“A piedi nudi e con Testa ai sogni”
Pietro Verna, voce e chitarra Francesco Galizia, fisarmonica e sax soprano
PUB MEDOC – San Benedetto Tr. 19.2.’23 h22
IN ART - Rassegna letteraria e musicale [Ass.culturale “Rinascenza”] 29 gennaio – 14 aprile 2023
Foto Annalisa Frontalini |
Quando Pietro Verna canta “Le traiettorie delle mongolfiere” di Gianmaria Testa, mi torna in mente la tenera prefazione che il nostro Paolo De Bernardin scrisse per il CD “Il valzer di un giorno”: Canzoni in un taschino, voli di mongolfiere e transatlantici di carta, lampi negli occhi e corse sui fiumi della vita con aeroplani a vela.
Era tanti anni fa, quando avevamo il tempo e la passione di ascoltare la radio e Paolo portava Gianmaria nelle nostre case ad una certa ora di sera, spesso puntuale come un treno. Perchè Gianmaria di treni s’intendeva, e di stazioni, e di donne nelle stazioni, che c’è sempre qualcuno che le aspetta. Erano canzoni piccole e dolci, da poter tenere in un taschino “dalla parte del cuore”, per conoscerle lentamente.
Infatti stasera le ri-conosciamo bene, perché Pietro Verna le sa interpretare nel profondo, senza stravolgerle, col fido Francesco Galizia alla fisarmonica o al sax: e sono esattamente, le loro, quelle atmosfere che Erri De Luca descrive parlando della voce di GianMaria, voce “che s’arrampica a un balcone”. Non so quanti altri potrebbero. E’ che a Pietro Verna viene istintivo restare nelle scie delle mongolfiere di
Testa - magari a quote diverse - nei propri viaggi musicali dentro i colori silenziosi di altre mongolfiere amiche. Nei cieli di Annecy o delle Langhe, o in Cappadocia, “la sua Turchia”.
“Carne e poesia” – Noi che abbiamo trucchi nascosti… siamo uomini e qualcuno che cade; “Nereo” (il clochard, un accessorio da marciapiede) - un sogno, un cane, i suoi libri al guinzaglio; “Bologna e il mare” (eh sì, da Bologna… fredda come una luna d’inverno… il mare davvero lo vedi, se sei in mongolfiera)… Sarà che Pietro non fa l’ingegnere o il commercialista, il cantante rap di Sanremo o il politico affarista, è un educatore vero di professione. Il suo ambiente di lavoro è tra “Abili diversi”: tra cuori offesi, tra chi ha sogni larghi e giorni stretti, smarrimenti e controcanti, radioline accese e passaporti per nuovi arcobaleni.
Così si incrociano in continuazione, le mongolfiere di Gianmaria e Pietro. Mongolfiere, non pallidi palloni-spia cinesi da buttar giù a cannonate, nè palloni umani sempre gonfiati e a portata di mano, pericolosi e resistenti.