15/08/23

Sì, viaggiare*

 
 

Primapersonaplurale

Giacomo Giovannetti  (a cura di Alex Urso)

RIPATRANSONE – FIUTO ART SPACE     12.08 – 04.11 ‘23


       Lei mi tira il braccio per entrare, ma Alex Urso e Giacomo Giovannetti stanno ancora presentando la loro mostra. Così le dico (le comando) aspetta, fra poco entriamo e guardi e tocchi tutti i quadri che vuoi, sono di quell’uomo alto con la barba lunga marron e le braghe buffe che parla, li ha fatti assieme alla figlioletta Nina: pensa, bambina che dipinge giocando-lavorando col suo papà… Fortuna non va per le lunghe, così ci fiondiamo nell’ART SPACE quasi per primi, anche se del buffet inaugurale poi non sarebbe rimasto niente…

       Primapersonaplurale, noi. Tredici quadri sottovetro e sottoplexiglass, col plexiglass dipinto sovrapposto che fa parte dell’opera e protegge il mondo-di-sotto (quasi tutto dipinto da Nina) infantilmente primordiale e pauroso: misteriose facce irregolari, macchie amare, segni un po’ sgarbati, immagini stravolte o abusive. 

Ma qui viene il bello, il dialogo artistico col papà che coniuga queste imprigionate paure bambine con le proprie, adulte: sono progetti, storie, lezioni di viaggi lontani, di emozioni fuori casa. Mappe di Lombardia e d’Argentina, carte geografiche d’antan, fasci di frecce, segnali grafici volanti, tigri in gabbie per uccelli, barchette in tazze di caffè con elefante nel piattino, cuori anatomici grandi come l’India e il suo oceano. Tracce di vite e culture passate.

Colori d’acquerello alternati a chiazze che si spandono ad arcobaleno, pesci aerodinamici, statue a china, tabelline figurate, alfabeti russi e cinesi, occhi polizieschi, piramidi senza pietre, intarsi rubati di giornali, oggetti, studi di magliette. Fotogrammi plurali. Quadri affollati quasi senza verso (hanno senso anche capovolti), ma con innata disordinata armonia. Se fossero musica sarebbe jazz. Sanno pure di letteratura di viaggio, di Terzani e Rumiz, di Kapuscinski e Arminio, quando da reporter raccontano dell’ignoto che vanno ad incontrare per conoscere, di sapori forti, di luoghi rischiosi ma pensanti, rasserenanti, avventurosi, talvolta divertenti… Ah, che rebus**, questi quadri fitti fitti.

       Sto chino su di lei (veramente la tengo anche un po’ in braccio, però la schiena mi fa male lo stesso) che instancabile mi indica ogni centimetroquadro di quadro. Fino a quando arrivano i lanzichenecchi dal buffet. Chiede (nella sua lingua), parla, pretende risposte: io buffamente spiego e “traduco”, come posso. Fattostà che passiamo alla TAC tutti e 13 i quadri. Quando mi ricapita, di condividere gioiosamente e utilmente una mostra d’arte contemporanea con una sveglia bimbetta contemporanea di meno di 2 anni: Irene, un’amica. 

 

        *Sì, viaggiare / evitando le buche più dure / senza per questo cadere nelle tue paure…   (Lucio Battisti, 1977)


  **Cercando di te in un vecchio caffè / ho visto uno specchio e dentro / ho visto il mare e dentro al mare /  una piccola barca per me… (Paolo Conte Rebus, 1979) 

 

PGC, 15 agosto 2023


 

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