QUI QUO QUA
…Li riportarono figli morti dalla guerra,
e figlie che la vita aveva schiacciato,
e i loro orfani, in pianto –
Tutti, tutti dormono, dormono, dormono sulla collina.
[E.L.Masters, Spoon River Anthology, NY 1915]
Avercene, ministri come quelli che la Fratella-di-taglia ha messo alla guida di Ministeri chiave come Interno, Giustiza, Scuola!
Avercene! si dicono l’un l’altro i grandi della terra con malcelata invidiuzza guardando al Belpaese e ai nostri fantastici Nordio, Valditara, Piantedosi.
Riconosciamolo: neanche a Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno riusciva di dire cazzate ogni volta che aprivano bocca, a loro invece viene così fragorosamente naturale che se non ci fossero bisognerebbe inventarli.
Ecco dunque il guardasigilli Nordio, nella perigliosa mission di distorcere la Giustizia in lungo e in largo, cazzeggiare su intercettazioni che non servono “perché i mafiosi non parlano al telefono”.
Ecco il valoroso Valditara, mentre chiude 700 scuole, asseverare il valore formativo e pedagogico dell’umiliazione, minacciare provvedimenti per la preside che cerca di educare gli studenti, impresa disperata con simili figuri al governo.
Ecco il prode Piantedosi definire i disperati in mare carichi residuali, fustigare i migranti affogati, ammonire severamente gli sciagurati genitori siriani, turchi, afghani, africani ecc. che non si portano i figli in crociera sul barcone, perché se poi se questo si spezza in due e affogano tutti, la colpa di chi è se non dei genitori irresponsabili, signora mia?
Senonchè i morti di questa Spoon River acquatica non dormono sulla collina. Sono in fondo al mare o spiaggiati su un lembo di terra, i corpi sbattuti e violati, nulla che li ripari dalla retorica, dal cordoglio, dall’ipocrisia, dall’indecenza di quelli che si battono il petto dietro le insegne del potere.
Su tutto c’è il grido silenzioso dei senza nome, “Potete respingere, non riportare indietro / E’ cenere dispersa la partenza, noi siamo solo andata”.
Nessuno, forse, pagherà gli errori, le colpe, le omissioni di questa come di altri stragi in mare: è l’Italia, bellezza.
Nessuno pagherà per i “Non riteniamo ci siano i presupposti per una Sar” (operazione di salvataggio); per il “Non ci sono persone visibili a bordo” della Guardia Costiera tre ore prima del naufragio, in barba alla “rilevazione termica alta e intensa” da parte Frontex insieme alla segnalazione di un telefono cellulare in contatto con la Turchia e della presenza di “una imbarcazione con circa 200 persone a bordo”; per le spudorate bugie diffuse sulla stampa nelle prime ore su “onde alte 4 metri” che impedivano la navigazione e il soccorso; per l’allucinante follia dell’attendere una richiesta di aiuto (che non c’è stata perché i cellulari dei migranti erano schermati col jammer) prima di intervenire.
Nessuno pagherà per il dispositivo Sar attivato solo quando i cadaveri ormai galleggiano in mare. Quando già il mare avvolge in un rotolo di schiuma la foglia caduta dall’albero degli uomini.
Nessuno nella palude di questo indegno ceto politico e dirigente proverà vergogna per il nascondersi dietro assurde formalità di comodo, per i pomposi proclami da cerimoniale diplomatico, per gli scaricabarile, per le “regole d’ingaggio”, per il “fermatevi, verremo noi a prendervi” (copyright Piantedosi).
Per il mare di scempiaggini e falsità che ci umilia, che ci sommerge e soffoca come un’onda di tsunami.
Per l’indecenza, ultimo scempio, di lasciare i superstiti sulla spiaggia come pacchi alla deriva anziché portarli via di corsa, ovunque ci fosse una struttura in grado di ripararli e curarli.
Ma noi siamo figli di Magna Graecia, abbiamo altruismo e ospitalità nel sangue, perciò scegliamo governi fratelli-di-taglia e politici come questi.
Avercene! Direbbe la biondocrinita Coccita, col lato migliore in favore di telecamera.
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“Nota di geografia
Le coste del Mediterraneo si dividono in due,
di partenza e di arrivo, però senza pareggio:
più spiagge e più notti d’imbarco, di quelle di sbarco,
toccano Italia meno vite, di quante salirono a bordo.
A sparigliare il conto la sventura, e noi, parte di essa.
Eppure Italia è una parola aperta, piena d’aria”.
[Erri De Luca – “Solo andata”, 2005]
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Sara Di Giuseppe - 3 marzo 2023
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