Nell’ultimo giorno de “La Pace Manifesta”, quando la soprano Elena Turiak da Odessa ha chiuso la rassegna cantando (a cappella) questa antica melodia popolare ucraina diventata poi un inno alla libertà, c’è stata emozione e tensione intima nell’ex cinema prestato alla cultura, e finalmente sguardi lieti.
“Non piegarti in basso, oh rosso viburno, hai un fiore bianco”
Forse i 130 straordinari manifesti sulla pace non erano riusciti a tanto. Ci voleva questa ragazza ucraina rifugiata in Italia con la madre, con i familiari (maschi) rimasti a Odessa a combattere sotto i missili russi.
Ma così “La Pace Manifesta” acquista ancora più senso: non è “solo” una bella parola stampata ad arte in tutte le lingue su carta, è voce forte, voce che scuote, voce striata d’angoscia che genera luccicanza. Mentre qualcuno ha visto la nostra piccola-grande matrioska deporre il kalashnikov...
PGC - 28 giugno 2022
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