Sissignori, ringiovanita di vent’anni in un sol giorno, è così che mi sento.
Macchè lifting, macchè intrugli cosmetici. Solo una banalissima macchina del tempo innescata dal nuovo governo e zac, indietro di vent’anni, a quando sulla scena politica imperversavano i Tajani, i Berlusconi, le di lui amazzoni Bernini, Mariaelisabettacasellativiendalmare, Santaddechè, e i La Rissa (non è un refuso), gli Urso, i Crosetto, i Fitto, le Roccella, i Mantovano e via ministeriando.
Che sensazione, signori miei, mai avrei sperato tanto.
Che altro se non del genio c’è, poi, nell’aver inaugurato nuovi ministeri - quello “del Sud e del Mare” è già un capolavoro, lo dici e senti corroborante odor di salmastro e di barconi che affondano - e nell’aver cambiato di certi altri il nome – quello dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare già lo vedi far strage di Mc Donald’s e Kebab - e nomi e funzioni evocano un sano, maschio, vigoroso ritorno ad un passato mascelluto.
Pensiamo, fra gli altri, al Ministero della Famiglia e della Natalità, o a quello dell’Istruzione e del Merito che ricorda tanto un certo Giovanni Gentile.
Finalmente - era ora - le donne torneranno a far figli dopo essersi a lungo montate la testa, e un ministero apposito le “aiuterà concretamente a non abortire”, a stare in casa ad accudir la prole mentre il maschio caccerà carni e pelli e legna per il duro inverno senza gas.
Per far fuori divorzio e legge 194 si stanno attrezzando, intanto si lavora sodo e in fretta su teoria gender, unioni gay, unioni civili, eutanasia ecc.
Potevamo mai sperare, signori miei, in una così rassicurante impronta di clericalismo sanfedista che al confronto la vecchia cara DC ci appare un covo di rivoluzionari e mangiapreti, il cardinal Lefebvre un mite servitore della tradizione e Ratzinger col suo camauro d’ermellino bianco un progressista nato?
Se ne farà una ragione Francesco col suo misericordioso umanesimo, se ci riesce.
E finalmente, vivaddio, la scuola premierà il merito separando il grano dal loglio: ne stiano lontani quelli che non possono o non vogliono studiare, astenersi perditempo, i campi hanno bisogno di braccia, l’istruzione mica è per tutti.
Non sfuggirà il vantaggio, inoltre, di avere figure solidamente competenti nei rispettivi ministeri, per esempio alla Difesa un gigantesco maschio alfa, paccutissimo esponente della lobby delle armi; al Turismo la tenutaria di locali balneari d’alto bordo, alla Giustizia un ex magistrato fancazzista.
Da un lato, dormiremo sonni tranquilli sapendo di poter continuare a vender armi a mezzo mondo come già facciamo, incrementando anzi la nobile missione perché ci sia guerra tutto l’anno e nessun dorma, e innalzando saggiamente le spese di bilancio destinate al settore; dall'altro nessun Bolkestein al mondo potrà più attentare ai filantropici interessi e ai privilegi dell’imprenditoria turistica; dall’altro ancora la Giustizia italiota, forte di tal ministro - che mai, vanta lui stesso, da magistrato s’è trattenuto in ufficio oltre le h14 - e confortata dall’illuminata riforma Cartabia, trionferà splendente “come fiamma di piropo al sole”.
Neppure un maschio avrebbe potuto tanto. C’è riuscita lei, Lamelona-giorgia-donna-mamma-cristiana, che ora incassa l’ammirazione sperticata dei pennivendoli che fino a ieri la dipingevano come il baubau o l’uomo (ops) nero: e dunque adesso s’innalzi il peana, lei sì che è una tipa tosta, una che mette tutti in riga, una che qui comando io e questa è casa mia.
Magari nella foga dell’orgasmo collettivo sfugge ai tapini che delle donne, dei loro diritti e della loro sorte non si parla mai nella casa politica della melona; che nel suo forzuto governo con le palle i ministri donna sono appena 6 su 24 (e che donne, ahinoi…); e che comunque tutta questa gente ci ricaccia indietro d'una ventina d’anni a esser buoni.
Ma è certo una fortuna e una goduria per noi diversamente giovani, tornare a un paio di decenni fa senza bisogno di chirurgia estetica.
Sara Di Giuseppe - 23 ottobre 2022
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