Donne e Madonne armate. E…“chiacchierate”, sia l’inoffensiva matrioska col kalashnikov de “La Pace Manifesta”, sia la gigantesca madonna ortodossa col lanciamissili portatile anti-carro Javelin FGM-148 (ovviamente americano) dipinta sulla bianca kommunalka di 8 piani di Kyiv (Kiev).
Anche se è evidente che dicono “la pace non si fa con le armi”.
Le armi che imbracciano sono - ma non dovrebbe esserci bisogno di spiegarlo - un ardito paradosso: non certo la smania d’usarle, comunicano, semmai l’esatto contrario perchè “la guerra non finirà finchè gireranno armi”.
Ma visto che continuiamo, ubbidienti e imperterriti, a mandare al governo ucraino sempre più armi e sempre più potenti, succede che molti dei farisei a cui - sotto sotto o apertamente - questo va bene, si scandalizzino per la presunta manipolazione delle donne (e delle madonne). Prigionieri felici nelle loro convinzioni di arcaico perbenismo del tipo:
- Okkei, benissimo le armi, ma alle donne no (non ci capiscono… le odiano… come il jazz… )
- Le donne sono le vittime, loro non sparano, sono sparate (uomini e bambini non pervenuti)
- Che volgarità mettere le armi sulle donne, quando le donne - in quanto donne, si capisce - per la pace saprebbero fare di più e meglio senza (ma va?)…
Eppure bastano i centotrenta manifesti d’autore della mostra “La Pace Manifesta” a San Benedetto, a far capire che la matrioska col kalashnikov (così come la verde madonna ucraina col lanciamissili amerikano) denuncia l’uso indecente di tutte le armi da parte di tutti, uomini e donne, alla pari.
Perché siamo al punto che si parla più con le armi che con le parole e queste, quando ci sono, sono armate, aizzano una “crudeltà politica” generalizzata e senza senso. 100 giorni di guerra e non si vede la fine.
Andrea Rauch nella sua prefazione (“GUERRA & PACE”) al catalogo sostiene che “non si può più prescindere dall’agire” (alla Gino Strada, se possibile): e agire è muoversi seriamente - non militarmente - per togliere definitivamente l’ossigeno con cui le guerre respirano. Quell’ossigeno sono le armi.
Presentando i 130 manifesti-per-la-pace (by MAGMA) in mostra, silenziosamente lo gridano la “nostra” matrioska col kalashnikov e le altre “donne e madonnearmate”, che non vedono l’ora di uscire dal paradosso necessario per stanare i saccenti guerrafondai per procura.
PGC - 31 maggio 2022
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