Mi immagino questa scena che segue, un po’ per empatia, un po’ per doverosa fiducia nei confronti di una giovane professoressa con contratto a termine, investita due mesi fa del ruolo di assessore. Ed ora che è un personaggio publico, mi auguro che pensi e non si scordi (mai) che i mesi che seguiranno, fatti di opportunità, progetti, attività, idee o, al contrario, la loro negazione, non saranno solo le sue, ma anche, nel bene o nel male, di altri 47mila e più cittadini sbennesi.
Per ipotesi retorica, premetto che se mi avessero chiesto di diventare assessore alla cultura del Comune di SBen, dopo un sussulto, avrei preso qualche ora per pensarci su, ma vedendo e immaginando la compagine e il lavoro di ‘accettazione’ che avrei dovuto presumibilmente sopportare, avrei risposto: NO, grazie.
Confesso che una ’si lusinghiera richiesta mi avrebbe gratificato ma nel contempo imposto un turbinìo di domande che mi avrebbero creato dolori e inappetenza (per chi mi conosce sembra impossibile), vertigini da acufeni insopportabili oltre a una crisi profonda di identità… Dopodiché, impettito e risoluto come un “fascista su Marte”, avrei risposto come sopra: ancora NO! Non scherziamo! Sono l’ultimo degno per questo incarico. Mi sarei forse detto perché avrò dimostrato di conoscere un certo ambiente culturale locale e un po’ oltre confine; che so fare e organizzare mostre e incontri di vario genere; che molti mi danno credito di serietà e capacità; che godo di stima e fiducia di molti concittadini; che non ho debiti con fornitori e passati collaboratori, ma anzi con i quali ho dei rapporti ottimi; che le mie attività hanno sempre posto in primis il ‘noi’ e non l’’io’ che ho posto sempre in ombra; che ho ricevuto un Primo premio nazionale e qualche segnalazione per le attività di maker digitale svolte nel mio laboratorio; che ho contribuito a fondare varie associazioni culturali; che ho avuto l’onore di cofondare una rivista d’arte e fatti culturali e portata avanti per dieci anni con sessantadue numeri pubblicati; che ho ancora un po’ di entusiasmo e idee da coltivare. Ma insomma NO. Non ho il titolo di Cavaliere Templare e non mi piacciono tutti quelli che si fregiano di medagliette, vessilli e bandiere pronte da issare, per poi far finta di soffiarcisi il naso per l’imbarazzo.
Immagino che l’attuale assessora alla cultura del Comune abbia avuto le stesse ‘emozioni’ nel decidere di valutare la medesima richiesta. Nel decidere di accettare avrà giocato la giovane età, e la conseguente voglia di mettersi in gioco con la naturale incoscienza di pensare: evidentemente ho delle qualità e ora le voglio dimostrare. Dieci anni sulle navi da crociera e un po’ di insegnamento sull’accoglienza turistica e relazioni internazionali saranno pur qualcosa!
Poi, mettiamoci pure una spiccata autostima e l’immaginarsi di vedere due righe così importanti aggiunte al proprio curriculum (le daranno sicuramente lustro per il proseguo della sua carriera. Vuoi mettere? “Già assessore alla Cultura del Comune di San Benedetto del Tronto”, quarta città più grande della regione Marche). E poi, a una novizia si può perdonare almeno un anno di ‘apprendistato’… e con al suo fianco dirigenti competenti, consiglieri più esperti, una rete di suggeritori personale e pubblica, senza che le navi facciano l’inchino davanti alla nostra costa, le eviteranno di fare brutta figura(?!). Non certo più di altri! che hanno dato buona parte del bilancio dell’assessorato allo sfumacchiamento delle Frecce Tricolori sulle nostre beneamate palme. Poi, niente paura, c’è il suo ‘sponsor’ che non la lascerà mai sola, l’ex calciatore che nel suo curriculum dichiara un’istruzione Primaria con “Esperienza professionale: calciatore”, scritto a penna dopo una cancellatura a fianco di chissà che cosa (si deve a lui la recente perla del calendario “Miss Grand Prix 2024”, immancabilmente sostenuta dal sindaco il sempre-gaudente, commerciante di successo, non più a tempo pieno, di stampanti, mobili e servizi di copisteria). Insomma, con una compagine così ricca di idee, generosi attivisti e presenzianti decine di emerite iniziative come la Prospettiva di vanortoniana memoria, si può non sbagliare? Quest’ultima, dicono, sia stata un “successo, con oltre 960 presenze” in quasi 6 mesi di esposizione (5,4 ‘presenze’ al giorno in piena estate), ha dato il colpo di grazia al già agonizzante attivismo culturale-artistico cittadino. Ma si sa, il famoso ‘fondo’ è ancora da ispezionare.
È notizia certa che la neo-assessora Sebastiani ha ricevuto, nei giorni scorsi, degli operatori culturali (esperti e ben curriculati) per conoscerli, i quali le hanno manifestato l’impegno e la disponibilità per creare importanti eventi d’arte. A fianco della Sebastiani però, come a testimoniare l’imprinting ed esprimere plasticamente la ‘posta in tutela’ della stessa, c’era la volpe-ex-calciatore che supervisionava i vari cataloghi editi dagli operatori stessi (pare leggesse al contrario, forse per questo non ri-conosceva gli autori in catalogo).
Insomma, “largo ai giovani”, competenti e liberi per davvero!!! Invito l’assessora a conoscere e scoprire i molti talenti del territorio come faceva il caro e bravo artista Nazareno Luciani, che non si risparmiava mai nell’organizzare mostre scovando e promuovendo ‘nuove promesse’ dell’arte giovane, come amava ripetere.
Auguri quindi alla neo-assessora con la premessa di cui sopra e a patto che non si lasci ammansire dalle lusinghe e dalle interessate proposte di questa ‘povera’ compagine al governo, fintamente popolare e maldestramente popolana. San Benedetto non si può permettere altro tempo perso nel provincialismo e passività, con poche idee e pure sbagliate. La nostra mente dovrebbe essere come un tempo lo era per i nostri marinai: una cartina geografica costantemente aperta.
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