La crociata contro i pini colpisce ancora, a San Benedetto. Anzi non s'era mai interrotta.
Dopo le indimenticate gesta delle amministrazioni Kasparov 1 e 2, i cui assessori mani-di-sega (all’Ambiente, pensa un po’) furono per il verde cittadino peggio di Attila nei suoi anni migliori (uno si è perfino recentemente candidato sindaco. San Benedetto sta’ serena!); dopo i fasti dell’amministrazione Piunti coi rigogliosi pini condannati a morte per realizzare la pista ciclabile (oddio, pista ciclabile, si fa per dire) lungo il corso dell’Albula e i pochi superstiti che l’amministrazione Spazzafumo spazzerà via (un nome, un destino) per completare il progetto, tocca ora agli incolpevoli pini del mercatino comunale in Viale De Gasperi.
Li segano domani. “Riqualificazione dell’area”: oggi si chiama così, nel paraculese amministrativo e velinaro, ogni delitto ai danni dell’ambiente.
Lo sappiamo da decenni: dalle nostre parti chiamarsi PINO è una brutta disgrazia, il verde in genere è un colore che disturba, e il Club della Sega ha avuto ed ha nelle amministrazioni locali, sambenedettesi e limitrofe, adepti ferventi e numerosi.
Lo sanno i pini di Grottammare - specie lì in estinzione anzi già estinta - sistematicamente sacrificati da sindaci e assessori alle proprie elettoralistiche mene palmizie e ciclabili o alla loro psicotica idea di “sicurezza”; lo sanno le pinetine di Grottammare, desertificate a beneficio di chalet e dehors e giochi cretini per bambini.
Niente di nuovo sotto questi cieli: a San Benedetto, a Grottammare e non solo, amministrazioni digiune di cultura ambientale inseguono il residuo spelacchiato miserando verde cittadino, lo stanano ovunque esso sia per giustiziarlo con le motivazioni più sfacciate e grottesche.
Si salvano solo le inutilmente spettacolari palme - quando non le fa fuori il punteruolo - su artificiosi lungomari modello Dubai a beneficio di turisti di bocca buona.
Tutto nell’indifferenza dei cittadini, col plauso dei commercianti - unici beneficiati - e la supina, acritica amplificazione da parte della stampa.
La stessa che annunciando lo scempio che giustizierà domani i pini del mercatino di Viale de Gasperi, scrive - anzi velina senza un dubbio o un sussulto - che al posto dei pini “Saranno reimpiantate essenze arboree (apperò, pensavamo si chiamassero alberi) di altro tipo: complessivamente nel territorio comunale saranno piantumate altre sedici essenze (aridaje), il doppio di quelle rimosse” (excusatio non petita…).
“Nel territorio comunale”, capito bene?
Ci prendono per scemi.
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“Normalmente tendiamo a non guardare, a non vedere le piante. Siamo completamente ciechi a questa forma di vita che pure rappresenta la protagonista indiscussa della vita del pianeta. Se pensiamo che tutti gli animali insieme rappresentano soltanto lo 0,3% della biomassa del pianeta e che le piante rappresentano invece l’85%, capiamo come ogni volta che si racconti una storia che riguarda la vita su questo pianeta, è impossibile che le piante non siano le protagoniste”
(Stefano Mancuso, “La pianta del mondo”, Laterza 2022)
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