“Villaggio Coldiretti” - San Benedetto del Tronto 14 -16 luglio 2023
Difficile sapere se ci sono o ci fanno, ma quel ”Non disturbare gli animali” la dice lunga sul grado di barbarie a cui gli umani riescono ad arrivare in obbedienza alle leggi del mercato e con sprezzo del ridicolo.
Dunque non disturberemo gli animali, i quali d’altronde nel Villaggio Coldiretti - per la prima volta ospitato a San Benedetto - si trovano nelle condizioni più desiderabili che abbiano mai potuto sperare nella loro certo non lunga vita: trasportati da lontano (da Pesaro, per esempio), collocati in spazi ristretti, sotto strutture dove le temperature roventi di questi giorni li arrostiranno da vivi - nonostante qualche ventilatore - prima che lo faccia il loro destino ahimè segnato (si fottano vegetariani e vegani), per 3 intere giornate più i tempi di partenza, arrivo, collocazione, ripartenza (in condizioni di trasporto sicuramente ideali e di massimo comfort…). E dopo tre giorni al centro di un’edenica atmosfera fatta di chiasso, traffico, fumi, inquinamento, confusione e…arte. L’importante è: do not disturb.
Invidiabile condizione, gli animali ringraziano. Le Associazioni cosiddette animaliste, gli Amici-fedeli, gli animalisti-permaflex? Non pervenuti. Non so non c’ero e se c’ero dormivo. Mettersi contro un colosso come Coldiretti? Fossero matti.
E già, Villaggio Coldiretti: suggestiva definizione dell’infinita tendopoli giallo-itterizia che manda in orgasmo multiplo la stampa locale, in gara nell’osannare la festosa lucrosa iniziativa, la ricaduta d’immagine e bla bla bla.
Che manda in visibilio Comune, Regione e don Lollò-Cognato-d’Italia venuto pirsonalmente di pirsona per il taglio del nastro e il piagnisteo d’ordinanza al porto per arruffianarsi i pescatori a strascico.
Discorsi edificanti, elogio di made in Italy e made in Marche; “festa con cittadini e famiglie” (sic); interviste al Cognato d’Italia e al Fratello-di-taglia Acquaroli dall’ubiquo sempiterno Ossini che non può mancare perché s’indossa su tutto signora mia; argomenti epocali come ”identità delle Marche” - non mi dica - e “gioco di squadra” - apperò - con bandiere giallo-coldiretti piantate in ogni centimetro libero di città; e naturalmente polizia, vigili e vigilantes, poliziotti chiamati da solerti cittadini (“Gruppi di controllo del vicinato”?) per la contestazione della mostra in Palazzina Azzurra; e anche, udite udite, i Carabinieri-a-cavallo o “Pattuglie ippomontate” (le chiamano così, non è una barzelletta).
Insomma non bastando, per “La grande festa dell’agricoltura e del cibo italiano” targata Coldiretti e golosamente accettata da un’amministrazione comunale in paralisi cerebrale, il blocco totale della città - servizi, trasporti, circolazione, commercio - per un periodo inaccettabilmente lungo (una settimana di preparativi e montaggio più i giorni della fiera più i giorni dello smontaggio: due settimane e passa, se va bene); non bastando il simil-bombardamento di Sarajevo degli interminabili botti notturni d’inaugurazioneche oltre a scassare i cabasisi pure al torneo nazionale di tennis [il cui responsabile s’è dovuto scusare con l’organizzazione] hanno soprattutto seminato il panico e sconvolto il bioritmo di ogni animale, domestico e non, presente su territorio (ma la Campagna è Amica…); non bastandogli tutto ciò hanno messo in mezzo pure gli sventurati animali da fattoria, esibiti per l’obbligatoria gioia di bambini un po’ cretini e degli adulti a loro vicini che forse mai videro bovino, ovino o equino in vita loro, “uuhhh… guarda la mucca piccolaaa…”
[A quegli sfortunati animali, in mostra nello spazio antistante la Palazzina Azzurra a contatto stretto con traffico, fumi, viavai, rumore e confusione, un solo rimprovero: che non abbiano tutti insieme, abbondantemente e a lungo, evacuato come natura esige inondando di campagnola (quella sì) meritatissima puzza da allarme bomba i convenuti all’inaugurazione della mostra “Prospettiva van Orton”- ospitata in Palazzina e oggetto di tanto motivate e sacrosante quanto disprezzate contestazioni - e in particolare: sindaco, assessori, organizzatori, presunti esperti, benpensanti e bellagente in lini, abiti lunghi e spocchia da io so’ io e voi purtroppo no].
(G.Orwell, La fattoria degli animali, 1945)
Nessun commento:
Posta un commento