25/06/22

“La Pace Manifesta” chiude [solo] cantando


       Speravamo, il 21 maggio scorso, che alla chiusura di questa straordinaria rassegna di manifesti sulla Pace, la pace sarebbe davvero arrivata. Invece al 26 giugno c’è più guerra di prima, in Ucraina ci si spara e ci si ammazza più di prima. Dalla Russia e dall’America si mandano più armi di prima, dall’Europa e dall’Italia lo stesso. Non mancandole il nutrimento - le armi - la guerra continua e continuerà: elementare Watson. Da ogni parte manca la voglia e la volontà di smetterla, tutti vogliono vincere. Adulti-bambini, come fosse un gioco, o uno sport.

      “La Pace Manifesta” quindi è triste, volevamo chiudere in pace. I 130 manifesti se ne torneranno al museo; gli spazi della mostra - faticosamente inventati -  si faranno nudi, senza colori, senza luci, senza gente. E la matrioska col Kalashnikov non avrà avuto risposta al suo disarmante punto interrogativo.

      Ma (almeno) lei non s’arrende, insiste nel volere la pace. Addirittura alla chiusura della mostra, domenica sera alle 21.30, la canterà con la sua voce stupenda: Elena Turiak, soprano del teatro di Odessa, passerà in rassegna i manifesti della pace cantando a cappella in ucraino e in russo.

Ci sarà da pensare, da riflettere, da commuoversi, da incazzarsi.

“La Pace Manifesta” non può essere un’utopia.

PGC - 25 giugno 2022

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