13%), il partito di mezzo (9%), e il partito di sinistra (2,5 %).
Pochissimi i voti nulli, pochissime le astensioni.
Tutte le altre schede, più del settanta per cento del totale, erano BIANCHE.
Ce n’è anche di quelli che esprimono un’opinione diversa, che le leggi sono sacre, che quello che è scritto deve essere rispettato, dolga a chi dolga, e se imbocchiamo il sentiero dei sotterfugi e la scorciatoia degli intrallazzi sotto banco, andremo diritti filati al caos e alla dissoluzione delle coscienze. Insomma, se la legge determina che le votazioni debbano essere ripetute, dunque che si ripetano la prossima domenica, e sia quello che dio vuole, che ci sta apposta.
[…]
Il messaggio del capo dello stato è stato rinviato invece a chiusura della campagna, ma la frase che dovrà concluderlo è già stata scelta:
Domenica (venerdì?), cari compatrioti, sarà una bella giornata.”
*quasi saccheggio da: José Saramago - Saggio sula lucidità, 2004
ed.Feltrinelli - trad.R.Desti