Sono cresciuti: se non in sapienza e bontà (ce ne vuole!) di certo in numero e stazza, i vigili pistoleri della Colonna Mobile Blu del Consorzio dei Comuni Montani dei Monti Azzurri (e della Fata Turchina).
All’inizio - l’anno scorso o poco più - ne veniva uno solo, la domenica mattina: sbarcava assonnato sulla piazza principale di Ripatransone, caracollava su e giù facendo dondolare il pistolone, spostava due transenne, i ripani lo guardavano incuriositi, qualcuno si faceva appioppare una multa qualsiasi come per fargli un favore…
Oggi sono di più, i pistoleri, ci sono anche i “capi”, e con loro sono cresciuti anche i macchinoni: ruggenti come carri armati Panzerjäger Tiger Elefant, adeguati al peso-per-altezza degli occupanti, nonché al fiero cipiglio del comando. Li riconosci da quello, i capi: hanno le physique du rôlee quell’aria un po’ cosi, li vedi studiare la topografia della piazza, distribuire ordini ai sottoposti con gesti perentori. Indicano direzioni e postazioni: quelli si sguinzagliano, penna e taccuino in mano e pistolone ballonzolante al fianco.
Il bottino sarà come deve: cadono nella rete come mosche i disperati ripani incapaci di raccapezzarsi tra i domenicali cartelli di divieti della piazza, in contraddizione fra loro come nelle comiche del cinema muto.
E come nel cinema muto nessuno fiata, né si domanda qual nesso ci sia mai tra l’appiccicar multe per divieto di sosta e l’andare in giro armati come Rambo, dentro paesoni dormienti che non li svegliano neanche le campane spaccatimpani del parroco il settimo giorno.
Però - forse - cipiglio e pistolone e macchinone servono per rendere più suggestivo e minaccioso il set cinematografico de noantri quando si appostano lungo le strade dei dintorni a far multe mentula canis a chi sfora il limite.
Qualcuno si sarà pure sentito un ferrarista nell’esser multato per eccesso di velocità - ah la vertigine dei 56 km/h! - spingendo con la panda vecchiotta. Con la tentazione di incollarsi addosso la multa come una medaglia…
Sembrerebbero scene da uno scadente b-movie di guardie e ladri se non fosse che, non solo qui ma nel territorio e in tutto il belpaese, il tanfo di caserma sta diventando innegabile, palpabile, nauseante.
Lo senti quando a pochi chilometri da qui, a Grottammare, si danno premi e diplomi finali - a vigili? a poliziotti? - per un corso sull’uso di spray al peperoncino.
Lo senti quando la stampa locale strombazza a megafoni unificati l'apertura - sempre a Grottammare - di un centro di “Ginnastica Dinamica Militare” qualunque cosa voglia dire [che se è, come si legge, una “attività sportiva adatta a tutti e per tutti i livelli di preparazione fisica”, ti chiedi che diavolo c’entri l’aggettivo “militare”].
Lo senti nella corsa di tutti i Comuni d’Italia a dotarsi di vigili pistoleri addestrati a sparacchiare in giro.
Lo senti nel ghigno truce di una politica - nazionale e locale - cialtrona e mascelluta oltre che inetta, pronta a mostrare i muscoli (ai deboli, va da sé) spacciando per sicurezza la pazza voglia di pugno di ferro.
Lo senti nelle tante oscure regole e leggi dal profumo di guerra qua e là sul resto del territorio e sul suolo patrio in genere.
Allora capisci che è facile, basta unire i puntini et voilà, la matita traccia la linea completa: complimenti, hai appena disegnato il paese militarizzato dei tuoi sogni.
Sara Di Giuseppe, 28 settembre 2023