Oggi i film si fanno per bene, il cinema è una cosa seria. Oggi non solo si adoperano attori eccellenti, ma anche alta tecnologia, raffinate tecniche di ripresa, cura certosina della scenografia, dell’ambiente, dei rumori, dei suoni… Solo così il film diventa realtà vera. E viceversa. Magari accatti pure qualche “palma”.
Giustamente quindi, andando sul sicuro, hanno scelto Civitanova per questo horror urbano. Dove la gente recita con naturalezza perché sullo schermo riproduce la propria vita, senza fingere. Un teatro naturale, Civitanova e dintorni (andava bene pure Macerata, o Porto Recanati, film come questo li hanno già girati, lì).
A Civitanova non manca niente, nè bisogna sforzarsi a ricostruire l’ambiente sociale dove far accadere le peggio cose, fino all’indisturbato omicidio di giorno in pieno centro. Per la scena del delitto ogni posto è buono, basta esserci e filmare col telefonino, chiunque può farlo, non occorre essere registi-macchinisti-elettricisti-truccatori-costumisti. Ecco dunque in scena l'aggressione: un energumeno (senza pistola) contro un quasi invalido. Dài, è chiaro che è un film. Nella realtà, in qualsiasi posto civile la gente si sarebbe istintivamente precipitata a difendere quel povero nigeriano disarmato e con le stampelle.
A Civitanova no.
Perché era scritto sul copione: “guardare bavosi fermi e zitti, non intervenire, non disturbare i due attori che menandosi lavorano. Limitatevi a testimoniare con sublime indifferenza”. Ma non c’è stato bisogno di raccomandarlo: ciak si gira e buona la prima. Quello (bianco) che deve attaccare e colpire con muscolare ferocia colpisce, quello (nero) che deve subire e prenderle fino a morire soffocato, muore. Nel mondo sono già famosi.
Ma il film mica è finito. Ecco giungere in carrozza (cioè nelle tivù e sui giornali) come mosche sul miele, altri comprimari diversamente decenti: governatori-presidenti, sindaci, assessori, parlamentari, segretari di partito, neo-candidati e politici di ogni risma; più intellettuali, pensabene, preti e cotillons.
In fase di montaggio-film ognuno comparirà al momento giusto. Noi, a sangue caldo, guardiamo per ora solo gli spezzoni con due politici-attori, due indigeni importanti: Ciarapica (fresco sindaco destrorso di Civitanova), Acquaroli (governatore destrorso delle Marche).
Ciarapica (corrugando la fronte, addolorato): “Trattasi di un episodio gravissimo, ma che non può descrivere la realtà della nostra città pacifica, accogliente, sicura”. Acquaroli (corrugando la fronte, addolorato): “Un episodio inaccettabile per la nostra comunità, un comportamento estraneo alla nostra cultura”.
No, non sono gemelli siamesi. E’ che recitano benissimo, come sempre a tutte maiuscole, o a memoria, o leggendo il copione. Come quegli attori professionisti che interpretano la parte degli ipocriti talmente bene (perché la sentono) che pare dicano la verità. Neanche una parola sul comportamento inappuntabile dei cittadini che, agendo come da copione, non si sono fatti coinvolgere e sono rimasti distanti a guardare, interessati come a una partita di calcio.
Il film continuerà - è scontato - con fiaccolate fiori e palloncini, messe, lutti cittadini, grida e applausi al funerale, collette, pubbliche manifestazioni, consigli comunali aperti, intitolazioni di strade o piazze (periferiche) ad Alika Ogorchukwu… e finirà quando a breve ne inizierà un altro uguale ma diverso. Sempre da queste parti.
Certi film qui riescono bene perché siamo bravi professionisti, sappiamo lavorarci con cura. Sì, come fare scarpe.
Venghino signori venghino. Anche questo fa turismo.
PGC - 31 luglio 2022